XLVII - Fragole mature e inesperienza

50 2 8
                                    

La lettera di Andrew

Caro Edoardo,

Questo è il tuo vero nome, il tuo bellissimo nome. Avrei tanto voluto gridarlo mentre facevamo l'amore, quando sentivo il tuo corpo vibrare di piacere e mi sussurravi all'orecchio il mio.

Mi dispiace di non averti detto il tuo vero nome, mi dispiace di non averti detto la verità e mi dispiace per ogni cosa che ho fatto. Ero solo un ingranaggio di un meccanismo oleato fottutamente bene. Un meccanismo malato, di cui facevo parte, che ti ha usato, ridotto ad uno schiavo del governo, una macchina da guerra, un esperimento.

So che al momento quello che stai leggendo è confuso e privo di senso ma tutto, ora, ti sarà chiaro e non ci saranno più segreti tra noi. Avrei dovuto farlo molto tempo fa, durante le nostre serate passate a parlare di storia o in questi ultimi giorni in cui abbiamo iniziato a conoscerci davvero, ma non ho avuto abbastanza coraggio, non ho fatto abbastanza. La mia anima non potrà mai riposare in pace per quello che ti ho fatto ma non gli permetterò più di farti del male, non più. Quindi tutto quello che voglio chiederti è di andare avanti a leggere, anche se il mio comportamento e quello che ho fatto è imperdonabile.

Ti ho amato davvero Edoardo, Luce o qualunque nome tu abbia. Ho amato te per quello che eri, per quello che ricordavi di essere e nonostante non fossi altro che una serie di ricordi sfumati, la tua gentilezza e la tua dolcezza mi hanno fatto innamorare di te di nuovo, anche della persona che stai diventando. Ti assicuro che sei andato davvero vicino a quel ragazzo spensierato e insicuro che ho conosciuto in un'aula dell'università di Genova.

Prima di raccontarti questa storia però, credo sia giusto che tu sappia perché sei in questa situazione.

Ti ho già raccontato della guerra e del ruolo dell'Italia, ma quello che non ti ho detto è che poco prima che tutto ciò iniziasse, arrivò una proposta per me, umile soldato dell'esercito già da molto tempo. Mi proposero di entrare a far parte dell'esperimento Luce. Non avevo nulla da perdere, fuggivo da una vita che non mi avrebbe mai dato nulla. Ero così giovane, così immaturo. Un giorno il generale Pichler, che mi aveva addestrato dal primo giorno in cui avevo messo piede nell'esercito, venne nella mia tenda - eravamo nel Sahara al tempo - e mi disse: non tutto è come credi che sia. Mi chiese se volevo entrare in un progetto del governo, se volevo servire la patria e diventare un eroe; un eroe di cui nessuno avrebbe saputo il nome. Era questo infatti l'unico termine di quel contratto, il silenzio più assoluto. Pena: la morte. Quel giorno, il generale, per farmi capire che parlava sul serio, prese la pistola e mi sparò un colpo secco alla gamba destra. Me la dovettero amputare ma lui mi promise che un giorno mi avrebbe restituito una gamba anche migliore. Io gli assicurai che non avrei detto nulla, terrorizzato di morire e lui, dopo avermi impiantato il chip nel braccio mi disse: "ora posso fidarmi di te." Mi fece firmare delle scartoffie, mi fece dei vaccini antinucleari che bruciavano come olio bollente nelle vene e mi spiegò il progetto Luce.

"Abbiamo bisogno di 5 ragazzi. 5 ragazzi che diventeranno delle vere e proprie armi militari. Li Sceglieremo da 5 università sparse per l'Italia. Il nostro target sono ragazzi o ragazze tra i 20 e i 25 anni, con un profilo di personalità comune. Le selezioni sono già avvenute, a te ne verrà affidato uno che seguirai come ti sarà richiesto. Non sono persone, sono solo esperimenti: non lasciarti impietosire."

Mi venne affidato l'Esperimento Atomico numero 4, dalla facoltà di lettere moderne di Genova.

Edoardo Martini.

Da qui inizia la nostra storia. Ricordo la prima volta che ti ho visto, nell'aula studio, con i capelli disordinati sulla fronte, una felpona larga e un'enorme montatura nera sul naso, sottile ed elegante. Mi avvicinai per chiedere dove fosse l'aula di greco e tu mi rispondesti con un sorriso mozzafiato e una gentilezza che non avevo mai visto prima di allora negli occhi di nessuno.

LuceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora