Le eliche rombavano come una folgore scagliata da Zeus in persona. La neve cadeva talmente fitta, dalle nubi bianche, che tutto quello che riuscivo a vedere dal finestrino dell'elicottero era quella tempesta di inverno perenne, che sembrava avrebbe flagellato la terra per sempre.
Dentro al velivolo c'era solo il conducente che non parlava la nostra lingua, ci guardava di sottecchi ogni cinque minuti e emanava un odore di tabacco e sudore tanto forte da farmi venire la nausea. Andrew era seduto davanti a me con la testa poggiata al vetro e lo sguardo vuoto come un grembo sterile. Ogni tanto i suoi sospiri mi destavano dalla rimembranza di quei giorni alla baita e di quei pensieri surreali che mi avevano tenuto compagnia: avevo davvero perso il contatto con la realtà. La fame, il gelo, la rabbia, il dolore mi avevano imbastito il cervello con aghi acuminati impregnati di veleno e le mie giornate passavano lente come se il mio sangue fosse annacquato di morfina.
Mentre quel pilota scorbutico inveiva contro di noi con parole di cui non capivamo il significato io mi chiedevo dove ci stesse portando. Saremmo arrivati in Olanda? Ci stava portando dall'NNSA? Cosa avremo fatto da quel momento in poi? Da quando persi la memoria non avevo più cercato di avere certezze o di capire cosa ne sarebbe stato di me, ma in quel momento mi sentivo più perso che mai: avevo perso anche le ultime certezze che mi erano rimaste, avevo perso i miei amici e stavo iniziando a perdere le speranze che la guerra sarebbe finita presto.
Viaggiammo a lungo. Il traballio e l'odore all'interno dell'elicottero mi stavano uccidendo lo stomaco e le turbolenze dovute alla bufera di neve volevano convincermi che saremmo morti da lì a poco. La rabbia o il tepore dei pensieri positivi non riuscivano più a tenermi al caldo e il freddo che penetrava dalle lamiere sottili in vetro mi prendeva a pugni le ossa. Resistetti finché potei, poi posai gli occhi ancora una volta sul corpo abbandonato di Andrew e mi lasciai andare al buio candido del freddo etereo che cercava di chiudermi gli occhi.
La voce gentile di Andrew mi svegliò con delicatezza.
"Siamo arrivati." Disse.
"Dove? Dove siamo?" chiesi con gli occhi ancora chiusi.Il tenente fece spallucce e mi strofinò forte le braccia per scaldarmi appena.
"Sei pallidissimo. Hai bisogno di qualcosa di caldo."
Non ci feci caso e tentai di criptare le parole del pilota che ci continuava ad urlare dietro. Cercando di interpretare il suo tono pensai che ci stesse gentilmente invitando a scendere. Mi feci aiutare da Andrew perché le mie gambe erano ancora intorpidite dal sonno e dal viaggio e quando alzai gli occhi per vedere dove fossimo arrivati vidi solo il mio respiro, spesso e denso come lo scarico di una marmitta in inverno. La neve intorno a noi era ancora più fredda e impenetrabile di quella che ormai avevo imparato a conoscere in Russia, mentre il cielo era talmente scuro che non si riuscivano a vedere neanche le stelle. Solo i fari dell'elicottero e un fascio intermittente di una grande lanterna in lontananza illuminavano lo scuro di quella notte gelata.
"Dove siamo finiti?" Chiesi al mio compagno.
Lui mi guardò preoccupato.
"Non ho idea di quale sia la base centrale della NNSA... non mi sembra che siamo in Europa però."
Mentre quelle parole si perdevano nell'eco della neve, una sagoma scura si avvicinava a gran velocità proteggendosi il viso dal vento gelido che spirava. Era una figura familiare, portava un lungo e pesante impermeabile che avrei tanto voluto indossare anche io in quel momento e dei robusti stivaletti neri. Cercai di mettere a fuoco quella figura che correva veloce e quando il faro della lanterna la illuminò in controluce, riconobbi una barba dorata e due occhi di ghiaccio che non vedevo da un po'.
"Buonasera Principessa! Tenente!" Disse Chris improvvisando un goffo e irriverente inchino. "Benvenuti al Polo Nord, ultima base sicura e antinucleare dell'NNSA!"

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Luce
RomanceLa guerra è scoppiata ancora, il mondo è devastato dall'odio e dalla violenza. Un ragazzo, dalla carnagione pallida e gli occhi di uno strano colore turchese, si ritrova scaraventato in un mondo a lui sconosciuto: il mondo dell 'esercito. Senza memo...