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«Perché non avrei dovuto?» chiese Akira sempre più agitata, pensando al dragone che volava sul soffitto della camera di Seiji la sera prima. «E' più preoccupante che mia mamma non ci sia riuscita piuttosto che io». I gemelli si lanciarono un'occhiata significativa, poi scrollarono le spalle, in contemporanea ovviamente, e ritornarono a sorridere. Evidentemente c'era un qualche tipo di comunicazione non verbale che si stava svolgendo tra i due, qualcosa di cui avrebbero parlato una volta soli.

«Beh, non importa» concluse Fred, o almeno Akira sperava fosse lui, aprendosi in un sorriso. I suoi occhi erano tornati a brillare. «Abbiamo acceso il tuo fuoco d'artificio. Carino, ma mediocre».

«Mediocre?» le fece il verso lei, facendo una smorfia, «ve ne ho dato uno poco potente perché non sapevo quanto foste in grado di gestirlo». Mentire non era una delle azioni preferite di Akira, che si fermavano a leggere, mangiare e dormire, ma avevano chiamato "mediocri" i suoi fuochi d'artificio, e nessuno poteva permettersi di farlo.

«Immagino» continuò George, poco convinto.

«Ma, giusto per sapere...» chiese Maximilian tornando dal suo giro di sistemazione scaffali, «voi da dove arrivate? Dov'è il vostro negozio?»

«Oh, non lontano da qua» rispose George, guardandolo male.

«Ma non è importante» concluse Fred, «e stavamo parlando con il tuo capo per...»

«e il suo capo» lo interruppe Akira, «vorrebbe tornare a casa a godersi le vacanze natalizie e riposarsi, quindi se non vi dispiace...»

«Ce ne andiamo» concluse George saltando giù dal bancone con un colpo di reni, «Fred forza, non siamo più desiderati». Fred scese dal balcone a sua volta, senza accorgersi che da una tasca della borsa di cuoio che teneva a tracolla era caduto un piccolo cilindretto d'ottone, che rotolando andò a nascondersi proprio sotto il bancone.

Maximilian e Akira chiusero velocemente il negozio ed uscirono nel freddo buio di una sera d'inverno. Diedero un'occhiata malinconica all'interno prima di chiudere la porta d'ingresso, rendendosi conto che non ci sarebbero andati per alcuni giorni. Per quanto fossero felici di quella piccola vacanza, a loro il lavoro non pesava, anzi insieme il più delle volte si divertivano.

«Allora, ci vediamo!» esclamò Fred, risvegliando Akira dai suoi pensieri. «Magari dopo Natale saremo tutti un po' più buoni e ragionevoli»

«Non credo che Akira possa essere più buona di così» ridacchiò George. Perfetto, ci volevano proprio altre persone pronte a bullizzarla.

«Ehy» brontolò Max, avanzando di un passo verso di loro. Akira lo prese per un braccio e lo tenne fermo. Di certo non voleva che si facessero a botte, due contro uno il risultato era scontato.

«Non so se posso essere più buona» mormorò lei, serena come al solito, senza far trasparire tutta la sua indignazione, «ma di certo posso essere molto più cattiva». Rinforzò la presa sul polso di Max e girò sui tacchi, concludendo così la discussione.

«Non vedo l'ora di scoprirlo» sussurrò Fred, osservando il profilo della ragazza che si allontanava. «George, qua ci sarà da divertirsi».

E Fred Weasley ancora non sapeva che la causa di tutti i problemi di Akira sarebbe stato proprio lui.

..........

«Spero di non vederli mai più» sbuffò Maximilian, mentre erano seduti uno accanto all'altro sulla metropolitana semivuota. Teneva un braccio intorno alle spalle di Akira, ma solo per proteggerla dal freddo. Solo in quel momento si rese conto che era davvero piccola tra le sue braccia.

«Sì...anche io» mormorò lei, alzandosi per scendere dalla metro. Solo quando fu scesa si accorse che il biondo la stava seguendo. «Tu di solito non scendi alla prossima?»

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora