47

742 35 14
                                    

Delle persone con delle maschere nere come quelle delle divise delle guardie alla CATTIVO, invasero la valle con in mano fucili, pistole e tutte le armi da fuoco possibili. Erano quelli del braccio destro che erano venuti in nostro soccorso.

La berga stava per atterrare, i propulsori muovevano l'aria e i miei capelli si scompigliarono. Presi il lanciagranate con entrambe le mani e mi assicurai di avere la pistola e il coltellino. Teresa al mio fianco, si tirò su le maniche e scosse la testa.

"Non farti ammazzare." Mi disse prima di correre dietro ad una tenda in modo da potersi coprire in caso sparassero. Le comparse che erano state ingaggiate per far sembrare quel posto una piccolo angolo di paradiso, si nascosero ovunque riuscissero.

Non appena scorsi una piccola scheggia rossa fra la folla le corsi incontro. Presi in braccio Hope prima ancora che potesse protestare. La portai fra gli alberi, gli angoli più nascosti e protetti e la lasciai andare vicino ad un cespuglio di azalee bianche.

"Resta qui, non muoverti se non per scappare, se qualcuno ti segue corri e vai il più lontano possibile." Annuì senza dire una parola. Stava tremando dalla testa ai piedi.
"Torno a prenderti appena sarà finito, va bene?"

"Va bene."

Prima di andarmene le strinsi forte la mano e lei ricambiò con le lacrime agli occhi. "Ti prometto che ti salverò, Hope." Legai i nostri mignoli per sigillare la promessa.

Corsi via il più velocemente possibile, ma prima che potessi superare la soglia dell'ultimo albero, qualcosa cadde ai miei piedi. Era una fottutissima granata. Non so dove trovai il coraggio, ma prima che potesse esplodere la presi in mano e la lanciai per allontanarla da dove si trovava Hope. Mi buttai a terra tenendo le mani sulla testa e le mie orecchie vennero investite in pieno dall'esplosione.

Sentivo solo un lungo e incessante fischio. Mi alzai in piedi barcollando, con la testa che girava e la vista offuscata. Respirai profondamente e arrancai verso il tronco di un albero per appoggiarmi e riprendermi.

Avevano iniziato a farsi fuoco a vicenda come in un vero campo di battaglia. Vidi Harriet che colpiva un uomo alla nuca con la canna della pistola per difendere Sonya.

Girai gli occhi e lui era lì. Janson.

Iniziai a correre di nuovo e caricai il lanciagranate. Qualcuno mi puntò un'arma addosso, ma riuscii a risolvere sparando il mio primo colpo. La donna si accasciò a terra in preda agli spasmi causati dalle scariche elettriche. Rubai la pistola al suo cadavere fulminato.

Thomas stava combattendo contro una guardia. Si stavano tirando calci e pugni, e trattenni il respiro quando ne prese uno nello stomaco che gli tolse il respiro. Allontanai l'uomo con un calcio e non appena toccò terra gli diedi il colpo di grazia con una pallottola in fronte.

Aiutai il mio ragazzo ad alzarsi e lui mi ringraziò con lo sguardo, prima di correre da Newt e Minho. Avevo visto nei suoi occhi la vera paura, più di quanto mi fosse capitato prima di allora.

Ero ancora decisa a raggiungere Janson e ucciderlo, ma due forti braccia mi afferrarono da dietro. Mi strinsero la gola con forza. Sentii gli occhi bruciare e la faccia gonfiarsi. Non sapevo cosa fare, come uscire da quella situazione, non avevo modo di puntare il lanciagranate in modo da colpirlo. La presa si sciolse, quando sentivo di essere vicina ad andarmene. Il corpo pesante della guardia cadde al mio fianco. Brenda mi fece l'occhiolino ed io le sorrisi.

Non riuscivo a scorgere la metà dei miei compagni ed ero preoccupata. Avrei dovuto combattere senza pensare ad altro, ma l'ansia che qualcuno di loro potesse essere ucciso era incessante. Avrebbero fatto di tutto per non toglierci la vita però. Eravamo dei soggetti, per loro meritavamo anche di morire lentamente, non bastava una pallottola.

Il portellone della berga era spalancato e pensavo che non ci fosse nessuno dentro, finché non la vidi. Ava Paige. La donna che mi aveva rovinato, e allo stesso tempo, salvato la vita. Ci guardammo per un secondo e mi immersi nei suoi occhi di ghiaccio.

Sembrava stesse andando tutto bene, stavamo vincendo e l'aiuto del braccio destro ci aveva avvantaggiati molto. Evidentemente non si aspettavano un ulteriore attacco a sorpresa. Teresa non gli aveva davvero detto niente.

