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Guardavo il cielo stellato sopra di me con migliaia di pensieri che mi passavano per la testa. Thomas mi aveva detto che i sacchi a pelo e le coperte del casolare erano molto meglio delle amache, ma io avevo insistito per dormire all'aperto. In più quel posto puzzava di sudore e di maschio. Mi sentivo già abbastanza in trappola, non mi andava di dormire in una piccola stanza insieme a dei ragazzi con gli ormoni a mille.
Non riuscivo a dormire, erano successe troppe cose in una sola giornata.
Mi girai verso la radura pensando al coraggio di questi ragazzi. Avevano messo in piedi una vera e propria società, con delle regole e dei limiti. Li ammiravo per questo.

Il mio sguardo venne catturato da una figura che camminava fra l' erba ormai fin troppo alta. Era il ragazzo asiatico che avevo visto quella mattina, prima di inoltrarmi nel bosco con Thomas. Decisi che visto che non avevo niente da fare, avrei provato ad estrapolare  qualche informazione utile.
Mi Alzai dalla mia amaca e corsi dal moro senza una vero motivo logico. Magari avevo solo bisogno compagnia.

"Perché sei in piedi fagio?" Mi chiese non appena lo raggiunsi. "Non riesco a dormire" era la verità, una mezza verità. Volevo conoscere nuove persone, avevo appena perso tutti i ricordi e mi sentivo vuota, ma allo stesso tempo qualcuno la fuori mi aveva dato la possibilità di ricominciare, di costruirmi nuovi ricordi, possibilmente felici.
"E non chiamarmi fagio"

"Allora dimmi il tuo nome, io sono Minho comunque" mi porse la mano e io la strinsi. "Cleo"
Continuammo a camminare per la radura godendoci l'aria fresca e il cielo stellato. Era così strano...
C'erano troppe luci accese al suolo per vedere così bene le stelle. Ma ormai ninete aveva senso.

"Sai pive, mi ricordi molto qualcuno, ma non riesco a capire chi" inizialmente mi infastidii perchè mi aveva chiamato di nuovo con uno di quegli stupidi nomignoli, ma poi mi resi conto veramente di quello che aveva detto. "In verità anche tu mi ricordi qualcuno" la verità era che quella sensazione la provavo solo con pochi dei radurai. Chuck, il bambino grassottello che mi aveva versato per sbaglio l'acqua addosso qualche ora prima; Newt, il biondo che aveva provato ad aiutarmi quando ero ancora nella scatola; Minho, Thomas e infine Alby, quello che avevo capito essere il capo.

"Strano no?" Chiese lui ridacchiando.
"Già, strano"

Dovevo parlare di nuovo con Thomas. Lui lo aveva già conosciuto e avrei dovuto capire in qualche modo se anche lui aveva quella sensazione quando mi stava vicino.

"Allora, tu sei un velocista?"  Chiesi basandomi sulla storia che mi aveva raccontato poco prima Thomas.
"Thomas si è rimesso a farneticare di nuovo sulla storia dell'essere velocista?" Chiese lui sogghignando.
"Esatto"
"Lascialo stare. Essere velocisti non è una cosa da nulla. Non basta essere veloci, bisogna avere resistenza, capacità sopportazione della fatica, senso dell'orientamento perfetto e molto altro. In più devi essere sicuro di riuscire a tornare nella radura prima della chiusura delle porte" alzai gli occhi al cielo notando nel suo tono della sfacciataggine che faceva proprio al caso suo. "Capacità che posseggo ovviamente" aggiunse più tardi con sguardo fiero.

Camminammo per un po' di tempo nel più totale silenzio, ma non ero imbarazzata.
La presenza di Minho, in qualche modo non mi innervosiva, nonostante la sua troppa sicurezza. Anche se forse era proprio la sua sicurezza a darmi un po' di speranza. Thomas non aveva potuto darmela perchè anche lui, come me, era completamente nuovo in quell' ambiente, eppure sembrava molto più determinato di molti altri ragazzi che avevo incontrato in quella strana giornata.
"Dobbiamo fare una cosa" mi disse il ragazzo dai lineamenti asiatici. Io non gli risposi ma mi limitai a guardarlo curiosa.
"Vieni con me"
Sapevo di potermi fidare di lui. In più se non lo avessi seguito magari lui sarebbe corso dai suoi amichetti a farneticare sul fatto che fossi una sfigata o roba del genere. Anche se credo che nella radura non funzioni come a scuola. Ecco questo era strano, mi ricordavo della scuola, delle classi, i banchi, le sedie, tutto. Eppure non mi ricordavo ne la faccia ne il nome di qualsiasi persona io avessi conosciuto in quell' ambiente.

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora