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La lettera di Angelina Johnson non era altro che la risposta all'invito da parte dei gemelli di passare la giornata alla Tana. Akira manifestò tutto il suo scontento per non essere stata avvisata con un po' più di anticipo, e si calmò solo quando Fred, nel tentativo di farla stare zitta, la atterrò sul letto e le disse che sarebbe venuta anche Katie, oltre che Lee, Angelina e Alicia. Si erano semplicemente proposti per aiutare la famiglia con i preparativi per il matrimonio, e i gemelli non pensavano che fosse stata una cosa che l'avrebbe traumatizzata talmente tanto da giustificare tutto quel vociare. La ragazza, sconfitta - nonchè abbastanza distratta dal rosso che la sovrastava sul letto - obiettò che sarebbe semplicemente stato carino averlo saputo prima, e chiese se per favore la volta prossima avrebbe potuto essere avvisata. Fred concluse che a quel punto l'avrebbe avvisata anche ogni volta che sarebbe andato in bagno, giusto per essere sicuri.

Un'ora dopo precisa, Lee, Angelina, Alicia e Katie si smaterializzarono all'inizio del vialetto d'ingresso, proprio davanti al cartello che citava "La Tana", che, in occasione del matrimonio, Ginny aveva abbellito disegnando qualche fiore colorato. Le tre ragazze indossavano leggeri vestiti estivi, perfetti per la temperatura bollente di quella giornata, e Lee dei pantaloncini e una maglietta a righe appartenuta al fratello maggiore. Katie teneva in mano una grossa scatola anonima e di cartone beige, ma la lasciò senza molte parole tra le braccia di Lee non appena Akira le corse incontro.

Akira non era mai stata proprio una tipa da abbracci. Essere chiusa tra le braccia di qualcuno incrementava la sua già non indifferente claustrofobia. Eppure ci sono alcuni abbracci che sembrano liberarti.

«Quanto mi sei mancata!» strillò Katie contenta, saltellando e stringendole le spalle. Akira si lasciò andare in una risata, che era il suo modo speciale per dire che, sì, anche a lei era mancata molto. In più, avevano un sacco di cose da raccontarsi, in quanto Katie aveva saputo dello scontro con il Mangiamorte, ma non avevano mai avuto occasione di parlarne a quattr'occhi. Per ciò, dopo aver salutato il resto della famiglia Weasley, lei, Katie e quella strana scatola che la ragazza si portava dietro, si rintanarono nella ex camera di Percy, o meglio detta "Camera di quell'idiota che per lo meno ora svolge un compito utile. La camera, non l'idiota".

...

«Beh, Fred è stato carino ad aver curato Max dopo tutto quello che è successo, no?» fu il primo commento che Katie pronunciò dopo che Akira ebbe finito di raccontare tutta la storia.

«Immagino si sia sentito in dovere» ipotizzò Akira alzando le spalle e sdraiandosi sul letto. Katie fece un verso che era a metà tra una risata e un colpo di tosse.

«Fred Weasley, che fa qualcosa perchè si sente in dovere? Ma dove sei vissuta fino ad adesso, sulla luna?»

«No, immagino che non sia una descrizione accurata per il rosso».

Katie annuì ridacchiando, poi lanciò via i sandali per sdraiarsi di fianco a lei. Era la prima volta che Akira si sentiva tanto a suo agio con un'altra ragazza. Che non si sentiva giudicata, o come se si dovesse scusare solo per la sua presenza.

«E' ovvio che l'abbia fatto per te»

«Per me?!». Akira quasi si strozzò con la sua stessa saliva. «E di grazia, che cosa centrerei io?». Katie la guardò con un sopracciglio alzato.

«Ma dai, davvero?»

«Sono seriamente confusa, signorina Bell»

«Be', non sarò io a dirti che il bel faccino di Fred Weasley si illumina ogni volta che entri in una stanza». Gli occhi a mandorla di Akira si sbarrarono di colpo, e sentì la temperatura aumentare. Fred che la guarda...Fred che le sorride, che le prende la mano, che la sveglia dopo un incubo, che la fa volare, che la fa sentire speciale. Fred che sa di casa. No, doveva assolutamente toglierselo dalla mente.

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora