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Dopo essere andata in bagno a sciacquarsi, l'acqua fredda la aiutò a calmare i bollenti spiriti, Akira raggiunse Molly e Ginny in salotto. Era desolante vedere una casa così grande, così immensamente vuota. Abbandonata sul tavolo della cucina c'era una bottiglia piena per metà di Whisky Incendiario e qualche bicchiere da shottino, forse un aiuto per dare una carica ai ragazzi.

Akira prese un bicchierino tra quelli abbandonati, al momento il suo ultimo pensiero erano i microbi che avrebbe potuto ingerire, e si versò una porzione abbondante di Whisky.

«Non pensavo bevessi». Ginny la guardava dall'altra parte della stanza con un sopracciglio alzato, ma, nonostante tutto, con un sorriso leggero che le aleggiava sul volto. Vedere Akira bere doveva essere così strano da riuscire a farla ridere anche in un momento del genere.

«Neanche io» affermò Akira, prima di buttar giù lo shottino in un colpo solo. La sensazione di bruciore la riportò indietro al giorno del suo compleanno, il giorno in cui tutto era iniziato. In cinque minuti, assicurandosi che la signora Weasley fosse da altre parti, Ginny e Akira finirono quello che rimaneva del Whisky incendiario, per poi nascondere dentro un cassetto la prova del reato. Bevevano per dimenticare, oppure bevevano per trovare la forza di affrontare ciò che sarebbe potuto accadere. Ad ogni modo, bevevano perché con le loro sole forze non sarebbero riuscite ad andare avanti.

Verso le undici di sera iniziarono ad aspettare le Passaporte. Queste erano degli oggetti comuni, spesso spazzatura, incantati per trasportare chi le avesse toccate ad un luogo organizzato in anticipo. Quando davanti alla porta d'ingresso della Tana comparve una lattina arrugginita senza nessuno appresso, capirono che le cose non erano andate come avrebbero dovuto.

«Quella era per Ron e Tonks» mormorò Ginny sulla porta, guardando sconsolata la Passaporta che aveva appena smesso di luccicare. Akira la circondò con un braccio, sussurrandole che probabilmente erano solo in ritardo, ma che sarebbe andato tutto bene. Aspettava con ansia una vecchia scarpa da tennis, che avrebbe dovuto riportare a casa Fred e suo padre.

Quando incominciò lo scintillio che preannunciava l'arrivo di una Passaporta, Akira alzò il viso speranzosa. Ma anche quella volta nessuno le arrivò di seguito. Iniziò a sentire il cuore pesante, come se potesse scoppiare dal dolore. Ma doveva essere forte. Doveva farlo per Ginny, e per Molly, che stavano rischiando di perdere tutta la loro famiglia.

E poi si sentì un boato. Due figure si accartocciarono sul terreno polveroso del cortile. Uno sembrava un gigante, con una grossa barba e dei capelli cespugliosi. Akira capì trattarsi di Hagrid, il guardacaccia di Hogwarts. L'altro, evidentemente, era Harry Potter. Aveva gli occhiali appoggiati storti sul naso, e i capelli spettinati. Ed era basso. Probabilmente basso quanto Akira. Ecco, non le sembrava particolarmente eroico.

«Harry! Sei quello vero?» gridò la signora Weasley correndogli incontro. «Che cos'è successo? Dove sono gli altri?».

«I Mangiamorte ci stavano aspettando» le raccontò Harry. Ad Akira venne un brivido. I Mangiamorte...ancora loro...

Vide la signora Weasley abbracciare Harry come se fosse un figlio. Come aveva abbracciato lei diverse volte, nonostante la conoscesse pressappoco da un mese. Come se facessimo parte della famiglia. In quel momento Akira riusciva a capire un poco cosa Harry aveva dovuto passare tutti questi anni, senza una famiglia. Grato alla famiglia Weasley come lo era lei per tutto l'aiuto ricevuto.

Harry le passò un secondo lo sguardo addosso, e aggrottò le sopracciglia nel capire che non la riconosceva. Ma se ne preoccupò solo per un secondo, perchè poi i suoi occhi si posarono su Ginevra. Lei arrossì diventando dello stesso colore dei suoi capelli, ma non si staccò dal fianco di Akira.

Lᴀ Rᴀɢᴀᴢᴢᴀ ᴄʜᴇ Cʀᴇᴀᴠᴀ Fᴜᴏᴄʜɪ ᴅ'Aʀᴛɪғɪᴄɪᴏ ||Fʀᴇᴅ WᴇᴀꜱʟᴇʏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora