La giornata era cambiata, il vento si era alzato. I capelli di Akira le svolazzavano davanti al viso, rendendola nervosa più del solito. Si era alzata di colpo, capendo che qualcosa non stava andando nel verso giusto. D'un tratto, tutto Hyde Park si era svuotato. Max continuava a blaterare qualcosa sul fatto che l'avesse aiutata molto da quando era scappata di casa, ma tutto ciò non la stava aiutando al momento.
Si guardò intorno, la gamba che le ballava per il nervosismo.
Lo prese per il polso, tirandolo in piedi. Aveva la pelle liscia, calda. In un altro momento si sarebbe soffermata sulle sensazioni che le provocava toccarlo, ma in quel momento era troppo concentrata ad utilizzare tutti i suoi sensi per avvistare il pericolo. Non vedeva niente, non sentiva niente, ma sapeva che stava succedendo qualcosa. Era quasi un sesto senso. Forse frutto di tutta quella magia che si era abituata ad avere intorno.
E poi lo vide.
Era una figura alta, slanciata, coperta da un mantello nero. Il viso era un maschera d'argento. In mano, una bacchetta lunga e affilata sembrava pronta a colpire.
«Non capisco come i Weasley possano piacerti così tanto da...»
«Max» sussurrò Akira, con un tono di voce che faceva paura. «Devi metterti a correre».
Max alzò lo sguardo per la prima volta verso Akira, un po' scocciato per le continue interruzioni, solo per notare che lei non lo stava guardando. Stava fissando verso il viale davanti a loro, la mano che gli stritolava il polso in una morsa.
Quella figura si avvicinava lentamente, zoppicando. Aveva l'andatura di chi non aveva fretta, l'andatura di un cacciatore che aveva avvistato la sua preda, di chi sapeva di avere la vittoria in pugno, di chi non avrebbe sbagliato di nuovo.
Max e Akira si allontanarono lentamente, non osando dare le spalle per girarsi e correre. Il primo aveva una maschera di terrore in volto, la seconda di cupa rassegnazione. Quasi come se avesse la sensazione che quel momento sarebbe prima o poi arrivato.
Il primo incantesimo colpì la panchina sulla quale poco meno di cinque secondi prima i due ragazzi erano seduti. Andò immediatamente a fuoco.
Il secondo incantesimo colpì l'albero di fianco a Max. Andò immediatamente a fuoco.
O quel Mangiamorte aveva una pessima mira, o stava giocando con loro. Giocando al gatto e al topo, giocando come chi sa di avere la situazione in pugno.
Fu solo dopo il terzo incantesimo, indirizzato ad un cestino che andò a fuoco, spargendo nell'aria un disgustoso odore di spazzatura bruciata, che i due ragazzi si girarono sui tacchi e iniziarono a correre. Come le prede corrono davanti al predatore.
«Un Mangiamorte?» esclamò Max più parlando tra sé e sé che ad Akira. «Cosa vuole un Mangiamorte da due babbani?!».
Ci mancò molto poco che Akira non inciampasse nei suoi stessi piedi, lì, davanti al Library Bar, un locale molto affascinante dove si sarebbe volentieri fermata a prendere qualcosa da bere. Si girò per guardare Max, mentre giravano in Grosvenor Cres. Perchè lì? Non lo sapevano, ma si avvicinavano al quartiere delle ambasciate, un posto che le aveva sempre suscitato un senso di sicurezza. Non che i soldati potessero fare qualcosa contro un mago, questo era chiaro.
«Quanto ne sai tu di tutta questa storia?» lo attaccò lei, lanciandogli un'occhiataccia.
«Be' ecco...io...»
«Max!».
Una cassetta delle lettere di fianco a loro esplose, sputando pezzi di carta e di metallo verso la strada. Akira lanciò uno sguardo alle sue spalle. Il Mangiamorte camminava, ma nonostante ciò sembrava guadagnare terreno.
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Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ Wᴇᴀꜱʟᴇʏ
Fanfictionnoι тυттι ѕιaмo coмe ι ғυocнι d'arтιғιcιo: cι ιnnalzιaмo, вrιllιaмo, cι dιѕѕolvιaмo e alla ғιne cι dιѕperdιaмo. Ad Akira piacevano poche cose precise nella vita, le ciambelle col buco, i libri con un finale inaspettato, i giorni di pioggia e il pro...