Lo avevo fatto. Mi ero lasciata andare per ben due notti di seguito. Mi ero promessa che ci sarei riuscita. Che avrei fatto finta di trovarmi in un posto qualunque, magari ad una vacanza insieme ai miei amici. Ci avevo provato e ci ero riuscita.
Avevo fatto cose che ti solito fanno gli adolescenti normali. Avevo organizzato una festa, mi ero ubriacata, mi ero innamorata. Ma cosa mancava? Una famiglia magari, una migliore amica con cui studiare all' ultimo minuto dopo aver passato un intero pomeriggio a fare niente.
Mancava andare a scuola e lamentarmi dei pessimi voti, tornare a casa distrutta, litigare con i miei genitori. Mi mancavano cose che non sarebbero mai mancate ad un adolescente normale. Volevo chiudermi nella mia stanza, mettere la musica a massimo volume, ballare e cantare usando la spazzola come microfono.
Volevo una vita normale.
Thomas quella mattina non mi aveva svegliato. Se ne era andato, visto che sarebbe dovuto correre nel labirinto insieme a Minho. Così, mi ero svegliata nel bel mezzo del bosco.
Da sola.Mi sentivo bene quando stavo con lui.
Lui era l'unica cosa che mi tenesse ancorata a questo mondo. Volevo scappare, assaporare la libertà in tutti i modo possibili. Non mi importava se per uscire da li sarei dovuta morire.Casa.
A casa si dovrebbe stare al sicuro da ogni pericolo. Non vivere con la costante ansia di essere attaccata da un dolente.
Quella non era casa.
Quel mondo non era casa.
Passai tutta la giornata ad aiutare Frypan in cucina. Il cuoco doveva subire le proteste dei radurai che si lamentavano ancora delle porzioni dimezzate. Io al contrario non avevo questo problema, non toccai cibo per tutto il giorno.
Avevo provato a parlare con Teresa. Ad intraprendere una conversazione. Ma in qualche modo mi sentivo sempre distante, sempre isolata. Non mi sentivo parte della radura.
Quel pomeriggio, durante la pausa dal lavoro, tornai in infermeria. Mi sdraiai su una delle brande e chiusi gli occhi. Mi sentivo intrappolata, come se qualcuno mi stesse soffocando. L'aria mi mancava nei polmoni e la gola mi bruciava da morire. Volevo urlare ma se lo avessi fatto avrei di sicuro attirato l'attenzione di qualcuno all'interno del casolare.
Così mi limitai a comprirmi il viso con le mani e a bagnarlo delle mie stesse lacrime. Avevo chiuso la porta a chiave. Magari non avrei dovuto, perchè nel caso qualcuno si fosse ferito avrebbe avuto bisogno di quello spazio, ma non me ne fregava più di tanto.
Volevo solo restare da sola.
Volevo scoppiare da sola.
"Cleo lo so che sei lì" Teresa diede probabilmente una stretta alla maniglia della porta nel tentativo di aprirla, ma senza successo. "Cleo apri la porta" mi tappai le orecchie con le mani. Magari se l'avessi ignorata ci avrebbe rinunciato.
"Senti lo so che non siamo mai andate d'accordo, ma con me puoi parlare. Ma perfavore apri la porta, voglio solo assicurarmi che tu stia bene"
Scossi la testa tirandomi si capelli talmente forte che le mie nocche sbiancarono. 'Voglio morire', questa era l'unica cosa che continuava a passarmi per la testa. Per quanto macabro e strano potesse sembrare, involontariamente iniziai ad immaginare scenari diversi che mi riguardavano.
Lanciai uno sguardo alla finestra, alle pasticche chiuse nell'armadio delle medicine, ai punti sui miei polsi nascosti dalle bende...
Mi alzai in piedi cercando di restare stabile. Iniziai srotolare le bende cercando di fare il più in fretta possibile. Ma le mani tremanti non mi permettevano di compiere azioni con la giusta velocità.
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𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮
Fanfiction[Thomas] Non serve a nulla piangere. Sembri solo una bambina indifesa e tu non lo sei, giusto?