𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮

21

Ci avevo passato gli unici giorni che ricordavo della mia vita. Quindi praticamente tutta la mia esistenza, più o meno. Eppure, nonostante molti dei radurai potessero dire il contrario, la radura non mi sarebbe mancata per niente. Uscendo da lì mi sarei finalmente lasciata indietro tutto quanto, dalle cose brutte... alle cose brutte direi. L'unica cosa bella che avevo trovato là dentro era la mia nuova famiglia e quella me la sarei portata dietro per sempre, quindi non vedevo niente di negativo nell'andarmene.

Quando ero uscita dalle mure quei pochi secondi, solo aiutare Minho e Thomas a trasportare il nostro capo ferito, mi ero sentita libera, come se il mio petto si fosse fatto ad un tratto più leggero.  Mi è capitato spesso di pensare che probabilmente tutti i miei problemi avessero come causa principale: la claustrofobia.

Per un claustrofobico sentirsi rinchiuso è una sensazione terribile. L'ansia cresce a livelli inimmaginabili e si farebbe qualsiasi cosa per fermare tutto. Solo con il tempo avevo capito che l'unico modo per fermare tutto era aspettare e non essere impazienti.

Avevo aspettato e finalmente era giunto il momento.

"Sei pronta?" Thomas appoggiò una mano sulla mia spalla regalandomi un sorriso radioso. "Puoi contarci"
Per la prima volta mi sentivo realmente viva. Quando impugnai la mia lancia sentii una scarica di adrenalina invadermi il corpo e finalmente capii di voler vivere.

Quando guardai gli occhi di Thomas e la luce che emanavano rimasi quasi incantata e una lacrima solcò il mio viso. Una lacrima di felicità.
Nonostante sapessi che quell'avventura non fosse ancora finita. Newt mi passò a accanto sorridendo e Minho appoggiò un braccio sulle mie spalle scompigliandomi i capelli; Teresa mi fece un cenno l'altra parte della folla che si era creata davanti alle mura e il piccolo Chuck mi strinse in un abbraccio dolce e sincero.
Volevo vivere ed era solo grazie a loro.
Quando incontrai anche lo sguardo di Gally rimasi di stucco, ma non sarebbe venuto con noi, si capiva da come ci guardava.

Mi allontanai un secondo dagli altri e afferrai il mio zaino mentre pensavo ai ricordi che avevo recuperato. Dovevo cavarmela da sola e non potevo dire a nessuno quello che avevo visto a meno che non volessi fare una fine lenta e dolorosa, quindi iniziai a chiedermi se domandare a Minho o Thomas quale fosse la sequenza delle sezioni fosse una violazione delle regole.

Avevo in mente una piano, ma non ero sicura di volerlo seguire. Così decisi che per una volta avrei lasciato fare al mio istinto.

"Sento il rumore dei tuoi pensieri fino a qui" sorrisi e feci spallucce.
Afferrai la mano a Thomas e lo guardai negli occhi con lo sguardo più sincero di sempre. "Promettimi che qualsiasi cosa succeda farai di tutto per sopravvivere"

"Sono sempre stato io quello che parlava di speranza, cosa ti succede eh?" Scherzò alzando un angolo della bocca, eppure lo fece in modo così malinconico... come se fosse a pieno consapevole di star cercando di sdrammatizzare. "Tu verrai con me e sopravviverai con me"

"Non hai capito Tom" portai una mano sul suo viso e gli accarezzai una guancia. "Io non voglio sopravvivere con te"
Sbarrò gli occhi e corrugò le sopracciglia.

"Io voglio vivere con te"
Senza esitare un secondo posò le sue labbra sulle mie e mi baciò dolcemente come mai era successo.
C'era solo un problema.
Quel bacio doveva essere la promessa di un futuro insieme, allora perchè sapeva tanto di addio?
"Ehi piccioncini, è ora di andare"
Newt diede una pacca sulla spalla al moro e mi fece l'occhiolino.

Era a dir poco strano il modo in cui le cose avevano deciso di evolversi. Una volta lui e io biondo non si sopportavano, ora erano uniti come non mai; io e Teresa ci sopportavamo, avevamo opinioni diverse su qualsiasi cosa e lei non aveva ancora dimenticato Thomas, ma allo stesso tempo il legame che ci univa era troppo forte per venir sciolto da un ragazzo. Una volta dovevamo essere davvero amiche, adesso non si poteva dire per niente lo stesso, ma speravo nel meglio per noi.