Mi scuso per la luuunga assenza, davvero. Consiglio di rileggere gli ultimi capitoli perché sono sicura che a distanza di mesi nessuno ricordi molto.
Spiegare il motivo della nostra sparizione al resto del gruppo senza affrettare le cose era risultato più facile del previsto. Erano tutti talmente annoiati e stanchi che non ci avevano nemmeno considerati vedendoci arrivare alla fine della città senza un bottino. Gli altri avevano recuperato tutti oggetti che potevano tornarci utili, come vestiti puliti o dei fiammiferi per accendere il fuoco più velocemente. Ovviamente tutto miseramente rubato.
Ci eravamo ritrovati a passare di nuovo la notte fuori, ma questa volta era stato più bello(?). Avevamo parlato a lungo ed io e Thomas avevamo spiegato loro di aver sentito parlare del braccio destro. Jorge aveva subito espresso il suo disaccordo. Non era giusto imbatterci in cose che non conoscevamo. Intanto le provette di siero e le pasticche erano ancora nelle mie tasche dei pantaloni e continuavo a tastarle ogni dieci secondi per accertarmi che fossero ancora lì.
Non sapevo né come, né quando dire a Newt che avevamo trovato un modo per salvarlo. Magari prima sarebbe stato opportuno che iniziasse a temere di più per la sua vita. Non lo aveva mai fatto, dal labirinto alla zona bruciata.
Erano tutti così socievoli l'uno con l'altro ed era bello ridere insieme davanti al falò. Eppure a tratti non riuscivo a scherzare ed ero costretta a sdraiarmi in posizioni molto scomode. La spalla. Mio Dio quella stupida spalla. Non mi permise di dormire nemmeno dopo che tutti gli altri sembravano già essersi immersi nel mondo dei sogni.
Mi rigiravo, per quanto possibile, nel sacco a pelo, ma i miei occhi non riuscivano a riposare se non lo faceva prima il braccio. Mi misi seduta con le lacrime agli occhi per il male che sentivo e strinsi i denti infilando la mano nella tasca sinistra. Non potevo fidarmi. Come facevo a sapere se quello fosse cortisone o meno? Esaminai la piccola pastiglia bianca che avevo tolto dal flacone arancione. "Cleo?" Thomas si stava alzando sistemando con il piede le coperte ammucchiate di fianco a Frypan e Minho. Quest'ultimo emise uno strano grugnito non interpretabile.
Si sedette a gambe incrociate al mio fianco e con delicatezza prese il "medicinale" tra il pollice e l'indice. "Ti fa tanto male?" Annuii e basta. "L'unico modo per guarire in fretta è riposare e tu ti sei sforzata veramente tanto." Fece scivolare un braccio dietro al mio collo e uno dietro la schiena. Cercò di farmi sdraiare di nuovo senza farmi troppo male e continuò a guardare il farmaco.
"Prendila." Disse alla fine porgendomela deciso. "Non ci avrebbero aiutato per poi avvelenarti completamente senza un motivo." La rimise sul palmo della mia mano che tremò leggermente a contatto con le sue dita. Alla fine la presi e cercai di ignorare quel senso di pentimento che si stava facendo strada nel mio petto.
"Ora cerca di dormire, vedrai che ti sveglierai domani mattina." Sorrise e poggiò le labbra sulla mia fronte piegandosi in avanti. Prima che potesse allontanarsi, con la mano buona, gli fermai il viso nella stessa posizione e mi sporsi di poco per sentire la bellissima sensazione delle sue labbra sulle mie. Non lo baciavo da troppo tempo.
Era così brutto avere vicino la persona che si ama e non poter mai nemmeno prenderle la mano. Sì, perché non sembrava mai il momento giusto. Era tutto così triste e cupo che mostrare un minimo di felicità era quasi strano. Sonya e Harriet passavano tutto il tempo insieme, ma non le avevo viste comportarsi come una coppia nemmeno una volta. Forse solo nei miei sogni o ricordi.
Quel mondo non era adatto a cose antiquate come l'amore. Eppure la storia di quel tossico che ci aveva aggrediti per strada mi aveva colpita. Perché alla fine tutto quello che facevamo era per amore di un amico, di un fratello, di un genitore... Tutta la CATTIVO, ogni singolo membro, cercava una cura per un virus. Lo stesso che aveva strappato la vita a genitori, figli, amici e parenti.
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𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮
Fanfiction[Thomas] Non serve a nulla piangere. Sembri solo una bambina indifesa e tu non lo sei, giusto?