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Non potevo crederci.

Quel posto era spettacolare. L'accampamento di cui ci aveva parlato Teresa era enorme. Si trovava su un lungo spiazzo di terra, una valle ai piedi dell'altro lato della montagna. C'erano varie tende rattoppate piazzate qua e là e davvero tante persone sorridenti che si muovevano da una parte all'altra del piccolo villaggio. In mezzo a tutto quel via vai c'era un torrente. Un fottutissimo torrente. Acqua, acqua pulita. Donne, uomini e bambini sani. Sembrava un piccolo angolo di paradiso, un'oasi in mezzo al deserto.

Mi dimenticai delle parole sospette di Teresa, della sua strana espressione spaventata e mi tuffai in mezzo a quel mare di sorrisi. Senza badare alle persone che mi guardavano storte e i miei amici che mi dicevano di non allontanarmi, corsi verso il ruscello e mi pulii il viso. L'acqua era fresca e gratificante. Niente di tutto quello poteva essere reale.

"Tu devi essere Cleo." Quando sentii una voce famigliare, alzai il capo e il mio sorriso si spense all'istante.

"Aris." Mormorai rimettendomi in piedi. Il ragazzo davanti a me era di corporatura esile, non molto alto, aveva gli occhi azzurri e lineamenti infantili. Non era cambiato troppo dai miei ricordi, sembrava praticamente la stessa persona, non era cresciuto nemmeno un po'.

"Aris!" Una lunga chioma bionda mi superò e e si catapultò fra le braccia del ragazzo. Sonya lo baciò sulla guancia sorridendo come non l'avevo mai vista fare prima e cominciò a fargli domande su domande.
Seguì l'arrivo di Harriet, entusiasta quanto Sonya di vedere il loro vecchio amico.

Mi feci da parte per lasciar loro un minimo di intimità e mi allontanai guardandomi intorno. C'era qualcosa di strano era tutto-
"Troppo facile." Thomas si materializzò al mio fianco guardandomi esattamente con lo stesso sospetto. "Stavo pensando la stessa cosa." Confessai incrociando le braccia al petto.

"L'albero là in fondo è mio!" Urlò Minho indicando la sfortunata betulla a pochi metri da noi. "Non ci provare pive, ho bisogno di svuotare la vescica tanto quanto te!" Frypan partì all'inseguimento dell'amico e, prima che potessero raggiungere quell'ammasso di cespugli, gli saltò sulla schiena facendo cadere entrambi di faccia sull'erba.

Io e Thomas ridemmo prendendoci gioco di loro e subito dopo ci guardammo dritti negli occhi. I nostri amici stavano bene, eravamo appena arrivati, potevamo passare qualche ora senza pensare, per goderci quel piccolo angolo di pace. Appoggiai la fronte suo petto e chiusi gli occhi sorridendo. Le sue mani mi accarezzarono la schiena sotto il lanciagranate e le sue labbra lasciarono dolci baci fra I miei capelli. Non sentivo urla di dolore, spari o lamenti, solo risate, rumore d'acqua corrente e odore di erba fresca. Mi lasciai ammaliare da tutta quella perfezione.

"Ragazzi." Teresa mi mise una mano sulla spalla, ma ero talmente stanca che sarei riuscita ad addormentarmi proprio lì, in piedi come un cavallo. "Se volete riposare, ho fatto preparare delle tende da Aris." Quelle parole furono come una benedizione. Volsi lo sguardo verso una tenda abbastanza grande per quattro persone e ci misi mezzo secondo a trascinare Thomas per un braccio.

"Forse dovremmo lavarci prima." Disse il ragazzo, mentre io mi buttavo di faccia all'interno della nostra suit matrimoniale, dopo aver lasciato i lanciagranate in un angolo. "E come dovremmo fare scusa?"

"Ti spogli, io prendo una bacinella piena d'acqua e poi te la butto in testa." Lo guardai per qualche secondo a bocca aperta, per poi realizzare che quello era davvero l'unico modo per lavarsi. Feci un verso esasperato e mi sdraiai a stella marina prendendo praticamente metà dello spazio disponibile.

Thomas appoggiò gli zaini di fianco alle nostre armi e ridacchiò scuotendo la testa per la mia reazione. "Voglio dormire." Disse sdraiandosi al mio fianco. Probabilmente durante la notte avremmo dovuto usare i sacchi a pelo e le coperte, ma a quell'ora del pomeriggio faceva troppo caldo.

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora