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Il 31 di Dicembre arrivò molto prima di quanto Akira si aspettasse. Si era presa il suo tempo per rispondere alla lettera dei gemelli, ma poi, più che altro per non avere un gufo che vagava per la camera sbattendo su ogni spigolo, aveva scarabocchiato una risposta affermativa su un foglio, uno normale, e aveva legato attentamente la lettera alla zampa di Leo. Il gufo poi era partito subito verso una nuova destinazione, da qualche parte a nord.

Aveva avuto il consenso da parte dei suoi genitori di andare, ma solo perchè sapevano che in qualunque caso ci sarebbe andata lo stesso. Era questo in generale il suo modo di fare le cose. Far finta di chiedere il permesso, giusto per fare la parte della brava figlia. In ogni caso, entro l'una doveva tornare a casa, un po' come Cenerentola.

I gemelli non si erano fatti più risentire, e lei non sapeva come raggiungerli, quindi non sapeva neanche se quello fosse tutto un grande scherzo o sarebbero venuti davvero a prenderla per portarla ad una qualche festa di capodanno.

Era combattuta. Se fosse stato uno scherzo sarebbe stata delusa, ma avrebbe anche voluto dire un noioso ma sicuro e privo di imprevisti capodanno insieme alla propria famiglia. Nel caso in cui fosse andata davvero alla festa si sarebbe probabilmente divertita e, forse, si sarebbe fatta amici nuovi. Ma avrebbe voluto dire anche molte più interazioni umane di quanto sarebbe stata in grado di sopportare.

Sbuffò, lisciandosi per l'ultima volta la falda della gonna. Aveva scovato una gonna nera nel fondo di un cassetto del suo armadio, e quello era il massimo della femminilità a cui era riuscita ad arrivare. Si scrutò attraverso lo specchio, senza riconoscersi. Per una volta i suoi capelli non erano legati, ma le cadevano morbidi su una spalla, lisci come al solito. Aveva provato in tempi ormai remoti a movimentare un po' i suoi spaghetti, ma senza nessun risultato se non qualche dita bruciata e fin troppe imprecazioni. Poi ci aveva rinunciato. Gli occhi circondati da un alone bluastro e la pelle diafana lasciavano intendere che la sera prima non aveva dormito granchè, ansiosa all'idea di passare un capodanno così diverso dal solito.

Scese in salotto, dove tutti avevano già finito di mangiare. Casa Campbell non si riempiva molto in occasione delle feste, visto che di solito li raggiungeva solo zia Abby, la sorella di Reece. Era una donna minuta, sulla cinquantina. Mai sposata e senza figli, aveva viaggiato in lungo e in largo per il mondo, imparando molto e portando a casa un sacco di regali per i suoi nipotini preferiti. Di recente era tornata dalla Spagna, e non la finiva più di parlare di un piccolo paesino chiamato Salamanca, sede di una delle più antiche università che offrivano corsi di lingue. Più che altro continuava a parlare degli spagnoli, e della loro predilezione per le feste e i chupitos.

«Oh, tesoro!» esclamò proprio la zia, vedendo scendere sua nipote dall'ultima rampa di scale. «Ma come siamo belle!». Akira fece una smorfia di sofferenza, ma si costrinse a tenere la bocca cucita. Ne avrebbe avute di cose di cui lamentarsi, a partire dai collant troppo stretti fino ad arrivare alla cucitura del maglioncino che le pizzicava il fianco.

«Sì, molto carina» borbottò la madre, in un inaspettato atto di gentilezza nei confronti della figlia. Il padre le si avvicinò, scrutandola con un sopracciglio molto più arcuato del normale prima di annuire.

«Quindi vai a questa festa, con questi...»

«Weasley» concluse lei, alzando le spalle. «A quanto pare».

«Non bere, non drogarti, non...»

«Papà!»

«...accettare bibite dagli sconosciuti» concluse, alzando le spalle. Akira stava per ribattere che ormai era abbastanza grande da cavarsela da sola, quando si sentì il citofono suonare. Il suo cuore prese a palpitare in preda ad una crisi isterica. Quindi erano venuti davvero. Non era uno scherzo, per una volta non era stata fregata.

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora