Quando aprii gli occhi tornai a respirare normalmente, come se avessi dovuto riprendere fiato dopo ore passate sott'acqua. Quasi soffocai quando mi accorsi che in bocca avevo veramente dell'acqua. La sputai tossendo e ansimando in cerca d'aria.
Stavo annegando, stavo per annegare.
Passai minuti interi a tossire senza nemmeno rendermi conto di trovarmi nel luogo più strano che io avessi mai visto. Un momento, avevo visto altri luoghi strani? Non mi ricordavo.
Pensai che magari ero finita in qualche ascensore sotterraneo che usano i minatori, ma andava troppo veloce per essere un semplice ascensore. Andava completamente contro le leggi della fisica. Lo stridio del metallo su metallo, mi spaccava i timpani. Solo in quel momento la mia vista iniziò ad abituarsi al buio e iniziai a notare di non essere completamente sola all'interno di quello strano ascensore.
C'erano varie scatole accostate alla parete di destra e... una persona.
La sagoma di una ragazza sdraiata di fianco ad una scatola più grande di lei, mi apparve davanti agli occhi.
Corsi subito nella sua direzione ed iniziai a notare qualche tratto del suo aspetto fisico che dal punto in cui mi trovavo poco prima non riuscivo a vedere. Aveva lunghi capelli neri come la pece che le arrivavano poco sopra il seno e una pelle bianca cadaverica.
Portai due dita in corrispondenza della vena giugulare, ma non sentii niente. Ninete di niente.
Guardai di nuovo quel viso pallido e impassibile, mentre delle lacrime minacciavano di scendere dai miei occhi. Non so per quale motivo le trattenni, non ne ho idea. Non c'era nessuno con me apparte una ragazza morta che mi sembrava familiare in modo frustrante, avrei potuto piangere quanto volevo, ma non lo feci.
Passai le dita tra i suoi capelli pensando a quanto fosse bella e che di sicuro non meritava di morire in quel modo. Sembrava avesse circa sedici anni, come si poteva perdere la vita ad un'età così prematura? Era ingiusto.
Solo in quell' istante feci caso ad un dettaglio che fino ad ora avevo trascurato. Io quanti anni avevo?
Da quella ancora domanda partirono altri quesiti a cui non sapevo come rispondere. Chi sono i miei genitori? Dove abito? E milioni di altre domande a cui era impossibile trovare una risposta. Solo una parola che continuava a passarmi per la mente aveva l'aria di essere un vero ricordo della mia vita passata.
CleoStavo entrando davvero nel panico. Di fianco a me c'era un cadavere vero e proprio, ero in un posto sconosciuto che non sembrava far parte di questo mondo, in più non ricordavo niente apparte un nome. Uno stupido ed insignificante nome. Le domande continuavano da aumentare di numero ed importanza man mano che il tempo passava interminabile. Come era possibile che un ascensore potesse essere in grado salire così tanto? A quanti piani sotto terra mi trovavo? Mille?
Provai ad alzarmi in piedi ma l'unico risultato che ottenni fu una forte botta al ginocchio per la caduta. La sensazione di vuoto era troppa.
Mi veniva da vomitare, e non poco.
Iniziai a guardare dei particolari di me stessa che avrebbero potuto aiutarmi a ricordare il mio aspetto fisico, ma apparte i capelli lunghi castano scuro, non potevo vedere nient'altro.
Per tutto il viaggio tenni la mano alla ragazza, anche se sapevo che non sarebbe servito a niente. Lei era immobile, fredda e non respirava. Come poteva aiutarla tenerle la mano? Non lo so.Passai altri minuti interminabili a trattenere i conati di vomito, finché lo strano ascensore non si fermò di colpo.
La frenata fu talmente brusca che caddi all'indietro allontanandomi dal corpo.
Silenzio.
Un assordante silenzio mi circondò.
Non so per quanto durò ma di sicuro non era stato poco tempo. Forse passai circa mezzora a mangiarmi le unghie dalle mani tremanti. Era strano riscoprire le mie abitudini, avevo appena scoperto che quando ero stressata mi mangiavo le unghie, ma rimanevano ancora tante cose. Apparte le innumerevoli domande sul mio passato, c'erano anche quelle che potrebbero esser considerate di minor importanza.
Qual è il mio cibo preferito? Il mio colore preferito? E altre mila e mila domande.
Quella situazione mi stava uccidendo, letterlamente. Stavo andando nel panico, volevo piangere, ma un'altra cosa che avevo scoperto era che odiavo piangere.
STAI LEGGENDO
𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮
Fanfiction[Thomas] Non serve a nulla piangere. Sembri solo una bambina indifesa e tu non lo sei, giusto?