Finché qualcuno non urlò. Una guardia stava trascinando Frypan sulla berga, mentre lui cercava di divincolarsi il più possibile. Persi il respiro quando gli venne piantato un ago nel collo. Il mio amico smise di muoversi e venne trasportato in una nuova prigione.

Non potevo lasciare che accadesse. Se avessi ucciso il loro capo magari si sarebbero finalmente fermati. Percorsi la strada riparandomi dai proiettili, utilizzando qualsiasi cosa trovassi lungo il percorso, tra cui il corpo senza vita di una guardia.

Solo più tardi avrei trovato il tempo di sentire il peso della morte sulle spalle e la mia innocenza che veniva spazzata via in un soffio di vento. L'unica cosa che dovevo fare era sopravvivere, non mi serviva più convivere con i sensi di colpa, lo avevo fatto fino a quel giorno ed ero stufa di compatirmi da sola.

Afferrai la pistola, tenendo il lanciagranate sulle spalle, poiché era un'arma troppo grande e limitava i miei movimenti. Dovevo essere scaltra e veloce.

"Lasciami stronzo!" Sonya si dimenava fra le braccia di un uomo mascherato, con lo sguardo rivolto verso Harriet che era stata bloccata da un'altra guardia. Merda, stava andando troppo male per i miei gusti.

Chiusi un occhio, mirando precisamente alla fronte di Janson. Non sapevo quanti proiettili fossero rimasti e non volevo saperlo. Avevo poche possibilità di mancare il bersaglio, però allo stesso tempo ero ancora troppo lontana. Stavo per muovermi quando accadde qualcosa di inaspettato.

Newt gli si era scagliato contro con una rabbia innata. Non era data dall'eruzione, era pura, sincera. La cattiveria di chi era stato ridotto all'esaurimento da quei mostri. Non volevo che si facesse male e non ci vidi più nel momento in cui iniziarono a lottare l'uno contro l'altro a mani nude, senza armi.

Ignorai qualsiasi rischio ed accorsi ad aiutarlo. In un secondo saltai sulle spalle di faccia da ratto e si sbilanciò, mentre Newt estraeva la sua pistola e la caricava. Ma Janson era troppo veloce e cambiò posizione, cercando di levarmi dalla sua schiena. Io nel frattempo stringevo le braccia intorno al suo collo sempre più forte.

Iniziavo già a sentire il sapore della vittoria sulla punta della lingua, le mie mani sporche del sangue che non era di qualcuno che amavo, anzi. Sentii un dolore acuto alla coscia sinistra. Mi aveva ferita con la lama di un coltello ed era affondata nella mia carne. Urlai più forte che potei e fui costretta a lasciare la presa.

Mi prese per i polsi cercando di tenermi ferma, quando avrei solo voluto toccare la ferita e cercar di non far uscire ancora sangue. Newt sembrava essere sparito nel nulla, mi chiesi dove fosse. Non avevo il coraggio di guardare nella sua direzione. Sforzai il braccio, che fino a poco prima mi faceva ancora male e cercai di raggiungere il suo viso. Gli grafiai la guancia e lui si lamentò con un sussulto.

Alzai la gamba buona, che andò a piantarsi proprio in mezzo alle sue. Sgranò gli occhi e approfittai della situazione per mollargli un pugno sul naso. Allungai la mano verso il mio lanciagranate, ma prima che potessi fare qualcosa Janson afferrò la caviglia che doleva per colpa del coltello. Urlai e caddi di nuovo a terra insieme al lanciagranate, che rotolò circa due metri più in là.

Strisciai verso l'arma, lasciando dietro di me una lunga scia di sangue e dolore. Le lacrime mi bagnarono le guance calde e sudate. Sentii la canna di una pistola che veniva caricata e mi fermai. Ero spacciata.

Janson stava già puntando la pistola nella mia direzione. Newt era svenuto dietro di lui con un ago del collo. "È finita la partita, Cleo" pronunciò mostrando un sorriso malefico. Vedevo nei suoi occhi l'assenza totale di sensi di colpa, l'espressione folle. Lui era sempre stato così, ma a quel punto sembrava solo più stanco. Era malato, e non poco.

Mi chiesi perché stesse facendo tutto quello. Era vicino alla morte, avrebbe potuto spendere i suoi ultimi giorni facendo qualcosa di buono, ma a quanto pare uccidere era nella sua natura. Con o senza l'eruzione, Janson era un pazzo.

Sentii lo sparo, ma non sentii il proiettile.

Chiusi gli occhi aspettando che arrivasse il mio momento, ma non provai nessun dolore.

Aprii gli occhi ed urlai come non avevo mai fatto.

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora