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"Facciamo un gioco." Thomas si sedette sul suo letto e picchiettò sul posto di fianco al suo. Accettai il suo invito e mi buttai sul materasso esausta. "Non ho voglia, lasciami dormire." Mormorai sdraiandomi con la testa sulle sue gambe. "Cleo, ho il sospetto che ci sia qualcosa sotto, credo che la Paige sospetti di noi."

Feci un piccolo sorriso, che di felice aveva ben poco, e mi girai in modo da guardare il suo viso dal basso.
Lo sapevo già da un po' ma non volevo allarmarlo per niente. Avere relazioni oltre all'amicizia era proibito, ma nessuno aveva mai fatto da spia per noi. 

"Voglio conoscere meglio la ragazza di cui sono innamorato e non sto parlando di Cleopatra, ma di quello che viene prima." Spostò una ciocca di capelli dalla mia fronte e ci lasciò un bacio delicato.

"Quindi in pratica vuoi violare la regola numero uno." Constatai prendendogli la mano e stringendola forte. "Sarebbe la cosa meno sbagliata che abbiamo fatto su questo letto." Non ci misi nemmeno un secondo per dargli uno schiaffo sulla fronte.

Si mise a ridere mentre io continuavo a guardarlo male. I neon sul soffitto illuminavano perfettamente il suo viso cosparso di nei, i suoi occhi erano schiusi, ma sembravano illuminarsi ugualmente. Poggiai le mani sul suo collo senza dire niente e mi sporsi per far toccare le nostre labbra.

Un bacio dolce, delicato, innocente, che fermò la sua risata, ma non fece mai scomparire il sorriso sul suo volto. "Comincia tu, come ti chiami?"
Domandai tornando con la testa sulle sue gambe incrociate. Fece un respiro profondo e chiuse gli occhi per qualche  istante.

"Mi chiamo Stephen Morgan e sono nato in Arizona." Le sue parole sembravano forzate e lo capivo. Mi aveva raccontato quello che facevano ai soggetti che non volevano accettare il nuovo nome e probabilmente lui era andato a scavare in una parte della sua mente per ritrovare la sua identità ormai perduta.

"Mi chiamo Clarisse Clifford e sono nata in Texas." Dissi guardandolo fisso negli occhi. Come se volessi apparire sicura quando in realtà mi sembrava ancora di rivedere il sangue sparso sul pavimento e i suoi occhi verdi e supplichevoli.

"Mio padre è morto, ma non a causa dell'eruzione. È morto poco dopo che io nascessi, è stato ucciso da uno spaccato. Mia madre mi mandò volontariamente qui, probabilmente pensava che sarei stato al sicuro lontano da quel mondo." Non c'era sofferenza nei suoi occhi mentre parlava dei suoi genitori, ma rabbia. Come se fosse seriamente arrabbiato con sua madre per quello che aveva fatto, nonostante fosse la scelta giusta. O almeno lo era per me.

"I tuoi?"

Il respiro mi mancava, come se fossi appena riemersa da fondali profondi, dopo ore di apnea. Ci misi qualche secondo a mettere a fuoco il posto dove mi trovavo e quando mi resi conto di non essere più nel dormitorio della CATTIVO iniziai ad andare nel panico. Non poteva finire così, stavo per scoprire la verità sui miei genitori, ma presumevo che il mio cervello volesse muoversi lentamente, passo dopo passo. 

Clarisse 

Il mio nome era Clarisse Clifford. Mi misi seduta sul letto spostando i capelli arruffati dal viso e feci qualche respiro profondo per calmarmi, ma invano. Sapevo chi ero, la mia identità, e non ci potevo credere. Dovevo assolutamente dirlo a Thomas, dovevo dirgli che lui si chiamava Stephen Morgan. Ma come avrebbe reagito alla storia dei suoi genitori? 

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora