Mi sedetti davanti al tavolo di metallo.
Avevo le mani sudate e continuavo a mangiarmi le unghie.
Rimasi lì minuti interi ad aspettare in silenzio.
Quella aveva proprio l'aria di una sala per gli interrogatori. Davanti a me si parava uno specchio grande quasi tutta la parete, ma sapevo che io non potevo vedere loro, ma loro potevano vedere me. Dietro il tavolo c'era un'altra sedia di metallo, che però era vuota.
Dopo un tempo di attesa che sembrò infinito, la porta della stanza si aprì con poca delicatezza. Un uomo alto, di mezza età e con qualche capello bianco che spuntava tra quelli scuri, entrò nella stanza. Dopo di lui vidi spuntare sulla soglia della porta un ragazzo poco più basso di me, con i capelli e gli occhi marroni. Il mio sguardo cadde sul suo naso, il suo inconfondibile naso.
Prima di sedersi sulla sedia, si avvicinò a me e mi porse la mano.
"Ciao, mi chiamo Thomas"Mi svegliai aprendo velocemente gli occhi. Mi alzai a sedere, ero sudata.
Mi misi le mani fra i capelli frustrata.
"No, no, no"
Mormorai fra me e me. Avrei voluto che quel sogno fosse continuato. Perchè mi dovevo svegliare sempre nei momenti più inopportuni? Di fianco a me vidi Newt scendere le scale. Non feci in tempo a fingere di dormire, perché lui mi vide seduta e completamente sveglia. Mi guardò confuso pretendo risposte. In più lanciò un occhiata al piano di sopra e si rese conto che io avevo sentito tutto quello che si erano detti, lui, Thomas, Minho e Alby.
Ancora non sapevo però ancora, quello che diceva il biglietto.
"Non guardarmi così. Domani ti spiegheremo" rispose prima ancora che potessi chiederglielo. Afferrò una coperta da un angolo buio e la stese di fianco a me.
Osservai il suo viso angelico finchè non vidi la sua espressione rilassarsi, facendomi capire che si era addormentato. La mia insonnia prese di nuovo il sopravvento e ci misi forse un'ora ad addormentarmi completamente.***
Quel giorno capii che odiavo la vista del sangue. Ma tanto.
Uscii dal macello con l'idea di diventare animalista e mi trascinai fino al bosco, tutto questo mentre Winston mi urlava di tornare indietro brandendo il suo macete sporco di sangue di maiale, in modo inquietante.
Mi sedetti con la schiena contro il solito albero cercando di trattenere il vomito. Ma come si poteva fare un lavoro del genere? Non ce la feci più e mi girai per poi iniziare a svuotarmi della mia colazione. "Uh primo giorno al macello?" Sentii chiedere ad una voce che non conoscevo molto bene, ma comunque mi fece innervosire. Come mai non potevo nemmeno vomitare in pace? Sentii due mani tenermi i capelli capelli dietro la testa. Non appena finito, mi girai verso Chuck con una faccia disgustata e un terribile mal di stomaco. "Fidati passerà. Io ho avuto la tua stessa reazione" disse il ragazzino dandomi dei piccoli colpetti sulla schiena. Mi spostai possibilmente verso un'altro albero e mi sedetti come avevo fatto con quello di prima. "Grazie Chuck." A volte quel ragazzino mi sembrava più maturo di altri energumeni come Gally o Winston.
Chuck mi sorrise, ma il momento fu rovinato da un rumore di passi veloci alle nostre spalle.
"Oh Caspio" sentii dire al mio compagno di vomito.Dagli alberi spuntò una figura maschile veloce come una scheggia. Thomas aveva una faccia spaventata e correva come non lo avevo mai visto fare. Subito dietro di lui un ragazzo che avevo capito chiamarsi Ben lo inseguiva urlando parole sconnesse o cose come:" è colpa tua!"
Li vedemmo correre verso la radura e io riuscii a raggiungerli. Chuck rimase indietro, ma gli avrei chiesto scusa più tardi. Vidi Thomas dimenarsi sotto il corpo del velocista mentre cercava di liberarsi. Sentii un urlo di dolore e non esitai a buttarmi nella mischia tirando Ben per la maglietta.Non appena toccai il ragazzo lui si girò verso di me. Non riuscivo a decifrare il suo sguardo. Sembrava un animale.
"Tu!" Urlò per poi afferrami la gola con una mano. Il fiato mi mancò nel polmoni e finii con la schiena per terra.
Vidi qualcuno colpire Ben con un bastone da dietro e non appena lui cadde a terra, mi ritrovai davanti il sorriso smagliante di Newt.
O almeno credevo fosse Newt. In quel momento vedevo tutto sfuocato ed ero sicura che mi sarebbe spuntato un livido sul collo.
Gally corse verso di noi e cercò di tenere Ben fermo. Il biondo mi si avvicinò è mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi. La afferrai e con il fiato ancora corto, ritornai con i piedi piantati per terra.Ebbi un giramento di testa a causa del tentato omicidio, e barcollai. Newt mi afferrò per le spalle per non farmi cadere. Gli sorrisi pensando che quel ragazzo era sempre pronto ad aiutarmi.
