Andrew si era rasato, i suoi capelli erano in ordine e indossava una divisa appena uscita dall’asciugatrice: quando si avvicinò al letto di Sasà si portò dietro una scia di gelsomino e Marsiglia che mi accarezzò il viso come mani di seta.
Sasà si tirò su di nuovo, cercando di salutare Andrew con il dovuto rispetto. Io rimasi immobile sulla sedia in metallo.
“Riposo soldato. Non ti muovere.” Disse lui rivolto a Sasà.
“Tenente Costas.” Lo salutò.
Lo sguardo di Andrew si posò su di me. Sorrise docilmente.
“Ho una lettera per te, dal generale Pichler.” Tornò serio. Gli porse una busta gialla. Il mio compagno la aprì e la lesse senza alcuna espressione sul viso.
“E’ una licenza?” chiese poi con voce asciutta.
“Non esattamente. Sarai trasferito nell’ospedale militare più vicino e più attrezzato per ricevere le cure adeguate.”
“Ma io…”
“Niente ma soldato Clark. Le tue condizioni potrebbero peggiorare. Partirai questa sera.”
“Signorsì, tenente” disse poco convinto prima di poggiare la schiena alla testata del letto e fissare il vuoto.
“Luce, ho bisogno di parlarti in privato.” Il suo tono era serio e duro come quello che aveva rivolto a Sasà.
“Vorrei stare un po’ da solo con il soldato Clark per ora.”
“Raggiungimi il prima possibile.”
Si portò una mano alla fronte salutandoci entrambi e si dileguò con il suo passo contenuto e robotico.
Rimasi in silenzio a fissare Sasà che non diceva una parola. Per la prima volta lo vidi preoccupato.
“Pensi… che sia solo il periodo di latenza? Pensi che… morirò?”
“No Sasà.” Mi avvicinai a lui. “Penso solo che hai bisogno di riposo e cure adatte. Lo fanno per il tuo bene, non puoi andare al fronte in queste condizioni.”
Non ero sicuro di quello che stavo dicendo. Sasà non mi guardava negli occhi.
“Promettimi solo una cosa…” disse con voce fioca. “So che mi hai già salvato la vita e non mi devi niente… ma ti prego, ti prego assicurati che non succeda niente ad Aaron. Ti prego… lui non può farcela da solo.”
“Non sarà solo. Quando tornerai ci verrai a salvare da quelle fottute tute bianche e potrai…”
“Ti prego, Luce.”
“Te lo prometto.”
La mia voce era spezzata, i miei occhi aridi. Il viso di Sasà era diventato grigio ed era invecchiato di altri dieci anni.
“Andrà tutto bene, okay?” gli accarezzai un braccio. “Guardami! Andrà tutto bene. Ti rimetterai. Devi farlo per me. Ho bisogno di te. Così come Aaron. Tu mi fai questa promessa?”
Lui esitò.
“Promettimi questo e io manterrò la mia parola.”
“D’accordo. Promesso.”
Ci stringemmo la mano. Un patto di sangue. Per sempre.
Mi poggiai di nuovo sulle sue gambe e chiusi gli occhi lasciandomi scappare, per sbaglio, un singola lacrima impaurita che si riversò nel mare di lenzuola su cui eravamo poggiati.
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Luce
RomanceLa guerra è scoppiata ancora, il mondo è devastato dall'odio e dalla violenza. Un ragazzo, dalla carnagione pallida e gli occhi di uno strano colore turchese, si ritrova scaraventato in un mondo a lui sconosciuto: il mondo dell 'esercito. Senza memo...