Akira si addormentò su quel divanetto, con una gamba addormentata per il peso di George e la testa appoggiata contro Fred. La mano di Fred era impigliata tra i suoi capelli spettinati e pieni di nodi, ma tanto tanto belli.
Erano trascorse forse un paio di ore. Akira si svegliò a causa di un dolore lancinante al collo, per poi accorgersi che il sostegno a cui si era appoggiata non c'era più. Fred se ne era andato. Si strofinò un occhio, per poi spostare gentilmente la testa di George e alzarsi dal divano. Almeno lui stava riuscendo a dormire tranquillo.
Uscì dalla porta sul retro nel tentativo di cercare un po' di aria fresca. L'odore di sangue e di sudore dei gemelli le si era appiccicato addosso. Vagò per qualche minuto tra i campi di grano secco, accarezzando le piante con una mano e beandosi del frinire dei grilli che aveva sempre avuto il potere di calmarla. Trovò Fred steso per terra a pancia in sù, nello stesso punto in cui lo aveva trovato qualche settimana prima, la prima volta che aveva trascorso la notte alla Tana. Teneva le mani dietro la testa a mo' di cuscino, ma era sveglio. I suoi grandi occhi luminosi erano rivolti alle stelle, le stavano scrutando, ci stavano parlando.
«Dobbiamo smetterla di incontrarci in questo modo» incominciò Akira, sedendosi vicino a lui. Fred sorrise, ma non girò la testa, o sembrò sorpreso. Come se sapesse che prima o poi sarebbe arrivata.
«Eppure sei tu che continui a tornare da me» considerò lui dopo qualche minuto, spostandosi quel poco che gli consentiva di appoggiare la testa sul suo grembo. Lo voleva fare da quando aveva visto George in quella posizione. Non lo avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma si era sentito quasi geloso di tutte le attenzioni che Akira riservava per il suo fratello. Eppure lo sapeva benissimo che era solo per via della ferita. Nonostante ciò aveva sentito il bisogno di fare qualcosa che specificasse come quella ragazza fosse di sua proprietà, anche se non stavano insieme. Anche se magari insieme non ci sarebbero mai stati.
«Dovrei smettere» replicò lei, accarezzandogli piano quei capelli morbidi che le facevano il solletico sulle gambe.
«Sai, stavo parlando alle stelle di te».
Akira, per l'ennesima volta quel giorno, si sentì arrossire. Prese una ciocca dei capelli di Fred tra le dita, solo per tirarla leggermente. Per punizione, probabilmente. Perchè Fred Weasley doveva smetterla di dire cose che l'avrebbero fatta arrossire. Il ragazzo, di rimando, fece un verso che era a metà tra un gridolino e un gemito, e si morse un labbro. No, non ancora. Era troppo presto per quei pensieri. Certo che lei a volte lo istigava proprio.
«E cosa stavi dicendo alle stelle, di tanto interessante?»
«Mh, non credo che te lo dirò mai...auch!». Akira gli aveva tirato di nuovo i capelli. «Se me li tiri un'altra volta non risponderò più delle mie azioni. E, fidati, non vuoi che questo accada». La ragazza tolse subito la mano dai suoi capelli, indignata.
«Sei proprio un maschio.»
«Stai tranquilla principessa, non ti salterò addosso. Almeno fino a che non mi pregherai»
«Non succederà mai, Weasley. Lo prometto». Un'altra promessa che sapevano entrambi che prima o poi avrebbe infranto.
Rimasero in silenzio per parecchi minuti, con la mano di Akira che come se si muovesse da sola tornava sempre ad indugiare tra i capelli di lui.
«Mi odi? Sii sincera» le chiese ad un certo punto, alzando gli occhi verso di lei. Akira stava guardando l'orizzonte nascosto dal grano, la testa persa tra le nuvole. Abbassò lo sguardo, e incontrò i suoi occhi. E come poteva dirgli che lo odiava, quando la guardava con quegli occhi?
«Vorrei tanto Weasley» sussurrò lei, passandogli un dito su uno zigomo pronunciato. La pelle era calda. Forse aveva la febbre, forse era solo arrossito, sicuro nell'oscurità della notte. «Lo vorrei tanto».
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Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ Wᴇᴀꜱʟᴇʏ
Fanfictionnoι тυттι ѕιaмo coмe ι ғυocнι d'arтιғιcιo: cι ιnnalzιaмo, вrιllιaмo, cι dιѕѕolvιaмo e alla ғιne cι dιѕperdιaмo. Ad Akira piacevano poche cose precise nella vita, le ciambelle col buco, i libri con un finale inaspettato, i giorni di pioggia e il pro...