Mi girai verso Thomas che era ancora seduto a terra e si teneva il polso con la mano. Mi abbassai alla sua altezza, gli presi la mano e vidi un enorme segno violaceo proprio sotto il polso. Mi chiedevo dove Ben avesse preso tutta quella forza.
Minho mi raggiunse correndo, ed iniziò a chiamare i nomi di Jeff e Clint, i due medicali. "Grazie" Mi disse il moro riconoscente. Io gli sorrisi consapevole che per aiutarlo mi ero quasi fatta strangolare.Ben era ancora sdraiato a terra sotto il controllo di Gally che continuava ad urlargli di stare fermo, invano. Presto si aggiunsero anche Alby e gli altri radurai. "Alzategli la maglietta!" I ragazzi obbedirono subito all'ordine del loro capo. Sull'addome di Ben c'era una ferita molto più simile ad una puntura. Era violacea e da essa si estendevano le sue vene che si erano fatte più scure, quasi nere. Contando che avevo appena vomitato e quel pazzo aveva creato di strangolarmi, dovetti trattenermi dal ricominciare. Ogni faccia, di ogni raduraio, assunse un espressione triste e combattuta. "È stato punto!"
Urlò Chuck quasi esaltato e tutti lo guardarono male. Io al contrario, non ci capivo nulla. Punto? Da cosa? Come? Thomas aveva la mia stessa espressione confusa. Lo vidi fare un respiro profondo e chiudere gli occhi."Qualcuno ci può spiegare cosa vuol dire?" Chiesi io che non ne potevo più di quella situazione confusa. Ci fu qualche secondo di silenzio, dopo di che Newt mi prese da parte.
"Sta sera sali al piano di sopra dopo che tutti si sono addormentati"
Mi sussurrò il biondo all'orecchio, prima di andare con i medicali per aiutarli con Ben.***
I lamenti di Ben riempirono l'aria della radura per il resto del pomeriggio. Urla di dolore, urla di non sopportazione. Ancora io e Thomas eravamo gli unici a non capirci niente e questo mi faceva innervosire. Mi sedetti di fianco alla tomba di un ragazzo di nome Stephen e guardai il sole tramontare.
Era ora di cena ma non avevo molta fame dopo quell'orribile giornata.
Me ne stavo lì a guardare il cielo prendere colori più vicini al rosa, mentre la mia mano si muovevano quasi da sole e strappavano uno dopo l'altro i fili d'erba.Sentii per l'ennesima volta, rumore di passi che si avvicinavano. Non spostai nemmeno lo sguardo dal cielo, tanto sapevo esattamente di chi si trattava. "Ancora quì tutta sola?" La voce di Thomas, non era più felice e spensierata coma l'avevo sentita Il giorno prima. "Beh anche tu sei quì tutto solo, quindi shh"
Sentii una risata amara. Mi prese la mano e mi aiutò ad alzarmi. "Vogliono bandire Ben" Sbarrai gli occhi e incrociai il suo sguardo triste. Mi aveva detto quello che stava per succedere, ma era ovvio che c'era ancora qualcosa che non mi stava dicendo."Tom, è tutto ok?" Lo sentii irrigidirsi, gli dava fastidio che io lo chiamassi Tom? Mi lasciò la mano bruscamente. "Si, tutto a posto. Ora andiamo" lo seguii fino a fuori la foresta. Davanti alla porta si erano radunati tutti i radurai, infatti era impossibile vederci qualcosa.
Con un po' di fortuna io e Thomas ci infiltrammo tra la folla, appena in tempo per vedere la faccia di Ben poco prima che le porte si chiudessero del tutto. Non dimenticherò mai il suo sguardo stremato, nei suoi lineamenti contratti si poteva leggere un'espressione di terrore puro.
L'espressione di che sapeva benissimo che non sarebbe mai sopravvissuto.In quel momento avrei davvero voluto piangere. Ma c'era una frase. Una frase che mi si ripeteva di continuo nella mente. Mi diceva di non piangere, di resistere e di essere forte. Ma era difficile essere forte se ti trovavi in un posto sconosciuto, con persone che dopo anni non sono ancora riuscite a trovare un uscita. Volevo solo uscire da quel posto strano e trovare la mia famiglia. Anche se non mi ricordo di loro, mi mancano come l'aria. Ogni volta che cerco di ricordarmi di loro sento un vuoto dentro che mi costringe a smettere di pensare e alzare dei muri fra me e il mondo esterno.
Questi ragazzi convivevano con questa situazione ormai da anni ed io stavo già per arrendermi dopo tre giorni?
Mi sentivo debole e ridicola.
Pensai a Ben, che dopo tutti gli sforzi che aveva fatto, dopo le giornate passate a correre nel labirinto, era morto così, in un modo così banale e poco eroico. Mi promisi che in qualche modo sarei riuscita a diventare velocista, dovevo aiutare, dovevo fare qualcosa. Non potevo più vedere le persone morire davanti ai miei occhi.
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𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮
Fanfiction[Thomas] Non serve a nulla piangere. Sembri solo una bambina indifesa e tu non lo sei, giusto?