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Le danze erano iniziate. Bill e Fleur volteggiavano in mezzo alla pista. Poco dopo, i signori Weasley e i signori Delacour si unirono. Akira andò a sedersi vicino a Katie che, finalmente, teneva per mano Oliver. Entrambi sembravano un po' disordinati, e sembrava avessero il fiatone. La camicia di Oliver era abbottonata storta, mentre la pettinatura di Katie pendeva verso la sinistra, e una forcina decorata con brillantini penzolava da una ciocca di capelli. Be', per lo meno loro si erano divertiti.

«Vi siete persi la cerimonia» li rimbeccò Akira, ridendo.

«Oh, e chissene frega!» esclamò Katie, stringendosi ad Oliver, «ti assicuro che stavamo facendo di meglio»

«Sì, va bene, non mi interessa» borbottò lei mettendosi le mani sulle orecchie. I due piccioncini scoppiarono a ridere.

Akira posò lo sguardo sui ballerini. Ormai quasi tutti si erano uniti alle danze e si stavano scatenando sulla pista. George volteggiava con una delle cugine di Fleur, mentre Angelina trasportava Fred in un ballo particolarmente spericolato. Il ragazzo aveva un colorito piuttosto verdastro, come se fosse nauseato. Non sembrava si stesse divertendo particolarmente. Akira, dal suo canto, tratteneva a stento le risate.

Seiji, o meglio dire Harry, era seduto vicino ad un vecchio anziano, e chiacchierava sottovoce. Ron parlava con suo fratello Charlie e qualche loro parente. Hermione conversava con un bel ragazzo dai capelli scuri, il naso aquilino e una barbetta che spuntava dal mento.

«Chi è quello lì?» chiese Akira indicando il ragazzo bruno.

«Ma come fai a non conoscerlo!» esclamò Oliver, sorridendo con gli occhi spiritati. «E' solo il giocatore di Quidditch più forte di questo secolo»

«Oliver è follemente innamorato di Viktor Krum». Fred era arrivato, finalmente. Era riuscito a scollarsi Angelina di dosso giusto il tempo per individuare Akira tra i vari tavolini. Poi si era diretto da lei senza pensarci un'altra volta. L'aveva guardata per un po', approfittando del fatto che fosse girata di schiena. L'aveva guardata nel modo in cui tutte le ragazze vorrebbero essere guardate, e Akira non se ne era nemmeno accorta.

Sentì Katie borbottare qualcosa sul conto di Oliver e su chi fosse innamorato, ma Akira non la stava ascoltando. Stava guardando la mano che Fred Weasley aveva teso verso di lei.

«Vieni a ballare, Arianna

Non si sarebbe mai stancato di chiamarla in quel modo. Perché lei era la sua principessa, e l'avrebbe portata in salvo da qualsiasi pericoloso mostro la stesse minacciando.

Sembrava quasi un dejavù. La mano che la invitava a ballare era la stessa di molti mesi prima, dalle dita lunghe e unghie per la maggior parte spezzate. Il braccio era un fascio di muscoli e vene in risalto. La camicia arrotolata fino al gomito dal caldo soffocante. I suoi occhi avevano le stesse pagliuzze marroni nel verde che l'avevano incantata in un giorno d'inverno. Che non era più riuscita a dimenticare.

Tante cose erano cambiate dal giorno di Capodanno. Lei non aveva più la sua famiglia, il suo lavoro all'Ikigai Shop, la sua vita monotona. Era stata catapultata con un colpo di cannone in un mondo di scope volanti e bacchette magiche.

«Non so ballare»

Ma altre cose non sarebbero mai cambiate. Come la sua repulsione per la danza.

Fred sorrise con un angolo della bocca, ricordandosi anche lui una sera di molti mesi prima. Se era riuscito a convincerla a ballare, anche solo per pochi secondi, quando ancora non si conoscevano così bene, non ci sarebbero stati grossi problemi nel riuscire a trascinarla in pista quel giorno di agosto. Anche perché, ormai si era capito, tra i due c'era qualcosa di speciale.

