30

2.6K 138 32
                                    

"Vorrei poter scappare dai problemi come fanno tutti gli altri." Dissi giocando con un filo che fuori usciva dal bordo della mia maglietta. "Non scappano, sono solo superficiali e non gli danno l'importanza che si meriterebbero. Provano un certo piacere nel fare gli orgogliosi, non ammetterebbero mai di aver bisogno di un abbraccio ogni tanto."

"Thomas, siete maschi, è normale."
Replicai appoggiando la testa sulla sua spalla. Subito sentii come una morsa allo stomaco e ad un certo punto la sua spalla divenne molto più comoda del mio letto. "Credevo non ti piacesse generalizzare." Disse incrociando le braccia al petto. "In fondo nemmeno a te piace parlare."

"Ma con te sì." Si irrigidì e per un attimo mi pentii di averlo detto. "Ma con me si." Ripetè con tono distratto, mentre incrociava le sue dita alle mie. Una scarica di elettricità si irradiò nel mio petto, sentivo quasi dolore dal desiderio che avevo di avvicinarmi. Quella volta mi limitai a far toccare il suo ginocchio col mio, ma sapevo che non sarebbe servito a molto cercare di trattenersi.

Ero sdraiata sul mio letto da tutto un giorno. La voglia che aveva di uscire poche ore prima, era scomparsa, si era dissolta nel nulla. Avevo chiesto esplicitamente di non entrare in camera e persino Brenda, che dorme nel letto accanto al mio, aveva deciso di assecondarmi. Stringevo fra le mani le coperte e dentro quei vestiti così poco ingombranti, senza armi sulle spalle o infilate nella cintura, mi sentivo quasi incompleta. Non ci ero più abituata ormai.

Forse un piccolo periodo di riposo mi avrebbe fatto bene, mi avrebbe aiutato a pensare, a realizzare il fatto che Thomas non mi amasse più. Se prima trovavo quasi piacevoli quei ricordi, quei piccoli flashback, ora mi torturano in memoria di qualcosa che non potevo più avere.

Esattamente non sapevo cosa avessi fatto di male per farmi odiare così. Alla fine ero morta per un motivo. Avevo salvato Newt e non credo che ci sarebbe rimasto altrettanto meglio che fosse stato lui a morire. Per quanto provassi a far lavorare i meccanismi nella mia testa, non riuscivo a trovare una soluzione logica.

Un ripetuto bussare alla porta, mi costrinse a tornare in quel mondo, non molto volentieri in realtà. "Entra." Dissi a chiunque ci fosse fuori. Per un secondo mi ritrovai a pensare che fosse Thomas e che fosse passato sopra a qualsiasi cosa lo avesse fermato dal baciarmi lì, davanti a tutti.

Quando fu Newt ad entrare, una strana sensazione mi pervase da capo a piedi.
Sapevo benissimo di avere la possibilità di scegliere tra una persona che mi amava e una che invece non lo faceva, ma cosa sentivo io?

Un blocco di pietra si sovrapponeva tra me e il biondo, come se ci fosse un'ostacolo invisibile. Sembrava si stare in un videogioco e non avevo ancora sbloccato il livello, che mi avrebbe permesso di scoprire il motivo per il quale non riuscissi a vedere quello splendido ragazzo, come qualcosa di più di un amico.

"Ci hai appena ritrovati e ti chiudi in camera tua?" Domandò. Feci un mezzo sorriso e diedi qualche colpetto sul materasso, cercando di spiegargli che, nonostante l'opprimente voglia di stare sola, desideravo qualcuno che mi stesse accanto, che mi abbracciasse. Solo che quel qualcuno non era lui.

"Ciao." Lo salutai, per poi vederlo infilarsi sotto le coperte di fianco a me. "Cerca di capirlo." Disse dopo qualche minuto di silenzio. "Chi?" Chiesi ingenuamente. Mi girai su un fianco in modo da guardarlo negli occhi. "Lo sai chi."

"Non lo so Newt. Come faccio a capirlo? Insomma, sono viva, ero davanti ai suoi occhi. Tutti mi avete abbracciata, mi siete venuti incontro, mentre lui se ne è andato facendo finta che non ci fossi."
Newt sospirò e cercò la mia mano con la sua. Ripensai alle ultime parole che mi aveva rivolto, a quando mi aveva confessato di amarmi.

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora