Andrew.
Fu quello il mio primo pensiero.
Non riuscivo a pensare a nient’altro.Vagavo per i corridoi come un condannato a morte, con gli occhi vuoti e lo sguardo assente. Alcuni soldati mi scontravano correndo, altri mi parlavano, tutti scappavano. Scappavano verso la morte. Era tornata. Avrebbe ripreso a dare spettacolo e mostrarci quanto immonda più essere la crudeltà degli uomini.
Tremavo.
Pensavo alle vite di quegli uomini che sarebbero finite senza aver guardato per l’ultima volta il cielo.
Senza Amore. Senza speranza. In solitudine.Tremavo e non riuscivo a fare altro che pensare ad Andrew.
Andai nel suo ufficio, non c’era nessuno. Guardai nella sua piccola stanzetta. Vuoto. Mi veniva da piangere. Volevo solo sapere se stesse bene.
Uscì in corridoio, mi sentivo come un naufrago in un mare di solitudine.
Vagavo con gli occhi vuoti e con la lama della guerra puntata dritta alla gola.Mi mancava l’aria.
“Luce!” sentì urlare dall’altra parte del corridoio. Vedevo tutto sfuocato, non riuscivo a capire chi mi stesse chiamando.
Si avvicinò una figura virile. Era Sasà.
“Luce. Dobbiamo andare, devi venire.”
Lo guardavo negli occhi. Sembravo un vegetale.
“Luce!” Mi scuoteva.
“Io non voglio andare in guerra” i miei occhi si fecero lucidi. “Non l’ho mai voluto.”
Mi abbracciò. Mi lasciai cullare dalle sue braccia in un mondo di illusione e tenerezza sperando che i miei pezzi, così affilati, potessero riattaccarsi di nuovo insieme.
“Ti prometto,” disse guardandomi negli occhi, “che finché avrò vita ti guarderò le spalle.”
“Grazie” mi asciugai gli occhi. Dovevo essere forte, anche per lui. “Andiamo.”Io e Sasà ci unimmo agli altri nel cortile. Aaron ci fece segno di sbrigarci, Chris - da cui ero fuggito dopo la lieta notizia - si avvicinò a noi di cotrovoglia. Tutti i soldati erano stati convocati fuori dalla caserma, da li a breve il caporale baffo lungo avrebbe tenuto un discorso.
Mi guardai intorno. Vidi sui visi dei soldati un sottilissimo strato di paura; alcuni lo nascondevano con atteggiamento fiero e disinvolto, altri guardando in basso e altri ancora ridendo e scherzando. Alcuni però – i più coraggiosi – avevano gli occhi lucidi, tremavano appena e assaporavano già con nostalgia quegli attimi di pura e impagabile quiete.
Io piangevo senza lacrime. Mi sentivo dannatamente solo. Una piccola stella sbiadita in una galassia di doveri e dolori. Ripensavo alla notte prima, alle armi nucleari, agli occhi di Andrew che per la prima volta riflettevano le scaglie della sua anima inaridita. Per la prima volta lo avevo visto fragile, lo avevo visto umano. Ripensavo a quell’abbraccio, a quel calore, a quanto tutto sembrava come sarebbe sempre dovuto essere.
Volevo solo sentire il suo profumo in quel momento. Volevo solo che il suo flebile calore umano potesse scaldarmi l’anima gelata dalla paura.“Sull’attenti!”
Il brusio generale cessò. Arrivò il caporale maggiore per tenere il suo discorso.
“Riposo soldati. Come ben sapete, la miccia della guerra è stata infuocata. A breve scenderemo in campo a lottare. Non posso più inneggiare ad alti valori di patria o di razza o di qualunque alta ideologia abbia tenuto in vita i nostri valorosi predecessori. Ormai tutto quello per cui combatterete è la vostra vita. Non c’è più nessuna patria, nessun valore da difendere. Questa guerra è diversa. Lottiamo per l’umanità, lottiamo per il diritto di essere uomini.” La sua voce si spezzò bruscamente, “ non dimenticate chi siete veramente…”Silenzio assordante.
Prese la parola un omone burbero dall’atteggiamento sgarbato;
“Quello che il caporale maggiore vuol dire è che da oggi le cose si fanno serie…”Quella voce, quel tono. Nella mia testa esplosero tante lucine colorate. Mi portai una mano alla fronte.
Mi stava scoppiando il cervello.“… morirete in guerra. Questo è il vostro dovere. Lo farete perché questo è il vostro destino. Siete stati scelti…”
Dove avevo sentito quella voce così aspra, quel tono severo?
“… Se sarete fortunati, Dio avrà pena di voi. Altrimenti avrete fatto il vostro dovere. Sarete morti per una causa molto più grande di voi. Sarete eroi…”
“Agli occhi di nessuno…” sussurrò Chris.
“Brillerete di orgoglio. L’esercito sarà fiero di voi.”
Un indegno applauso riempì l’aria.
“Ora passiamo alle cose pratiche. Partirete tra due giorni guidati dal sottoscritto e dal caporale maggiore. Ci riuniremo ai tenenti e sottotenenti che sono già partiti questa mattina per la Russia…”Tenenti. Quella parola infuocò il mio animo di speranza. Andrew doveva già essere partito alla volta della Russia. Avrei tanto voluto che fosse passato ad avvisarmi.
“… In questi due giorni non ci saranno pause. Vi allenerete 24 ore al giorno. Non dormirete. Mangerete solo quando non avrete più le forze per correre. Inizieremo l’allenamento con le armi nucleari appena saremo pronti. Vi sarà insegnato come proteggervi dalle radiazioni, come reggere il dolore dell’uranio.”
Mi vennero i brividi. Nessuno intorno a me sembrava stupito.
“Prima di tutto ciò, dovrete tutti essere vaccinati. In fila soldati! Dall’alchimista.”
L’alchimista.
Persi quasi i sensi. Era ovvio, riconoscevo quella voce. Era insieme ad Andrew il giorno del mio primo risveglio.

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Luce
RomanceLa guerra è scoppiata ancora, il mondo è devastato dall'odio e dalla violenza. Un ragazzo, dalla carnagione pallida e gli occhi di uno strano colore turchese, si ritrova scaraventato in un mondo a lui sconosciuto: il mondo dell 'esercito. Senza memo...