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"Hanno convocato un'adunanza"
Mi disse Thomas mentre camminavamo tra l'erba umida della radura. Tutti non facevano altro che parlare di quello che aveva fatto. C'era chi pensava fosse una sottospecie di super eroe, e chi invece non voleva altro che una linea che cancellava  sul suo nome sulla parete.

"Vogliono che veniamo anche noi due"
Quelle parole mi risvegliarono dai miei pensieri e quasi inciampai su un ramo.
"Perchè? Non siamo degli intendenti"
Constatai mettendomi le mani in tasca.

"Siamo entrati entrambi nel labirinto"

"Fermo fermo, tu sei entrato nel labirinto. Io ho fatto due passi e sono tornata indietro"

"Ma stavi per farlo ieri, quando ti ho fermato"
Sbuffai e piegai la testa all'indietro.
Il cielo era ancora grigio, un grigio innaturale. Era come un soffitto smorto ed uniforme, fin troppo per essere fatto di nuvole.

"Perchè non mi hai detto subito di Teresa?"
Lui si fermò sul posto, come se fosse arrivato il momento che più temeva nella sua vita.

"Cleo, ti devo dire una cosa"
Non aspettò nemmeno una mia risposta, che mi prese la mano e mi trascinò nel bosco, al solito albero di fianco alla tomba di George.

"Ora che mi hai sequestrato, puoi degnarmi di una spiegazione?"

Si sedette a terra e allargò le gambe facendo piccoli colpetti con la mano sul terreno, come per invitarmi. Devo dire che inizialmente ero un po' scettica riguardo alla cosa, ma alla fine mi resi conto che non avevo niente da perdere e facendo spallucce mi sedetti fra le sue gambe, appoggiando la schiena al suo petto.

"L'altra sera, ho fatto un sogno davvero strano" mi irrigidii sotto il suo tocco.
E se avessimo fatto lo stesso sogno?

"Eravamo io e te, in uno sgabuzzino-"

"E tu Mi hai baciato"

Fece una lieve risata, come se si fosse  aspettato di sentirselo dire. Era come se ormai, tutto fosse diventato fin troppo prevedibile. La vita nella radura, era dura, monotona, ma stavano succedendo cose che la stavano cambiando, cose inspiegabili, contro natura. Pur nella loro complessità erano semplici.
Come il cielo che diventa grigio, i ricordi, ragazze che ritornano in vita.
Quella non poteva essere la realtà. Sembrava tutto un film o un sogno.
A volte mi sentivo come se non aspettassi altro che svegliarmi nel mio letto, al caldo. Ma non ero nemmeno sicura di quello che volevo.

Poteva essere tutta un' enorme bugia.

Magari quei ricordi, di un mondo perfetto, con una famiglia tutta nostra, la scuola, gli amici. Forse era tutto una menzogna.

Mi sentivo privata della mia identità.

Mi avevano tolto i miei ricordi e con essi la persona che ero.

È il passato che ti definisce, ma io non avevo un passato, e non ero nemmeno sicura di poter avere un futuro.

C'era solo il presente.

Restammo in silenzio per minuti interi, aspettando che l'altro parlasse, che dicesse qualcosa, che facesse qualche osservazione.

"A te cambia qualcosa?"
Chiese. Mi cambiava qualcosa?
Non lo sapevo.

"A te?"
Nessuno dei due aveva intenzione di dare una risposta all'altro. Passarono altri minuti di silenzio imbarazzante.

Piegai la testa all'indietro ed incontrai i suoi occhi color caramello.

"Sai che piaci molto a Teresa?"
Lui alzò gli occhi al cielo, poi tornò a guardarmi.
"Sai che piaci molto a Newt?"

Quella frase mi fece venire una fitta al cuore. Avevo sempre cercato di convincermi del contrario, voglio dire Newt è Newt, e io non so nemmeno perchè mi dispiaccia questa cosa. Dovrei essere felice, eppure mi sento solo più incasinata.

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora