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Pov's Christian
Attraverso l'uscita della centrale di polizia e mi fermo sul marciapiede proprio lì di fronte per fumarmi una sigaretta. Odio avere gli sbirri alle calcagna, o peggio i detective, ma se loro sono l'unica soluzione per togliermi di mezzo quella stronza di Nicole, posso anche accettare di averci a che fare, sperando non indaghino troppo su di me o persino su quella maledetta storia di Betty.
Mi ripeto spesso che sto con Nicole solo perché suo "padre" è il miglior socio di mio padre, e per una volta nella vita non voglio mandare a puttane gli affari della mia famiglia, eppure questo mi sta portando sempre di più alla rovina, di certo non è la prima volta che lo penso.
È la mia famiglia che mi ha portato alla rovina da quando sono nato: mio padre che abbandona me e mia madre, e poi lei che si droga per poter dissimulare il suo dolore. Da lì iniziò tutto.
E pur di non essere buttato in strada o affidato ai servizi sociali, mia madre ebbe la brillante idea di dare la mia custodia ai miei zii, i quali in casa non c'erano quasi mai: mio zio probabilmente è morto o chissà che cazzo di fine ha fatto, mentre mia zia Bridget, boh non ho mai capito se mi volesse davvero bene o se il suo minimo affetto derivava da una forma di compassione o pietà per la mia vita sfortunata. Fatto sta' che prima di stare con gli zii, non avevo molte alternative di vita: o stavo in casa con mia madre mentre passava le giornate a farsi di cocaina in bagno o stavo fuori casa a combinare qualche casino, tipo rubare da qualche parte.
Non avevo nulla ai tempi, nè soldi, nè amore, nè voglia di vivere, avevo solo tre amici coglioni sbandati tanto quanto mia madre; ero peggio di un vagabondo senza tetto.
Quando mi hanno dato ai miei zii in custodia, non ero per nulla soddisfatto, volevo solo continuare a fare ciò che mi riusciva meglio: il coglione drogato, alcolizzato, senza futuro, insomma la delusione della famiglia. Ma i miei zii erano ricchi tanto quanto mio padre e appena mi hanno "adottato" un anno dopo mio padre si è fatto sentire, veniva a trovarmi qualche volta e tutto ciò che potevo fare era fingere un sorriso, anche se quello che provavo era solo rabbia.
Mia zia Bridget e mio padre sono fratelli, ma ovviamente non avevano buoni rapporti, i loro rapporti dipendevano solo da me, mi trattavano come un cucciolo abbandonato e allo stesso tempo come un vaso rotto.
Ma quando compii 13 anni era arrivato quel momento della vita in cui i genitori dopo aver abbandonato i figli e ad un certo punto se ne ricordano cercando di far finta di non averli mai lasciati; dunque rimediano al casino cercando di far finta che i figli siano ancora tutto per loro...quando per anni hanno preferito farsi i cazzi loro in ville sulla spiaggia, tra alcol, droga, puttane e rock 'n roll.
Non sarò stato il primo ad essermi trovato in una situazione simile, ma di certo sono sicuro che ha pienamente influenzato la mia esistenza, come quella di chiunque ne abbia avuta una simile.
Mi ricordo ancora quella villa gigante fronte oceano in cui anni fa portai anche Aria. Quando misi piede per la prima volta in quella casa dispersa a LA dove mio padre si portava le tipe, rimasi sconvolto: in quella casa c'era di tutto, sembrava uno studio pornografico...qualsiasi tipo di oggetto per i bondage, attrezzi per il sesso violento, ecc. Avevo 15 anni e rimasi traumatizzato dalla perversione di mio padre, da lì capii da chi avevo preso la mia pazzia.
Mio padre abbandonò me e mia madre così dal nulla, passò qualche anno a vagabondare e poi scoprii che finalmente aveva ereditato l'azienda di mio nonno.
John Scott passò dalle stalle alla stelle: gestiva un'azienda multimiliardaria, faceva una vita apparentemente felice, eppure quando seppe che i miei zii mi avevano in custodia cercò di avvicinarsi a me come un padre modello e addirittura si iscrisse come preside nel mio liceo.
Chissà come facevo a sopportare tutta quella vicinanza improvvisa, per me era quasi uno sconosciuto. Aveva tutto, a cosa gli serviva il figlio abbandonato anni prima?
Quando mi sono traferito a Miami ero cambiato e volevo dargli una seconda possibilità, mi promise di darmi un lavoro alla Sct House e magicamente nel testamento ci fu uno spazio dedicato a me e ai miliardi che avrei ereditato, forse è questa la risposta alla domanda. Serviva un "erede".
Ma lui non capiva che i soldi non mi servivano a un cazzo, ricco o povero, la mia vita sarebbe stata sempre un tormento.
Ma per ora i soldi sono tutto ciò che mi rimane.
Quindi per non mandare a puttane ogni cosa come sempre, devo salvare almeno l'azienda di mio padre e la mia eredità per il momento, perciò Nicole me la devo subire, e Nicole non è niente in confronto a tutto ciò che ho passato. Tuttavia ora è solo questione di tempo prima di smascherarla e lasciarla.
Non me ne frega niente dei soldi, già, però ora li ho e perché dovrei rinunciarci o rischiare di perderli per una pazza come Nicole? Okay non la sopporto, ma io resto pur sempre un'egoista, e anche se devo stare con lei, almeno posso usarla per stare nelle grazie di mio padre e posso scoparla quanto e quando mi pare.
In questo periodo ho imparato che l'amore non è tutto, o forse ci sto provando a non pensarci; a volte nella vita bisogna imparare a sopravvivere, e c'ero riuscito talmente bene prima di Aria. Prima di lei mi riusciva bene essere egoista, a pensare ai cazzi miei, a riservare ciò che avevo e non avevo timore di nulla o di nessuno, non avevo nulla di importante da perdere e questo era il mio punto di forza, chiunque mi avesse messo i bastoni tra le ruote non poteva trovare nulla nella mia vita per potermela rovinare, l'unica cosa che qualsiasi persona in debito con me poteva fare era uccidermi, ma i nemici mi hanno sempre preferito vivo.
Ma quando è arrivata Aria ho iniziato a trascurare i bisogni primari, o i vizi primari, solo perché avrei rinunciato a tutto per lei, ovviamente mi ci è voluto molto per ammettere questa cosa, ma poi ho rinunciato a quel cazzo di posto di leader per lei, ho rinunciato alla mia reputazione, ho rinunciato alla mia vita stramba -e a dire il vero mi andava bene fare il coglione, mi bastava solo farci l'abitudine-. Tutto ciò che volevo era tenermi la mia corazza anti debolezze per potermi rialzare sempre, non avrei mai permesso a nessuno di abbattere il mio muro d'orgoglio.
Perciò all'inizio Aria era come un cancro, è brutto da dire, ma è così. Ho sempre odiato l'amore, il romanticismo, i mazzi di fiori e tutte quelle cagate lì, non ero il tipo da smancerie e di certo la mia famiglia incasinata non mi è stata d'esempio, e sotto sotto odio ancora tutte queste cose romantiche, non sono una persona romantica e mai lo sarò davvero. Prima di lei avevo ancora i miei amici fattoni, le mie ragazze di scorta e pensavo che il mio futuro sarebbe sempre stato così anche dopo il diploma, solo che ai tempi pensavo che questa routine la avrei continuata a Miami da miliardario, quindi forse l'unica cosa che avrei cambiato sarebbe stata la droga, probabilmente di più qualità.
Lei non era nei piani.
E invece dopo di lei mi sono ritrovato dopo il diploma a pensare persino di andare all'università, solo perché Aria mi aveva messo in testa che studiare e' importante e bla bla bla. Aria era una luce infondo al tunnel e lei mi piaceva sul serio; perché posso essere anche la persona più pessimista di sempre, ma sono umano e anche alle persone pessimiste infondo piacciono le cose belle e positive, ma io volevo continuare ad odiare queste cose riguardanti l'amore, perché amavo la mia vita da schifo. "Imparando a vivere in mezzo ai rottami già rotti, non si può più distruggere nulla", quindi se io ero rotto, non potevo rompermi ancora di più.
Con Aria sono rinato, i miei rottami pian piano si sono aggiustati e bastava il minimo errore per distruggerli ancora, e prima o poi lo avrei fatto, li avrei rotti ancora, e così è stato...e la mia fottuta corazza che mi ero creato per non soffrire ora non esiste più, ha lasciato spazio alla sofferenza, e in passato non l'avevo previsto.
Poi mi sono ritrovato a Miami, non con il futuro che mi aspettavo da stronzo 2.0, ma con un'azienda da gestire, una moglie, pomeriggi ricchi di riunioni e serate passate in piscina a sorseggiare champagne guardando la luna piena. E tutto questo senza Aria. Mi sono abituato a due stili di vita diversi, eppure essere un drogato senza prospettive o un miliardario con carriera non mi cambia nulla. Saprei gestirmela, saprei gestire ogni cosa pur di salvaguardare me stesso. L'unica mia debolezza è quella cazzo di ragazza bionda con cui ho parlato poco fa in centrale e mi ha rifiutato per la 200esima volta. Dunque i miei problemi derivano sul serio da mio padre o derivano dall'amore per Aria?
Daddy issues o heart issues?
Davvero non so cosa pensare. Da una parte c'è la scelta più ovvia che sceglierebbe chiunque, dall'altra c'è la scelta più debole ma che mi renderebbe più orgoglioso che mai.
Non so se sia più frustrante il fatto che Aria non mi vorrà mai più, o il fatto che continuo a rincorrere qualcosa andando contro i miei istinti da stronzo egoista con un cuore di ghiaccio. Odio Aria per avermi fatto capire cos'è l'amore e poi avermelo sbattuto in faccia; lei era l'unica luce della mia vita monotona, a volte penso che questo sia il karma che mi ripaga per averle fatto così tanto male anni fa. Probabilmente è il karma, o probabilmente il problema sono io che non la merito.
Finisco di fumarmi questa cicca del cazzo, la butto a terra e la schiaccio con il piede. Mi incammino verso la mia macchina, per oggi ho finito di rimuginare sulla mia vita. Quando sento dietro di me dei passi, mi volto lentamente e vedo Aria con un'espressione stampata sul volto leggermente stranita.
<<Sbaglio o poco fa mi avevi cacciato?>> le rivolgo la parola, sperando di capire il perché di questa visita improvvisa. Rimane lì impalata fissandomi in modo inquietante. Sembra quasi che abbia letto i miei pensieri e che fosse rimasta colpita dal fatto che la odio per avermi fatto innamorare di lei.
Fa' qualche passo verso di me...essendo notte e la strada priva di lampioni, posso vedere a malapena il suo sorriso leggermente curvato verso l'alto in un modo seducente. Alza le braccia e mi mette le mani dietro il collo.
<<Aria...>> la richiamo divincolandomi dalla sua presa e sentendo l'odore familiare di vodka <<Hai bevuto?>>
Certo che sì, non sarebbe qui da me se non lo avesse fatto. Se fosse stata sobria sarebbe rimasta lì in macchina nel suo posticino lontano 10m dal marciapiede in cui sono io; mi osserverebbe dal finestrino, pensando "cazzo quanto vorrei andare lì da Chris e parlarci..." ma poi il suo istinto le avrebbe detto "no, Aria, non caderci ancora" e dunque avrebbe messo in moto, se ne sarebbe andata e, ascoltando qualche canzone alla radio, si sarebbe dimenticata subito di quella piccola tentazione.
<<Che t'importa? Sapere che sono tua non ti basta?>> dice abbracciandomi di nuovo e baciandomi velocemente in modo che io non possa staccarmi da lei.
Cazzo... ancora con questa tortura. Vorrei tanto che continuasse, ma è ubriaca e lei mi vuole solo quando è ubriaca, è sempre così. L'alcol attiva la sua voglia di sesso, non il suo cuore. Lei non mi vuole amare, non vuole stare con me, vuole solo il mio cazzo, è sempre così. E questo mi distrugge, quindi me ne devo andare. Avevo fatto progressi con i miei sentimenti, sto quasi riuscendo a superare tutto, ma se continuo ci ricado ancora. È come una dipendenza da cui non posso scappare...a meno che non faccia a tempo...
<<Mi stai per respingere>> dice delusa; essì è proprio quello che sto per fare. <<Dov'è il Christian coglione che non gliene frega nulla delle conseguenze dell'incolumità di una ragazza?>>
<<Non esiste più>> rispondo in modo melodrammatico. Sinceramente mi sento un po' spaesato, odio dover fare i conti con me stesso.
<<Beh...ora rivoglio quel Chris>> sussurra buttandosi ancora su di me, inizia a baciarmi ancora e inizia a strusciare i fianchi contro di me. Si stacca per un istante e esita; i nostri occhi si incrociano per un momento.
Posso percepire dal suo sguardo cosa vuole, e per un momento vorrei che volesse dirmi "ti amo, Chris, ritorniamo insieme" e invece mi sta comunicando "stasera voglio solo il tuo cazzo".
Perché i ruoli si sono invertiti così?
È brutto da dire, ma una volta era lei quella a soffrire, non io, ed è straziante.
Sorride e poi mi infila la lingua in bocca continuando a strusciarsi su di me sempre più forte e veloce stringendo la presa delle sue mani nei miei capelli. <<Cazzo...>> mormoro, mentre mi eccito sempre di più, anche se da brava persona dovrei fermarla e dirle che domani se ne pentirà. E non si pentirà solo lei, ma anche io e probabilmente passerò l'intera giornata di domani a drogarmi per pensare ad altro.
Non la sopporto, non voglio provare questo dolore misto con l'eccitazione, è troppo, devo andarmene.
<<Toccami, Chris>> mi sussurra all'orecchio, facendomi eccitare sempre di più e facendomi venire voglia di scoparla proprio in questo marciapiede davanti alla centrale di polizia. Mi sto immaginando i vari modi in cui potrei farle urlare il mio nome stasera, potrei addirittura attirare l'attenzione dei colleghi della Richards, che ascolterebbero da dentro la centrale, invidiosi perché vorrebbero essere noi.
Cazzo non posso...
Osservo i suoi occhi verdi pieni di desiderio, i suoi capelli biondi un po' spettinati, il suo rossetto leggermente sbavato...cazzo. Sto cedendo.
<<Fai uscire il cattivo ragazzo che è in te>> mi incalza sbottonandomi i primi due bottoni della camicia con quello sguardo estremamente sexy... non posso, ma la voglio più di ogni altra cosa.
Cerco di pensare ad altro, ma la mia mente pensa solo a quello...
Dunque per un istante ripenso alla nostra ultima scopata, mi sembra siano passati anni dall'ultima, invece sono passate solo alcune settimane: eravamo nella nostra caverna, lontani da tutti. Aria era più felice che mai, io lo ero di più; non so cosa darei per ripetere quella situazione...lei che mi chiede di restare, io che la distendo a terra, lei che mi spoglia lentamente, io che continuo a baciarla come se non la toccassi da anni, lei che affonda le unghie nella mia pelle mentre mi prega di entrare dentro di lei al più presto.
No.
Devo andarmene.
Non posso cedere ancora.
Ma "fortunatamente" è lei che si allontana per prima, forse perché vede la mia incertezza, ma non voglio che vada via.
Non riesco a decidere.
So cosa voglio, ma so anche che non posso volerlo, per ora.
Non posso sopportare un altro minuto in più qui con lei, o cederò.
Mi accarezza il braccio con la mano e si divincola dalla presa, posso sentire il suo profumo anche a questa minima distanza. Sto impazzendo, mi sento come un vampiro davanti ad una busta di sangue. La voglio troppo, ma...il mio orgoglio.
Mi giro e inizio a camminare nella strada opposta rispetto a lei. <<Chris>> mi richiama. Mi fermo, sapendo di star facendo una cazzata, una delle tante cose che non dovrei fare per rovinare tutto, ma si sa che rovinare tutto è il mio forte...perciò 'fanculo. Ritorno indietro e mi butto su Aria senza esitare, la bacio sbattendola con violenza contro il muretto, non mi frega niente se qualcuno può vederci, tutto quello che so è che la voglio e che questa è un'occasione da non perdere. <<Ti odio>> sussurro quasi senza accorgermene.
<<Mi piace il modo in cui mi odi>> commenta continuando a sbottonarmi la camicia. Scendo a baciarle il collo, mentre le mie mani afferrano il suo sedere in modo da sentirla completamente su di me. Sento i suoi respiri affannosi e il suo cuore battere a mille, sto impazzendo.
<<Andiamo a casa>> le dico fermandomi. Esita un istante quasi offesa, e poi subito mi ricordo che nel suo alloggio momentaneo c'è Luke, che nella sua vera casa c'è Cameron e che a casa mia c'è Nicole. Fantastico, non abbiamo una casa.
<<Okay, in macchina>> dunque consiglio un luogo alternativo. La prendo in braccio e dopo aver aperto la macchina ci mettiamo nei sedili posteriori, per fortuna oggi ho preso la Tesla a cinque posti. Mi distendo sopra ad Aria, iniziando a spogliarla senza esitare, fregandomene del fatto che qualcuno potrebbe vederci, anche se siamo in piena notte.
<<Come ai vecchi tempi, eh?>> dice ridendo
<<Certe abitudini vanno rinnovate con il tempo>> rispondo sorridendo, in questo momento mi sento più felice che mai, anche se lei è ubriaca e probabilmente domani se ne pentirà, almeno posso illudere quella piccola parte di me che ancora spera che ritornerà con me. Penserò domani ai rimorsi e al dolore.

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