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Una scossa.

Tutto cominciò a tremare. Le pareti, il soffitto, il pavimento. Gli occhi luminosi dei dolenti sembrarono chiudersi, poteva essere quasi un meccanismo di difesa.
Un enorme masso cadde a pochi centimetri di distanza dal mio corpo.
Afferrai la mano di Thomas e lui mi tirò verso di sé.

Lanciai uno sguardo ai radurai dietro di noi e feci loro un cenno. Bastò per fargli capire quello che dovevano fare.
Così, con uno strattone il moro iniziò a correre tenendomi la mano. Completamente a vuoto, mentre il resto della stanza cadeva ai nostri piedi.

Prima sembrava molto più vicina l'uscita, ora era lontana chilometri e chilometri. Avevo paura come mai mi era successo. Correvo talmente veloce, pareva che il resto si stesse muovendo al rallentatore. Gli altri ci avevano raggiunto ed aumentai ancora di più il passo, per evitare che ci accalcassimo rischiando di cadere.

Mille crepe spuntavano sotto i nostri piedi, con così tanta facilità, che avrei potuto scambiare la pietra resistente con la carta pesta. Quel posto enorme era diventato incredibilmente e soffocante. Se prima l' aria era umida e fredda, ora era terribilmente calda, come se le due voragini vuote si fossero riempite con del materiale incandescente. 

Il sudore colava lungo la mia fronte facendo scontrate direttamente la pelle con l'aria afosa, tanto violentemente che pensai di poter prendere fuoco da un momento all'altro. Thomas stringeva la mia mano talmente forte, che prima o poi mi si sarebbe staccato il braccio. Ma non importava. Avevo paura che lasciandolo, anche se sarebbe stato più comodo, lo avrei perso per sempre. 

L' altra mano era stretta attorno alla lancia di legno, forse avrei dovuto lasciarla perdere, però qualcosa mi diceva che quella porta di metallo che si scorgeva in lontananza, sarebbe potuta essere un altro inganno. In quel caso un' arma mi sarebbe tornata utile. Sembrava tutto un fottuto videogioco, solo che non avevamo tre vite a disposizione, ma una sola.

Probabilmente la CATTIVO si stava divertendo a guardarci dall'altra parte di uno schermo, tanto di popcorn  e bibite. Era tutto organizzato, stava andando esattamente secondo i piani. 

Io non avevo intenzione di sconvolgerli, eppure lo feci con un solo gesto. Mi bastò girare la testa e guardare i miei amici, per ribaltare la situazione. Thomas urlò di non guardare indietro, dicendo che ci avrebbe solo rallentato, ma io non lo ascoltai. Dovevo assicurarmi che fossero tutti al sicuro. 

Sentii un pugno nello stomaco quando vidi qualcuno cadere a terra. Non avevo nemmeno capito di chi si trattasse, ma non esitai nemmeno un secondo. Lasciai che la presa che mi univa a Thomas si sciogliesse. Lui doveva continuare, non poteva permettersi di aspettarmi. "Cleo!" mi chiamò. "Vai avanti, ti raggiungo!" Risposi guardandolo negli occhi per l'ultima volta. C'era solo panico dipinto nelle sue iridi color caramello. "fidati di me!" Si fermò. Era proprio l'ultima cosa che volevo facesse. 

"Ti prego amore..." Lo supplicai. Nonostante l'amnesia, sapevo per certo che non avevo mai chiamato nessuno in quel modo. Le lacrime bagnarono il viso di entrambi. "ti amo" Non lo aveva detto ad alta voce, perciò arrivò alle mie orecchie come un sussurro, ma ero sicurissima che lo aveva detto. Annuii decisa, feci cadere la lancia ai miei piedi e mi voltai. Corsi dalla parte opposta, scansando i radurai ed ignorando le urla di Minho che cercavano di fermarmi, sperai solo che non mi seguissero. 

Arrivai davanti al corpo del ragazzo steso a terra. Newt si teneva con una mano la gamba dolorante e sul suo viso, pieno lividi e grafi, era dipinta un'espressione spaventata. Io e lui ci somigliavamo più del dovuto. Per quanto non fossi mai stata innamorata del biondo, sapevo che era l' unico capace di capirmi a pieno. Quella era la faccia di qualcuno che non voleva morire per nulla al mondo ed in verità era lo stesso per me. Dopo aver sfiorato la morte con un dito, nessuno dei due sarebbe più riuscito a guardarla in faccia. 

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora