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Il 3 di Marzo era un giorno freddo, e abbastanza piovoso come quasi tutti i giorni di Marzo. Sembrava fosse un giorno come un altro, un mercoledì come un altro. Nessuno sapeva che era il compleanno di Akira a parte la sua famiglia e Maximilian, che a lavoro le aveva portato un muffin con una candelina sopra.

«Diciotto anni non si compiono mica tutti i giorni» le aveva detto, scompigliandole i capelli. Akira aveva sorriso, ringraziandolo.

In effetti, nel suo strano modo, Max aveva ragione. Diciotto anni non si compiono tutti i giorni, e lei stava crescendo senza volerlo. Si ricordava benissimo il trauma che aveva provato quando dalla cifra unica era passata in doppia cifra. Le sembrava come se tutto il peso dell'età le fosse caduto sulle spalle. Non osava immaginare come si sarebbe sentita a passare dai diciannove ai venti, ma per fortuna mancava ancora qualche anno.

Il fatto era che Akira aveva qualche problema con l'età.

Aveva aspettato la fine dell'infanzia per finalmente crescere, o meglio per vedere i suoi compagni di scuola crescere. Perché Akira non si era mai trovata a proprio agio con la sua età anagrafica; lei sembrava sempre avere qualche anno in più o qualche anno in meno, a seconda di quello che prendi in considerazione: la testa o il fisico. Aveva iniziato a leggere circa a quattro anni e mezzo, con l'aiuto della pazienza della nonna, e a far di conto solo qualche mese più tardi. Nei primi anni di scuola era una bambina prodigio, ma le cose si stabilizzarono quando lei smise di studiare, perché riusciva benissimo a vivere di rendita. Intanto, frequentava già l'Ikigai Shop e si divertiva a mischiare i composti chimici sotto la supervisione del padre. Insomma, diciamo che aveva iniziato a lavorare nello stesso periodo in cui gli altri bambini imparavano ad andare in bicicletta senza rotelle.

Crescendo invece, mentre tutti gli altri iniziavano a bere, andare a ballare e divertirsi, lei aveva desiderato tornare bambina, nella sicurezza della sua camera, e immersa nei libri, dove gli unici maschi con cui aveva a che fare erano Robinson Crusoe o Jim Hawkins.

Erano le cinque e mezza, e Akira tirò un sospiro di sollievo. In poco tempo avrebbe chiuso il negozio, si sarebbe rintanata in casa sua e quella giornata sarebbe passata come se non fosse mai esistita.

«Vado a casa» la avvisò il padre, appoggiandole brevemente una mano sulla spalla. «Finisci qui tu, torna a casa presto».

«Sì, ciao» rispose lei distrattamente, dando il resto all'ultimo cliente.

.....

Maximilian e Akira avevano appena finito di sistemare un intero scaffale nel retro negozio ed erano ritornati dietro il bancone, quando sentirono la campanella del negozio suonare, segno che qualcuno aveva appena aperto la porta.

«Mi dispiace, siamo chiusi, potete tornare doma...» iniziò Akira, tenendo lo sguardo basso su un foglio che stava visionando.

«Non siamo venuti a comprare» affermò una voce che la ragazza conosceva fin troppo bene.

«Siamo venuti a festeggiare!» esclamò il suo gemello.

Akira alzò il viso di scatto, e si trovò il negozio invaso da persone. A Fred e George, imbacuccati in due giubbotti invernali e con in mano delle bottiglie non ben identificate, seguivano Alicia e Angelina, alle quali sembrava che il freddo non toccasse, visto come erano vestite, Lee e Katie, che chiudeva la fila con il suo modesto sorriso e il suo corpo minuto.

«Katie!» esclamò Akira, sentendosi tradita da quella che pensava una sua amica. Infatti anche a lei aveva detto quando fosse il suo compleanno, sotto giuramento che non l'avesse rivelato a nessuno e non le avesse comprato un regalo.

«Che c'è?» esclamò lei, ridacchiando. «Mica ho organizzato una festa! Ci siamo solo autoinvitati per farti gli auguri»

«Molto gentile da parte vostra» borbottò l'altra, andando sul retro per togliersi il grembiule da lavoro.

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora