"Tutto qui? Sei scappata insieme ad un ragazzo? Ci stai raccontando una fuga d'amore o la verità?" Domandò Minho, che nonostante le accurate spiegazioni di Teresa, continuava a non crederle. "Minho, è ora di smetterla. Credo che tu stia esagerando." Lo riprese Frypan.
Mentre tutti cenavano intorno al tavolo al primo piano, noi eravamo chiusi da almeno due ore nella stanza di Jorge. La tempesta era passata, non sentivamo più forti scossoni provenienti dal pavimento a causa dei fulmini caduti e c'era uno strano e tranquillo silenzio fuori.
Mi avvicinai alla tenda appesa al muro e la scostai. C'era una lastra di legno che copriva quella che una volta doveva essere una finestra. La sollevai e la appoggiai alla parete per controllare la situazione nella zone bruciata.
Il cielo era scuro, sembrava quasi completamente nero. Non c'erano luci, non c'erano le stelle e la luna, era orribile. Mi sentivo ancora come se il braccio destro mi si fosse staccato dal corpo. Will, che ne sapeva molto di medicina, aveva detto che si trattava di una lussazione.
Mi sarebbero serviti degli antidolorifici, ma non era possibile in quell'ambiente. Avevo usato un pezzo di stoffa strappata per tenere il braccio piegato e sospeso, visto che la mia spalla non sarebbe stata in grado di muoversi per almeno un mese.
Mi chiedevo come avrei fatto. Mi servivano entrambe le braccia per affrontare quello che c'era là fuori. "Abbiamo un accampamento verso est, non è molto lontano da qui, ci vorranno più o meno tre giorni di cammino, ma credo che sarebbe meglio proseguire anche la notte, o almeno una delle due." Disse Teresa. "Sentite sono stanca quanto voi, ho camminato tanto per trovarvi e poi scopro anche che Cleo è tornata nel mondo dei vivi, è tanto da metabolizzare!"
"Come sapevi la nostra posizione?" Chiese Brenda con sguardo di sfida e le braccia incrociate. "Ho sentito parlare di una comunità in questa direzione, che accoglie sia muni che persone sane. Era in una locanda nella città più vicina."
"Una locanda? Mi vuoi dire che in altre città ci sono cose come locande?!" Newt. Già, non gli avevo nemmeno rivolto uno sguardo da quando ero entrata nella stanza, e nemmeno in quel momento. In realtà non guardavo nessuno negli occhi, ascoltavo, ma la mia testa era altrove.
"Dicevano di essersi allontanati da qui circa tre settimane fa. Erano una coppia, una bionda simile ad una Barbie e un rosso con una benda sull'occhio-"
"Quei bastardi di Miller e Lee! Pensavo fossero morti, sono scomparsi da un giorno all'altro durante un turno di ricerca." Esclamò Jorge facendo trasalire la ragazza dagli occhi blu. Ogni nuovo arrivato doveva abituarsi a lui. "Ormai è inutile stare qui se tutti sanno della nostra esistenza, è troppo pericoloso."
"In ogni caso, vogliamo accogliervi con noi. Potete dirlo a chi volete, basta che siano persone fidate, ma non possiamo viaggiare in mille. Dovremmo partire a gruppi e fare percorsi diversi." Jorge sospirò e si accasciò contro il muro al mio fianco. Doveva essersi già rassegnato al fatto di dover ricominciare di nuovo da capo.
"Perfetto, io direi di partire il prima possibile siamo: io, Newt, Cleo, Brenda, Frypan, Minho, Jorge e tu. Tutti d'accordo?" Propose Thomas contando sulle dita il numero di persone presenti. Eravamo già troppi, avremmo dato nell'occhio, ma abbandonarci a vicenda non avrebbe aiutato.
"No!" Tutti ci voltammo verso il biondo, questa volta anche io. "Deve venire anche Sonya."
Rimasi per un secondo interdetta. Aveva ragione, nemmeno io sarei mai riuscita a lasciare una sorella da sola, anche dopo averla appena conosciuta. Magari Newt voleva recuperare quello che non poteva ricordare, ma prima forse Sonya doveva sapere. Questa volta il compito non sarebbe spettato a me, meritava di fare il lavoro sporco.
STAI LEGGENDO
𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮
Fanfiction[Thomas] Non serve a nulla piangere. Sembri solo una bambina indifesa e tu non lo sei, giusto?