«Mi piaci più di quanto avessi previsto» sussurrò non appena si staccarono, labbra su labbra.
Akira arrossì di colpo, una vampata di calore che dal cuore si espanse fino alla testa, fino alle guance, fino alle labbra. Distolse lo sguardo, incapace di guardarlo negli occhi. Non in quel momento, non in quegli occhi così profondi, nei quale sarebbe stata capace di perdersi. Per un secondo, un secondo soltanto, si era dimenticata di tutto, si era dimenticata del mondo. Di quello che era successo a casa, della preoccupazione che la assillava, si era dimenticata perfino, e quella fu una piacevole sorpresa, del sorriso di Fred Weasley che da giorni le rimbalzava davanti agli occhi.
Per un secondo era solo lei, era solo Akira, e Max era il ragazzo che le aveva appena rubato il suo primo bacio.
Si lasciò convincere nel dormire un pochino, mentre Max sarebbe andato ad assicurarsi che a casa sua fosse tutto a posto. Non credeva potesse addormentarsi, ma non appena appoggiò la testa sul cuscino fu avvolta dal profumo dolce del ragazzo, e si abbandonò alla notte.
......
Durante la notte Akira doveva essersi accorta che qualcuno si era sdraiato di fianco a lei, ma non ne fu consapevole fino a quando quella stessa persona non si alzò il giorno dopo, colpendole con abbastanza forza una gamba col suo ginocchio spigoloso.
«Ahia» borbottò nel sonno, rannicchiandosi per evitare di essere colpita di nuovo. Sentì il fantasma di una risata sul suo collo, e un bacio lieve appoggiato tra i capelli.
«Vado in negozio, tu rimani pure qua se vuoi» sussurrò Max, infilandosi dei pantaloni nel buio perchè non voleva accendere la luce e turbare ulteriormente il suo sonno. La guardò un attimo, le labbra piegate in un sorriso dolce. I capelli di Akira erano sparsi su tutto il cuscino, in un perfetto contrasto bianco-nero. Nella sua testa Max aveva ancora il profumo di quei capelli, un po' pungente per il sudore, ma anche dolce. Il corpo di Akira si intravedeva sotto le coperte, ancora coperto dai vestiti del giorno prima. Sembrava si fosse addormentata di nuovo.
Akira si alzò pochi minuti dopo che il ragazzo fu uscito di casa, solo dopo che ebbe sentito la porta d'ingresso sbattere e i suoi passi veloci scricchiolare sul marciapiede. Si passò le mani tra i capelli, districandosi il meglio possibile i nodi che le sue dita esperte trovavano. Si fece una treccia veloce, e aprì la porta della camera.
L'appartamento della famiglia di Max non era tanto diverso da casa sua. Composto da due piani, al piano superiore c'erano tre stanze e un bagno, mentre a quello inferiore la cucina e il salotto. Davanti alla porta della camera di Max, sulla quale era appeso un cartello di attenzione radioattività, forse come avvertimento all'odore che si sarebbe sentito non appena entrati, si trovava un mobiletto antico, che raccoglieva piccoli soprammobili e foto di famiglia. Akira ne prese una particolarmente bella, e la avvicinò al viso per poterla osservare meglio nella poca luce del corridoio. Il padre di Max era un bell'uomo, alto e possente, dai capelli color miele tagliati molto corti. Stringeva sua moglie con un braccio, e Max con l'altro. Sembrava gentile, sembrava solare, e col sorriso sulle labbra. Non sembrava capace di fare quello che poi invece aveva fatto solo pochi anni dopo aver scattato quella foto. Nessuno, guardando quella foto, avrebbe mai sospettato la storia che si nascondeva dietro quella famiglia. Una storia di abusi, di maltrattamento, di pianti. Di silenzio.
Akira si ricordava benissimo come Max aveva tirato un sospiro di sollievo, raccontandole che sua madre aveva avuto il coraggio di denunciarlo, ed era stato incarcerato.
Nella foto Max aveva un'espressione seria, non molto da lui. Sembrava scocciato, infastidito, dal tocco del padre. Teneva stretti dalle spalle suo fratello e sua sorella, Damian e Jessica. Akira conosceva benissimo Jessica perché fin da piccolissima si era attaccata in maniera morbosa a lei. Evidentemente vedeva in Akira l'unica altra figura femminile a cui potersi rivolgere, in una famiglia in cui la differenza con Max era troppo elevata, la madre era sempre fuori per lavoro e Damian, suo fratello gemello, frequentava un college prestigioso da quando aveva 11 anni, e lo vedeva soltanto d'estate.
STAI LEGGENDO
Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ Wᴇᴀꜱʟᴇʏ
Fanfictionnoι тυттι ѕιaмo coмe ι ғυocнι d'arтιғιcιo: cι ιnnalzιaмo, вrιllιaмo, cι dιѕѕolvιaмo e alla ғιne cι dιѕperdιaмo. Ad Akira piacevano poche cose precise nella vita, le ciambelle col buco, i libri con un finale inaspettato, i giorni di pioggia e il pro...