CAPITOLO 25 - E.

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E.

_ Miguel_


L'ennesimo, immenso fragore fece tremare ancora una volta le pareti.
Ma per quanto tempo avrebbe retto la struttura della casa?
Non facevo altro che chiedermelo.
Il pensiero che tutto crollasse da un momento all'altro, seppellendoci sotto un'enorme montagna di macerie fumanti, mi preoccupava non poco... anzi, era il fulcro esatto dei miei timori. In fin dei conti, era passato davvero troppo tempo dalla prima esplosione... e per quanto la residenza dei von Kleemt fosse grande, solida e ben costruita, l'incendio non faceva altro che propagarsi velocemente, fagocitando con ingordigia qualunque cosa gli si parasse davanti.
Il conte sbuffò affranto, dopodiché si lasciò cingere le spalle, accettando con sollievo il saldo appoggio fornitogli dalle mie braccia.
Immediatamente si voltò a guardarmi negli occhi, il volto smagrito, sudato, intento a mostrarmi un'espressione di muta gratitudine. Gli risposi accennando un lieve sorriso, dopodiché cominciai a guardarmi intorno.
Non avrei saputo dire con esattezza dov'era ubicato lo stretto corridoio che stavamo percorrendo, ma il padre di Amelie sembrava avere tutto sotto controllo.

"Conosco ogni angolo, ogni porta e ogni passaggio segreto di questa casa!" aveva ammesso con un certo orgoglio qualche minuto prima, "Vedrai, ragazzo mio! Grazie a questo cunicolo, giungeremo nei sotterranei in men che non si dica!"

Fin ora l'avevo assecondato senza batter ciglio, continuando a seguire l'oscuro sentiero scavato nella roccia, ma più scendevamo nelle viscere della terra, più ero scettico riguardo al suo piano.
Cosa si aspettava di trovare?
L'idea che la contessa fosse già morta, era da prendere in seria considerazione, e molto probabilmente, né io né lui eravamo in grado di fare qualcosa.
Eppure, l'ostinata speranza che animava il cuore di quell'uomo non accennava a spegnersi.
Da una parte lo trovavo ammirevole; la forza sprigionata dai suoi sentimenti nei confronti della moglie era irriducibile, e quasi mi commuoveva.
Insomma, quanti uomini erano disposti a sacrificare la loro vita, per amore di un altro individuo? Beh, di sicuro ben pochi.
Purtroppo l'essere umano era di per sé un animale egoista, volto unicamente a soddisfare i propri bisogni e i propri desideri, nulla aveva più importanza dell'autoconservazione personale.
Si trattava di puro e semplice istinto di sopravvivenza. Charles Darwin non ci avrebbe trovato niente di strano e sinceramente, nemmeno io.
Ma quando entrava in gioco l'amore, le carte in tavola venivano completamente rimescolate e cambiava tutto.
Era a causa di questo sublime, bizzarro e quanto mai inesplicabile sentimento, che l'uomo metteva da parte il suo innato egoismo per la vita di un'altra persona, interponendo il bene di quest'ultima al proprio.
Quindi al diavolo la ragione, al diavolo il buon senso!
Ogni cosa passava in secondo piano quando c'era di mezzo l'amore.
Ed io, giorno dopo giorno, non facevo altro che provarlo sulla mia pelle. Amelie invadeva ogni mio pensiero. E nonostante fossi in serio pericolo, col rischio di morire da un momento all'altro, non riuscivo a liberarmi la mente dalla sua immagine persistente.
Oh, il mio Piccolo Tarlo. Nel saperla al sicuro, mi lasciai scappare un sospiro di sollievo.
Poteva accadermi di tutto, non m'interessava cosa... l'importante era che lei fosse sana e salva.

<< Perchè mi stai aiutando? >> mi chiese d'un tratto suo padre, rompendo il silenzio che ci avvolgeva.

Sentivo le costole del conte premere attraverso la stoffa, come se la sua pelle non fosse stata altro che un ulteriore strato di seta sottilissima.

<< Perchè non dovrei farlo?>> risposi assumendo un'aria beffarda, << Non sono forse il vostro umile servitore?>>

Nel sentire le mie parole, un afflusso di risa spasmodiche fece vibrare con forza il suo petto scarno.

<< Tu, un servo? Suvvia, ragazzo mio... sai meglio di me che non lo sei mai stato. Conosco molto bene la natura del patto che hai stipulato con mia moglie, ma la verità è che niente ti obbliga a fare questo per me... per noi. Vedi, non capisco quale sia ora il tuo tornaconto.>> ammise.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora