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Il sole stava tramontando, e dalle vetrine del negozio entravano raggi di luce di un caldo color arancione che venivano catturati immediatamente dai capelli dei due gemelli. Solo dopo averli guardati per qualche secondo Akira si era accorta che indossavano dei pantaloni morbidi e una camicia di seta molto costosa, anche se un po' stropicciata. Come se fossero appena usciti da lavoro.

«Che cosa volete sapere?» chiese Akira affranta, rassegnandosi al fatto che quella serata non sarebbe mai finita. Maximilian intanto si era deciso a chiudere la porta d'entrata e girare il cartello da APERTO a CHIUSO, per evitare l'ingresso ad altri clienti irrispettosi.

«Che innesco usate?»

«Quali materiali?»

«Vi sono mai esplosi in faccia?»

«Avete mai creato un dragone?»

I due ragazzi si prolungarono in queste e altre mille domande sull'uso e la costruzione dei fuochi d'artificio, finendo per sembrare solo più strani di quanto già non fossero. Akira si decise del fatto che sarebbe stato meglio concludere più in fretta possibile la serata.

«Non ho mai sentito niente di ciò che dite,» concluse lei, «ma non mi sembra che voi siate proprio degli esperti. Forse la vostra fantasia ha superato la realtà».

Uno dei due, quello a sinistra, spalancò gli occhi offeso. Poi indicò lui stesso e il gemello, come se fossero una cosa sola.

«Signorinella, noi siamo dei fuochi d'artificio viventi»

«Lo vedo» rispose Akira, lanciando un'occhiata perplessa ai capelli spettinati.

«Creiamo fuochi d'artificio da quando avevamo cinque anni!» esclamò l'altro passandosi una mano nei capelli come per sistemarseli. Forse non voleva sentirsi in disordine davanti ad una ragazza così carina.

«E probabilmente senza molto successo» aggiunse Max, alzando le spalle e affiancando Akira.

«La Umbridge sembrava molto colpita, no Fred?» chiese il ragazzo sulla sinistra, lanciando un'occhiata al fratello. L'altro, Fred evidentemente, annuì con fare serio, sfiorandosi il mento con una mano.

«Sai George,» disse poi, «dopo tutto non penso che questi siano del mestiere»

«Come scusa!?» esclamò Akira, «fuori dal mio negozio!».

I due gemelli si misero a ridacchiare tra di loro scambiandosi uno sguardo complice, poi quello che doveva essere Fred infilò una mano nella borsa che teneva a tracolla e ravanò per qualche secondo. Tirò fuori un oggetto dalla forma cilindrica e lo lanciò ad Akira con un gesto fluido. Lei lo prese al volo sul palmo delle due mani aperte. Effettivamente era cilindrico, ma su un lato finiva con una punta, e dall'altra parte c'era un filo di corda intrecciato che Akira riconobbe subito come una miccia. Quello che effettivamente era un fuoco d'artificio era ricoperto da una carta colorata di rosso ed oro, con grandi fiamme che lo percorrevano interamente. In orizzontale c'erano le iniziali W e W in un colore strano. Continuava a cambiare.

«W e W, siete voi?» chiese poi Akira, alzando il viso per guardarli. Un sorriso malizioso non era mai svanito dalla loro faccia lentigginosa.

«Fred e George Weasley, per servirti!» esclamò Fred, facendo un mezzo inchino e appoggiando una mano sulla nuca del fratello per intimarlo a fare lo stesso. George si piegò di malavoglia. Max borbottò qualcosa molto simile a: «idioti».

«Cosa dovrei farne di questo?» domandò la ragazza, agitando leggermente il fuoco d'artificio. I due gemelli sbiancarono.

«Ehy, ragazzina, vacci piano! Non sono giocattoli questi!». Il fratello più vicino a lei si allungò in avanti e prese il cilindro dalle mani pericolose di lei. Akira fece un passo indietro, uscendo fuori dalla sua portata. I loro occhi si incontrarono per qualche istante, poi entrambi distolsero lo sguardo.

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora