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"Ma ne hai visto uno?" Chiese Chuck mentre metteva in bocca un altro cucchiaio della sua zuppa.
"Si Chuck" rispose Thomas, ormai stufo delle mille interviste dei radurai.
"E lo hai ucciso?" Continuò il più piccolo. "Si Chuck" rispose di nuovo lui, alzandosi dal tavolo e andando a riportare il suo piatto a Frypan.

"Secondo me è una bufala" sentenziò Winston. Per un po' tutti lo guardarono in silenzio, alcuni gli davano ragione con lo sguardo, mentre altri lo stavano fulminando.
"Se fosse davvero così credi che io testimonierei il falso, testa di caspio ragiona!" Sbottò Minho lanciandogli un'occhiataccia.

Non avevo toccato cibo dal giorno prima, continuavo a girare e rigirare il cucchiaio nella zuppa alla ricerca di non so cosa. Il mio stomaco si era chiuso dopo la vista del nostro capo tramortito da un dolente. Nessuno sembrava essersi accorto del mio stato, nessuno apparte una persona.

"Ti servono energie, chiunque voglia diventare velocista deve mangiare qualcosa" Disse Teresa con un sorriso.
Ancora non riuscivo a capire perchè fosse così gentile con me, cosa era cambiato?

"Non ho molta fame"
Lei non insistette sapendo che mi avrebbe solo dato fastidio, e io decisi di alzarmi per allontanarmi un po' dalla folla.

Gli ultimi due giorni erano stati particolarmente difficili, e non ero per niente dell'umore di stare con altre persone. Uscii dal casolare e mi incamminai verso le mura.
La porta era aperta e non faceva altro che incuriosirmi sempre di più, quasi come se mi volesse spronare ad entrare nel labirinto. Sapevo che era un errore e non credo che lo avrei mai fatto a poche ore dal tramonto e  senza l'attrezzatura necessaria.

Eppure mi sentivo come se qualcosa l suo interno mi stesse chiamando, magari era l'uscita, magari era una trappola. Ma una cosa era certa, dovevo scoprirlo, dovevo diventare velocista. Ammesso che decidano di risparmiarmi questa sera all'adunanza...

"Ciao" Newt mi affiancò zoppicando come sempre, ora che ci penso non gli ho mai chiesto che problema avesse la sua gamba. "Ciao".

"Non vorrai entrare nel labirinto ora, vero?" Chiese sorridente. In Quel momento l'unica cosa che non mi andava era scherzare, così non risposi.

"Come ti senti?"
"Come mi sento?! Potrebbero sbattermi la dentro quando vogliono, dovrei stare bene secondo te?"

Non mi lasciò continuare perchè mi abbracciò zittendomi. Non dovevo piangere, non potevo apparire debole.

"Qualsiasi cosa succeda, io lo impedirò, sono il capo ora, ricordi?"
Annuii quasi del tutto convinta e mi strinsi ancora di più al tessuto dei suoi vestiti. Quando sciolsi l'abbraccio  cercai di allontanarmi, ma lui mi afferrò la mano e mi tirò di nuovo verso di lui.

Mi mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e si avvicinò. Si avvicinò troppo. Le nostre labbra si stavano quasi per toccare quando io mi girai dall'altra parte chiudendo gli occhi per paura di quello che sarebbe successo dopo. Perchè mi ero girata?
Non lo sapevo nemmeno io.

Lui si allontanò da me confuso e imbarazzato, in effetti non avrei mai voluto stare al suo posto il quel momento. "Scusa, non volevo, cioè sì, volevo ma non dovevo" iniziò a farfugliare lui gesticolando. Io lo bloccai con un gesto della mano.
"Tranquillo è tutto a posto"

Detto questo me ne andai lasciandolo da solo davanti alle porte del labirinto.
Stavano succedendo troppe cose, troppe in una volta sola. Stavo per scoppiare, me lo sentivo. La gola mi bruciava e il mio respiro non era più regolare come prima.
Non ce la facevo più.
Volevo tornare a casa, ovunque fosse e chiunque ci fosse dentro.

Corsi verso il bosco stringendo i pugni, intenta a trovare un posto tranquillo, dove sfogarmi. Da sola.

Le lacrime iniziarono a scendere sul mio viso subito dopo essere entrata nel bosco. Corsi il più veloce possibile, talmente tanto da farmi venire il fiatone.
I miei respiri erano troppo veloci, non riuscivo più a farli tornare regolari e le mani mi tremavano. Diedi un pugno al solito albero dove di solito mi rilassavo guardando il tramonto.

𝓣𝓱𝓮 𝓜𝓪𝔃𝓮 𝓡𝓾𝓷𝓷𝓮𝓻//𝓗𝓸𝓹𝓮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora