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La luce che entrava dalla finestra era poca, perché le persiane erano quasi completamente accostate. Nonostante ciò, nella penombra si riusciva a intravedere quasi tutto. Il letto con le coperte ancora disfatte, una scrivania sommersa da pergamene e oggetti strani. Un comodino riempito di cornici e di foto.

Akira si sedette sul letto, in qualche modo riusciva a riconoscere il profumo di Fred nel mezzo di quelle coperte, e lasciò che lo sguardo vagasse tra le foto incorniciate. Erano quasi tutte foto di famiglia, e Akira notò con piacere che anche tutti gli altri membri della famiglia Weasley avevano quegli indistinguibili capelli rossi. In una foto che sembrava particolarmente recente nove persone salutavano ondeggiando le mani. Non si era ancora del tutto abituata a quelle strane foto che potevano muoversi.

Una volta i gemelli le avevano detto di avere altre cinque fratelli, tre maggiori e due minori. Dalla foto non fu troppo difficile distinguere chi era chi. Nonostante tutti avessero i capelli rossi, dalla forma del viso e dall'espressione più o meno fiera si poteva ipotizzare quanti anni avessero. Un ragazzo coi capelli lunghi e una grande zanna come orecchino le sembrava il maggiore, forse Bill, il fratello che si sarebbe sposato a breve. Mentre la ragazzina con gli stessi capelli rossi lunghi fino alle scapole e lo sguardo imbarazzato era sicuramente Ginny, la sorella minore. I signori Weasley erano una coppia allegra e orgogliosa della loro famiglia. Lei sembrava quasi sparire tra i suoi figli, tutti più alti. Perfino Ginny la stava raggiungendo in altezza.

«Nessuno ti ha detto che non è cortese frugare tra le cose altrui?».

Fred era appoggiato con una spalla allo stipite della porta, in una posizione rilassata. La bacchetta era tenuta mollemente nella mano sinistra, che ciondolava in un ritmo lento. Tutto nel suo corpo mandava il messaggio di tranquillità, la convinzione di essere esattamente nel posto giusto nel momento giusto. La sua stazza bloccava l'unica altra vera fonte di luce, lasciando la stanza ancora più al buio di prima.

Akira, impegnata nel guardare la foto della sua famiglia fino ad un secondo prima, si lasciò sfuggire la cornice dalle mani, che si infranse a contatto con il pavimento. Le venne in un lampo l'immagine di un'altra foto di famiglia infranta, una famiglia che non sarebbe mai stata la stessa per opera della magia. Magia che possedeva anche il ragazzo che le stava davanti.

«Oddio...oddio scusami, io non...» iniziò Akira, tentando di raccogliere i pezzi di vetro dal pavimento. Con uno riuscì pure a tagliarsi il dito, finendo solo per sporcare la foto e il copriletto di Fred.

Il ragazzo la guardò per qualche secondo affecendarsi a rimediare a ciò che aveva combinato, perdendosi nei suoi movimenti impacciata. Aveva la felpa squarciata, il sangue che la sporcava, i capelli scompigliati. La pelle era pallida da quando aveva affrontato la materializzazione, e gli occhi erano lucidi di chi aveva la febbre o l'avrebbe avuta a breve. Eppure conservava ancora la sua dignità aggrappandovisi come un giocatore di Quidditch si aggrapperebbe al suo manico di scopa. Con tutte le sue forze.

Si sedette vicino a lei, e il letto vecchio si abbassò ancora di più sotto il suo peso. Sorrise lievemente, poi le tese la bacchetta dalla parte dell'impugnatura.

«Prendi».

Mai. Mai un mago aveva volontariamente offerto la propria bacchetta ad un babbano. Primo: i babbani non dovrebbero sapere della magia. Secondo: una bacchetta nelle mani di un babbano era tanto utile quanto lavare un abito da sposa con della cenere. E poi era una cosa che semplicemente non si faceva.

La bacchetta era personale, era un pezzo della propria anima. Era una, ed una sola. Era il catalizzatore della propria magia. Ma se la sua bacchetta rendeva Fred un mago, Akira lo rendeva qualcosa di molto meglio. Lo rendeva un uomo.

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora