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Non aveva mai raccontato a nessuno il suo piano, ne a Fred e tanto meno alla sua famiglia. Perché era talmente ridicolo che quasi se ne vergognava. Lei, una babbana qualsiasi, che si sarebbe introdotta nel Ministero della Magia pieno di Mangiamorte. Per recuperare dei documenti di cui l'esistenza era dubbia in modo da far ritornare la memoria alla sua famiglia che al momento la odiava.

Pazza, la voleva chiamare Fred.

Completamente fuori di testa.

Ma vedere quegli occhi spiritati, concitati, vogliosi di verità, gli faceva mancare un battito. Quelle labbra, che non si erano più zittite da quando aveva incominciato a spiegare. Gesticolava come se avesse dei Gorgosprizzi nei capelli, alzandosi poi in piedi per avvalorare maggiormente la sua tesi, camminando da una parte all'altra della stanza per stemperare l'agitazione.

«Fred devo andare a recuperare quei ricordi...», i suoi occhi si riempirono di lacrime, «devo. O perderò la sanità mentale».

«Ehy» la rassicurò lui, dandole un buffetto sul mento. «Non sei sola. Troveremo un modo».

.....

«Tu sei pazza» sentenziò Lee Jordan il pomeriggio del giorno dopo. Akira fece roteare gli occhi e lasciò che la sua frustrazione uscisse in uno sbuffo sonoro. Era abituata alle uscite infelici del moro, che di solito la lasciavano intoccata. Ma non quella volta. Più che altro perchè, prevedibilmente, Alicia, Angelina e Katie si dimostrarono d'accordo con lui.

«Ho finto per giorni di essere una maga quando lavoravo al negozio dei gemelli» si impuntò lei, battendo un piede per terra. «Quanto potrà mai essere diverso?»

«Ci sono controlli dappertutto!» spiegò una saccente Angelina, «Guardiamaghi ad ogni ingresso. Cosa dirai quando ti chiederanno la bacchetta? Che l'hai dimenticata sul comodino?»

«Per non parlare dei Mangiamorte» le diede man forte Alicia. «Sai, quelle persone che stanno dalla parte di Tu-Sai-Chi, che non avrebbero scrupoli a farti fuori una volta scoperto che sei una babbana»

«In qualche modo devo entrare» asserì Akira, guardando prima l'una e poi l'altra negli occhi. «Voi non capite...non avete idea del peso che ho addosso». Di quanto il dolore della perdita le avesse logorato l'anima. Era trascorso del tempo ormai. Praticamente un anno. Ma da quando Seiji era partito per Hogwarts, quel dolore che in un primo momento si era assopito aveva ricominciato a bruciare più forte di prima. Aveva già rinunciato ad abbastanza cose nella sua vita, non avrebbe rinunciato anche alla sua famiglia. Non avrebbe lasciato che la paura la controllasse un minuto di più. Era passato già troppo tempo. Non sarebbe stata succube del terrore che i Mangiamorte stavano spargendo. Non più.

«Be', dal momento in cui farti cambiare idea non sembra possibile...» considerò Fred, sospirando e passandosi una mano tra i capelli, «dobbiamo capire come poter entrare».

Il mese di febbraio passò tra pianificazioni fallimentari e studi sui controlli che venivano sottoposti a chiunque volesse entrare nel Ministero della Magia. I Guardiamaghi, addetti alla sicurezza provvisti di strumenti in grado di rilevare magia indesiderata, erano ciò che preoccupava di più Akira e i suoi amici. Sarebbe stato impossibile passare attraverso i loro controlli senza un travestimento abbastanza efficace.

In primis, Fred e George avevano pensato di chiedere a Tonks uno dei mantelli invisibili che a volte veniva dato come equipaggiamento agli Auror per le loro missioni. Ma non volevano mettere a repentaglio la carriera di Nymphadora, anche perché già di suo non se la stava passando alla grande. E poi non c'era la garanzia che un mantello avrebbe assolto il compito a dovere. Tentarono un paio di volte di usare un Incantesimo Disilluso su Akira, ma con risultati scadenti. Non appena si muoveva, l'incantesimo faceva cilecca, mostrando una ciocca di capelli, o una mano o un occhio che sembravano galleggiare nel nulla. Si chiesero se con della Polvere Buiopesto avrebbero creato abbastanza confusione da farla passare inosservata, ma poi si convinsero che neanche quella sarebbe stata una buona idea. Del resto stavano tentando di entrare senza farsi notare, e quello non era proprio il modo migliore per farlo.

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora