CAPITOLO 1 - L'Uomo Del Mistero

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L'Uomo Del Mistero


_ Amelie_

Londra, 1882.

Presa dallo spavento, mi svegliai di soprassalto.

Avevo la fronte madida di sudore ed il cuore così agitato che sembrava volesse uscirmi fuori petto. Era buio, ma ovunque posassi lo sguardo non vedevo altro che piccole macchioline rosse danzare per aria.

Terrorizzata, mi guardai intorno per capire cosa diamine fosse accaduto e perché mai mi trovassi vestita di tutto punto, in un posto polveroso e sporco come la vecchia biblioteca.

Mi alzai di scatto e una pila di libri in bilico fra lo scaffale e la sedia, cadde sulla mia testa come una grandine di mattoni.

"Meraviglioso" pensai, "ci mancava solo questa!".

Scocciata, mi rialzai da terra scansando i libri con un piede.

Notai dispiaciuta che il mio bel vestito di seta verde era diventato ormai inutilizzabile: c'erano delle profonde scuciture sulle maniche e la scollatura, le gonne si erano sporcate d'inchiostro e in certi punti penzolavano fili di ragnatela impolverati.

"Maledizione!" imprecai tra me e me.

Di quel vestito non me ne importava poi molto, ma era pur sempre un regalo di Lamia, e come tale andava difeso a costo della vita.

Dopo l'ennesimo litigio, mi ero rifugiata in quella vecchia stanza così da sbollire i nervi e stare per un po' di tempo in pace con me stessa.

Infondo, fuggire dal mondo era la cosa che sapevo fare meglio.

Per quanto riguardava il disastro che avevo addosso, dovevo essermi addormentata sotto il tavolo senza rendermene conto, facendo nuovamente quell'orrido incubo che da sempre mi perseguitava. Nel ripensarci, un brivido di terrore mi corse lungo la schiena e con stupore, mi resi conto che la nebbiolina scarlatta che mi velava gli occhi, ormai si era dissolta nel nulla come neve al sole.

Sicuramente, Eva ci avrebbe messo poco tempo a trovarmi: sapeva bene quali fossero i miei nascondigli e tra l'altro, non era certo complicato per lei scrutare all'interno dei miei pensieri.

Mi conosceva meglio di chiunque altro; peccato però, che di chiedere scusa a Lamia, non volevo proprio saperne.

Lei era nel torto ed io avevo ragione.

Abbastanza semplice come concetto, no?

Sposare uno sconosciuto era un'idea assolutamente inconcepibile, che non stava né in cielo né in terra!

Oltretutto faticavo a comprendere il tornaconto di quell'uomo, poiché la primogenita era Eva e nelle mie vene non scorreva neanche una goccia del sangue dei von Kleemt.

Avrebbe ereditato tutto lei.

Tuttavia, i miei genitori adottivi non volevano sentire ragioni e per quanto riguardava le questioni sulla mia nascita, erano pronti a tutto purché la cosa restasse segreta.

Del resto, io stessa avevo scoperto la verità solo da pochi anni.

Comunque, oramai era ufficiale e nel giro di qualche mese sarei diventata la moglie di un perfetto sconosciuto.

Ero contrariata, triste ed amareggiata, ma la cosa che più di tutte m'infastidiva, era quella di esser trattata come merce di scambio.

Cosa credevano che fossi?

Una mucca?

James e Lamia avevano taciuto fino all'ultimo secondo sull'identità di questo fantomatico marito, almeno fino a quel giorno; e cioè il giorno del mio fidanzamento ufficiale.

Rosso Scarlatto - Prima Parte: Virgo IntactaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora