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"Allora, perché così mattiniero oggi? Di solito vai il pomeriggio con gli altri." Chiesi a Newt che stava camminando al mio fianco sull'asfalto rovinato. "Non lo so sai? Questa mattina mi sono svegliato presto e mi sono detto: perché non aiuto Cleo e gli altri?" Sinceramente non ci credevo, ma decisi di lasciar perdere.

L'aria calda dell'alba iniziava a farsi sentire mentre il sole si alzava. Quella stessa sera ci saremmo dovuti riunire per escogitare la partenza. Non era sicuro rimanere lì ancora per lungo, visto che la CATTIVO era sicuramente a conoscenza della nostra posizione.

"Newt, io ti devo parlare e dubito che avremo altre occasioni per stare soli nei prossimi giorni." Smise di camminare ed io feci lo stesso. "Così mi fai paura." Rispose ridacchiando, prima di riprendere il passo con il lanciagranate tra le mani.

"Ho ricordato molte cose negli ultimi giorni, cose che non riguardano solo me." Annuì voltando il capo verso il terzo vicolo ai confini della città fantasma. Era più buio degli altri, visto che si trovava fra due palazzi insolitamente grandi.

Si appoggiò alla facciata del palazzo mezzo distrutto, doveva esser stato una specie di condominio prima delle eruzioni solari. Alcuni balconi non erano ancora crollati e il portone d'ingresso era ancora stranamente integro, anche se segnato da inquietanti graffi. Era così sinistro che sentivo il forte bisogno di allontanarmi da quel posto il prima possibile.

"Hai mai pensato che magari qualcuno di noi potesse essere imparentato?" Non sapevo come iniziare il discorso. "Cleo,  non starai cercando di dirmi che Thomas è tuo fratello vero?" Per poco non soffocai con la mia stessa saliva. Ora che ci pensavo poteva benissimo essere così, ma dopo il sogno dell'altra notte avevo avuto la conferma del contrario.

"No! Non parlo di noi due." Da quelle parole sembrava stesse iniziando a capire che forse mi stavo rivolgendo a lui per un motivo preciso. "Cosa stai cercando di dirmi?" Domandò.

"E se tu avessi una sorella? E se la conoscessi?" Sbarrò gli occhi e deglutì. Vidi il pomo d'Adamo alzarsi ed abbassarsi, la mascella contratta, la titubanza nel suo sguardo. "Niente giri di parole, dimmi il nome." Improvvisamente il silenzio che ci circondava iniziava ad innervosirmi e stavo cominciando a sudare, anche se non credevo fosse per il caldo.

"Sonya."

Rimase impassibile, come se quella notizia non gli facesse né caldo né freddo, ma io sapevo che non era così.
"Da quanto lo sai?" Chiese iniziando ad avvicinarsi in modo minaccioso. "Newt io-" Prese con forza il mio polso sinistro e strinse. Il lo fissai scioccata. Non lo avevo mai visto così arrabbiato e sinceramente non credevo fosse nemmeno da lui perdere il controllo in quel modo.

"Non mentirmi Cleo, non farlo mai più." Mentre pronunciava fermamente quelle parole il suo viso diventò rosso e le vene sulla sua fronte e sul collo, iniziarono a diventare più evidenti. "Prima di devi lasciare andare, lo dico per la tua sicurezza, fidati di me. Devi calmarti."

"Calmarmi? Ma sei impazzita?!" Era la stessa domanda che mi stavo ponendo nei suoi confronti. Il suo profilo era sempre più vicino e infuriato. Aveva alzato un braccio. Non sapevo esattamente che cosa volesse fare, ma decisi di non rischiare. Gli afferrai l'avambraccio con la mano libera e lo spinsi contro il muro, mentre gli tenevo il braccio piegato dietro la schiena.

Arrivavo a malapena alle sue spalle, ma sentivo il suo forte fiatone affievolirsi secondo dopo secondo. Non sapevo se lasciarlo andare. Newt. Il nostro Isaac Newton, aveva appena cercato di colpirmi. Potevo capire la rabbia, il rancore, ma non quello. Lo lasciai andare, non prima di averlo spinto a terra.

Mi guardò dal basso con la bocca schiusa e gli occhi sbarrati. Passò a fissarsi intensamente le mani, come se si stesse rendendo conto di quello che aveva fatto, solo in quel momento. Il suo lanciagranate era caduto a terra e mi stupii che non fosse partito alcun colpo accidentale.

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora