Percorsero Diagon Alley al contrario, passando davanti al Ghirigoro e al negozio di bacchette magiche di Olivander per tornare al Paiolo Magico, e da lì alla Londra che Akira conosceva come le sue tasche. In quel luogo strano, pieno di maghi, di scope volanti, di animali bizzarri e scoppi improvvisi si sentiva oppressa e fuori posto.
Durante il tragitto Seiji si impuntò di voler camminare proprio in mezzo tra Fred e George, e cercava di guardare da una parte e dall'altra per trovare più differenze possibili tra i due. Un po' come si fa con i giochi di enigmistica delle figure uguali. Forse era una delle prime volte che vedeva dei gemelli. Anche Akira aveva provato più volte a trovare differenze tra i due ragazzi, perché le sfide le erano sempre piaciute. Eppure non ne trovava di abbastanza evidenti che non fossero stati i vestiti indossati. Niente che le facesse dire: "Okay, questo è Fred e questo è George". O che l'aiutasse ad evitare delle figuracce.
Allo stesso modo, emanavano delle vibrazioni diverse. Il corpo di Akira rispondeva in modo diverso a seconda che parlasse l'uno o l'altro, che si avvicinasse Fred o George. Il secondo le sembrava in qualche modo ostile. Un muro col quale si scontrava sempre e che non riusciva ad attraversare. Le dava la sensazione di essere una persona con cui difficilmente avrebbe legato. Fred invece era diverso. Forse perché era Fred che l'aveva portata fuori a San Valentino, Fred che si era avvicinato a lei il giorno del suo compleanno quando l'aveva vista sola. Fred che l'aveva invitata a ballare a Capodanno. Akira aveva toccato la sua mano, aveva sentito quanto fosse morbida ma allo stesso tempo callosa per l'utilizzo della bacchetta e bruciacchiata in alcuni punti. Aveva visto quanto era più grande della sua. L'aveva guardato negli occhi, e si era persa in quei mille colori che la scrutavano e le facevano venire i brividi.
Si accorse che Fred aveva il potere di farla cambiare, di farle incurvare la schiena, socchiudere gli occhi. Di farla sentire un po' più femmina. Ed era un qualcosa che non aveva niente a che fare con la magia.
Ritornarono al Paiolo Magico in quelli che sembrarono pochi secondi o pochi anni. Il locale era uguale a come lo aveva lasciato nel catapultarsi a Diagon Alley; polveroso, sporco e ostile. Forse con un po' di gente in meno. Il locandiere, lo stesso uomo calvo che stava cercando di catturare Akira al suo ingresso, era ancora dietro il banco, e sembrava stesse pulendo con lo stesso straccio sporco lo stesso bicchiere. La ragazza si spostò involontariamente verso i gemelli, cercando protezione da una persona così poco amichevole.
«Weasley» li chiamò ad un certo punto il barista, appoggiando il bicchiere sul bancone sudicio per indicare con un lungo storto dito la ragazza in mezzo a loro. «Lo sapete con chi state andando in giro?».
«Non rompere, Tom» scattò Fred, appoggiando una mano tra le scapole di Akira. Quella lieve pressione fece partire una serie di brividi sulla sua colonna vertebrale. «E' con noi. E visto che lo sarà spesso sarà bene che inizi ad abituarti alla sua presenza».
«Babbani a Diagon Alley» borbottò Tom, prendendo il bicchiere e ritornando a pulire. «Ma dove siamo finiti...»
«Andiamo» ordinò George, prendendo la mano di Seiji e guidandolo fino all'uscita del locale.
Il sole e l'aria fresca rischiararono le idee ad Akira, che fece un respiro profondo per farsi scivolare di dosso la paura che le aveva attanagliato lo stomaco. Difficile essere impauriti in una giornata talmente bella.
«Ora possiamo cavarcela da soli» dichiarò Akira, appoggiando una mano sulla spalla di Seiji per avvicinarlo a sé. Egli sembrò particolarmente riluttante a lasciare la mano di George. «Voi potete tornare alle vostre Puffole Pigmee e Merendine Marinare, se ben ho capito come si chiamano».
«Abbiamo promesso di portarvi fino a casa» obiettò quello che doveva essere George, alzando un sopracciglio verso di lei.
«Conosco Londra molto meglio di voi. La Londra vera,» aggiunse Akira, indicando e gesticolando verso il locale che aveva di nuovo quasi perso di vista, «non quella sottospecie di supermercato a cielo aperto che chiamate Diagon Alley».
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Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ Wᴇᴀꜱʟᴇʏ
Fanfictionnoι тυттι ѕιaмo coмe ι ғυocнι d'arтιғιcιo: cι ιnnalzιaмo, вrιllιaмo, cι dιѕѕolvιaмo e alla ғιne cι dιѕperdιaмo. Ad Akira piacevano poche cose precise nella vita, le ciambelle col buco, i libri con un finale inaspettato, i giorni di pioggia e il pro...