«Neanche io, e allora? Non ti sto portando al patibolo».

Akria si morse il labbro, guardandolo negli occhi. Quindi anche lui ricordava. La musica alta, il profumo di fiori che indossavano le signore e che penetrava il cervello. Il caldo soffocante all'interno della sala e il freddo glaciale fuori. Dei fuochi d'artificio che lei non ha mai visto partire, perché se ne era andata prima.

«Weasley, sarai la mia morte».

Fred la tirò al centro della pista con una certa foga, prendendola poi subito dai fianchi. Se la strinse a sé fino a che ogni loro parte del corpo non fu a contatto, nel tentativo di farle capire che non gli sarebbe scappata. Non quella volta.

«Fred...che fai...» sussurrò lei, incrociandogli le braccia al collo e affondando una mano nei suoi capelli. Gli occhi del ragazzo brillavano di quella luce che era tutta sua. Akira si guardò intorno, preoccupata di cosa la gente avesse potuto pensare. Ma solo poche persone li stavano guardando, e comunque senza prestarci troppa attenzione.

Un dito di Fred si appoggiò sotto il suo mento, forzando il suo sguardo verso di lui. Si guardarono negli occhi, e fu solo in quel momento che lui prese a sorridere. Quel suo odioso sorriso...

«Balla con me e fai finta che il mondo non esista».

Akira aveva sempre pensato troppo. Aveva una mente che lavorava, che creava idee, sogni, desideri. E si era sempre lasciata influenzare da tutto ciò che la sua mente ideava.

E una mente che pensa troppo ha bisogno di emozioni forti per zittire i pensieri.

Fred la guidava in lungo e in largo per tutta la sala, senza perdere il ritmo, senza sbagliare un passo, senza mai pestarle i piedi una volta. Una goccia di sudore gli stava attraversando la tempia, ma lui avrebbe faticato cento volte tanto, pur di rendere quel ballo indimenticabile. Si doveva assolutamente ricordare di ringraziare la professoressa McGranitt e le sue lezioni di ballo in occasione del Ballo del Ceppo. Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbero rivelate utili?

Akira, dal canto suo, non dovette fare altro che seguirlo, e meravigliarsi della sua bravura. A Capodanno, presa dalle sue mille paura, non si era affatto accorta della sua abilità nel ballo da sala.

«Quando hai imparato a ballare così?» gli chiese dopo una delle tante giravolte che Fred l'aveva indotta a fare.

«So fare molte cose molto bene Akira, prima o poi te ne accorgerai» rispose enigmatico lui, facendole fare un casquè. Peccato che il vestito non fosse scollato.

«Ne dubito fortemente, Weasley» la rimbeccò lei, prima di fare un gridolino a causa della forza di gravità che la spingeva a terra. Si aggrappò con rinnovata forza al collo di Fred, mentre lui la sosteneva tenendo entrambe le mani sulla sua schiena nuda.

La musica cessò. Fred la portò su lentamente, beandosi di quella splendida visione. Sul labbro inferiore della ragazza splendeva una cicatrice che neanche il lucidalabbra era riuscito a coprire. E che Fred non vedeva l'ora di poter baciare.

Si ritrovarono appiccicati, coi nasi che si sfioravano. Akira, avvampando, si accorse di riuscire a contare ogni sua lentiggine sul naso e sugli zigomi. E quegli occhi...occhi in cui ti ci potresti perdere. E lei lo aveva fatto. Ormai da troppo tempo.

Quando Fred appoggiò la fronte sulla sua iniziò a sentire caldo. Troppo. Troppo caldo, nonostante la giornata fosse calda di suo. Oh, ma quello era un caldo diverso. Erano fiamme, che incendiavano lo stomaco. Era fuoco, che scorreva nelle vene. Era lava, che si spargeva....

Fiamme? Fuoco?

Akira si staccò di scatto, un soffio prima di un bacio.

«Non posso fidarmi di te».

Il cuore di Fred si ruppe in quell'istante. 

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora