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"Ci ha scoperti."

"Cosa?"

"Non è stupida, ci ha sicuramente scoperti."

Incrociai le braccia e appoggiai la schiena all'entrata della tenda. Nessuno dei miei amici voleva veramente accorgersene. "E quando ti ha dato quest'idea?" Domandò Minho. Sia Thomas che Newt ci potevano arrivare, loro erano lì in quel preciso momento. "Ieri sera."

"Allora perché non siamo stati ancora bombardati? Se se ne fosse già accorta, avrebbe chiamato la CATTIVO. Noi potremmo andarcene quando vogliamo, ma se li aspettiamo potremmo avere una possibilità di sconfiggerli sul serio. Teresa non ha paura che scappiamo con la coda fra le gambe?" Minho non conosceva Teresa come la conoscevo io, era ovvio che non potesse capire.

"Ci ha osservati per anni, è ovvio che si aspetta che restiamo." Rispose Newt e Thomas annuì d'accordo. "Beh allora andiamocene!" Esclamò l'altro.

"Se ce ne andiamo questa storia non finirà più."

"Se restiamo ci uccideranno."

"E se fosse per un altro motivo?" Intervenni nervosa, come se stessi per dire una cazzata, e forse era proprio così. Prima di arrivare all'accampamento, Teresa mi aveva chiesto scusa per qualcosa di cui si era pentita. Magari si trattava di quello. Forse aveva deciso di stare dalla nostra parte e sembrava anche sincera. Non mi fidavo di lei, ma stavo cominciando ad aver dei dubbi. Questo non cambiava niente, ma forse voleva darci una possibilità, come avrei dovuto fare io magari.

"Che intendi?" Chiese Thomas dopo un silenzio fin troppo lungo. "Niente." Era meglio che almeno loro restassero diffidenti.

Uscii dalla tenda decisa a schiarirmi le idee. Non potevo fidarmi di lei, anche se forse sarebbe stata la cosa più comoda da fare. Magari avrei potuto convincerla ad aiutarci, però non potevo rischiare così tanto. Il sole splendeva ancora di più quel giorno. Erano le ora più calde, quelle dove solitamente andavo a sedermi sotto un albero. I miei piedi sembravano aver smesso di funzionare.

"Dov'è Thomas?" Una voce infantile richiamò la mia attenzione. Hope stava tirando un lembo dei miei pantaloni e teneva la testa bassa, come sempre. "È nella tenda, sta riposando." Risposi. Non avevo idea di cosa fare. Magari potevo giocare io con lei, ma non ero brava con i bambini. Rimasi immobile, guardando quella chioma rosso fuoco che si muoveva al passare dell'aria calda.

"Perché tieni sempre la testa bassa?" Domandai prima ancora di poterci pensare veramente. Si stava nascondendo, era silenziosa e non amava farsi notare. Come me. "Perché mio padre dice che sono orribile." Rispose piano.

"Orribile?" Fra tutti gli aggettivi che potevano farmi pensare a lei, quello era proprio l'ultimo della lista. "Sì, nessuno è come me. I miei capelli hanno il colore del sangue e le mie cicatrici sono disgustose."

Sentii il mio cuore spezzarsi in mille pezzi.

Mi abbassai alla sua altezza e le alzai io viso sfiorando le sue guance morbide. "Io adoro i tuoi capelli rossi e vuoi sapere una cosa?" Spostò gli occhi su di me finalmente e annuì. "Abbiamo tutti delle cicatrici, alcune si vedono, altre no." Alzai le maniche della maglietta e le mostrai i polsi. Non avrebbe mai potuto capire da cosa fossero causate quelle ferite, ma dovevo prendermi come esempio. Mi irrigidii quando le piccole mani candide accarezzarono la mia pelle, con cura e delicatezza. Aveva paura di farmi male, ma come avrebbe potuto?

"Come te le sei fatte?" Domanda che avrei preferito non pronunciasse. "Delle persone cattive mi hanno fatto tanto male e per poco non sono morta." Risposi dopo una piccola pausa. Non potevo dirle tutta la verità, ma la metà della storia bastava. Dopotutto, era pur sempre una bambina. "Tu invece?" Indicai il suo taglio sull'occhio.

"Una persona tanto cattiva." La sua risposta era stata esaustiva quanto la mia, e andava bene così.

"Hope!" Stavo per dire qualcos'altro, magari che le avrebbe tirato su il morale, ma una voce femminile ci interruppe. La donna che la chiamò aveva i capelli e gli occhi neri come la pace e il suo fisico era a dir poco scheletrico, potevo vederle la maggior parte delle ossa. "Non devi avvicinarti a quei tizi!" Si avvicinò rabbiosa e strattonò il braccio sinistro della bambina.

Hope mi supplicò di salvarla con lo sguardo.

"Non c'è il sale!" Mio padre buttò a terra il piatto di zuppa che mia madre aveva preparato con tanto impegno. Era ovvio che fosse insipida, tutto quello che mangiavamo lo era. Le mie gambe tremarono sotto al tavolo e chiusi gli occhi per non essere costretta a vedere. Aveva preso l'eruzione da un mese almeno e non era più la stessa persona, si stava lentamente trasformando in un mostro senza sentimenti. Mia madre strinse la forchetta nella mano destra e sospirò, cercando di non mostrare reazioni affrettate. Era brava a sopportare e non aveva mai reagito per il mio bene. Se si fosse messa contro di lui avrebbe potuto ucciderla e io sarei rimasta sola. 

"Lo abbiamo finito, caro. Vuoi un po' di pane al posto della zuppa?" Gli mostrò un triste sorriso e papà scosse la testa con gli occhi vuoti e la mente offuscata da pensieri violenti. Mia madre non si mosse, lo fissò per interi secondi e poi tornò a mangiare come se non fosse successo nulla. Cercai di  fare la stessa cosa e avrei anche potuto riuscirci, se solo lui non avesse cercato di aggredirmi subito dopo. 

Fu lì che mia madre estrasse la pistola e sparò senza esitazione. 

"La porteremo via di qui" La mano di Thomas si posò sulla mia spalla. Aveva ragione. Hope meritava di vivere come aveva sempre desiderato, l'avremmo salvata sei suoi genitori abusivi. 

_____ 

Arrivò il fatidico giorno. Cercammo di comportarci nel modo più giusto, evitando di attirare l'attenzione e muovendoci silenziosamente. Secondo quello che aveva detto Aris, il braccio destro doveva essere nascosto da quelle parti. Noi non dovevamo fare altro che preparare le nostre poche armi e non separarci nemmeno per un secondo. Non dormii per tutta la notte e gli altri si svegliarono spesso per camminare e sciogliere la tensione. Eravamo stanchi e nervosi, non era proprio il giusto punto di partenza per una battaglia. Attendemmo l'arrivo di una berga per tutta la giornata, sospirando e guardando in cielo fin troppo spesso. 

Io e Tom giocammo con Hope, Minho passò il tempo con Brenda, Newt parlò con Frypan e Jorge di come avrebbe fatto con la sua caviglia e loro gli promisero che gli avrebbero coperto le spalle, mentre i ragazzi del gruppo B mangiavano davanti al falò. Teresa rimase da sola tutto il tempo. Non uscì mai dalla sua tenda e nessuno andò a controllare se stesse bene. Erano tutti troppo arrabbiati per preoccuparsi, esclusa me ovviamente. Andai a farle visita quando il cielo diede i primi segni del tramonto. 

"Ehi, come-" mi interruppi con la bocca spalancata. Teresa stava caricando il suo lanciagranate e sembrava essersi preparata proprio a combattere. "Non importa quello che ora pensi di me." Mormorò allacciandosi gli scarponi. "Tutto quello che ho fatto dal labirinto ad ora è stato per tenerti al sicuro. Pensavo di fare la cosa giusta ma non è così, combatterò con voi a costo di perdere la vita. Stando qui ho capito che non serve impegnarsi più di così per trovare una cura. So che mi odierete per sempre, ma sento che schierandomi dalla vostra parte tutto potrebbe finire ed io sono esausta. Non c'è una cura, vero Cleo?"

Mi aveva lasciato senza parole. Non cambiava il fatto che ci avesse tradito, mentito, manipolato, magari lo stava facendo anche in quel momento. Vidi com'erano gli occhi di Teresa quando era sincera. Aveva solo detto bugie fino a quel preciso istante di verità, avevo visto solo quel lato di lei e finalmente aveva liberato la vera Teresa, quella che voleva solo dare una mano. In quel mondo non c'era un modo giusto di aiutare, come nella guerra non esiste il bene e il male, il torto o la ragione; però esiste la logica lei aveva finalmente compreso di aver usato quella sbagliata . Boccheggiai un paio di volte, prima di deglutire e annuire come un idiota. 

Sentii un rumore provenire dall'esterno. 

Propulsori di una berga. 

"Sono arrivati" posizionò il lanciagranate sulle ginocchia incrociate e caricò il primo colpo "pronta?" 

Le sorrisi come mai avevo fatto prima. "Pronta."

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora