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Pov's Christian
Sto vivendo in un inferno da anni ormai. Pensavo che trasferirmi da mio padre avrebbe avuto solo risvolti positivi: cambiare città, cambiare routine, cambiare amici, ritrovare un membro della famiglia che non vedevo da tempo. D'altronde mio padre è tutto ciò che mi rimane della mia famiglia biologica oltre mia zia. La mia famiglia è composta da mio padre, da mia zia Bridget e Ryan.
Gemma invece è una quasi amica, è sempre disponibile ed e' una donna molto dolce, ma ovviamente non può far parte delle persone a cui voglio bene o delle persone a cui tento di darne. Gemma la vedo come "la madre di mio figlio" nonché una delle tante che mi sono scopato nei bagni di una discoteca anni fa, suona da stronzo ma effettivamente è così ed è inutile dissimulare l'evidenza. A volte mi chiedo ancora perché quella volta abbia dimenticato il preservativo, probabilmente non ero solo sbronzo ma pure drogato. Fatto sta che ora mi tocca badare pure ad un figlio. All'inizio ho odiato l'idea di averne uno: Gemma mi si è presentata a casa a Los Angeles dichiarando esplicitamente che il figlio che aveva avuto era mio. Non mi aveva colto in flagrante, per fortuna mi aveva avvisato settimane prima che mi avrebbe fatto sapere al più presto se il figlio era mio. Aveva ottenuto il mio numero da un mio amico e mi ha chiamato, purtroppo speravo che non fosse mio, e invece... è bastato questo per farmi allontanare da lei.
Aria. L'unica persona che io abbia mai amato davvero in vita mia. A molte ragazze dicevo "ti amo" solo per distrarmi o per portarmele subito a letto, ma lei...lei era semplicemente la mia lei. L'unica per la quale valeva davvero la pena lottare intorno a questo schifo di mondo.
E l'ho persa. L'ho persa molte volte. E ora l'ho persa ancora.
Forse non la merito, forse ha ragione, dobbiamo lasciar perdere la nostra storia. Quando l'ho ritrovata qui a Miami, mi è parso quasi un miracolo, dopo tre anni di tormenti e alti e bassi, potevo quasi ammettere a me stesso di averla dimenticata. L'ho sempre amata, su questo non ho mai avuto dubbi.
Ma adesso c'è Nicole.
Nicole...l'ho conosciuta per caso ad un ricevimento di lavoro di mio padre: la mia famiglia e la sua famiglia si conoscono da anni, ancora prima del divorzio dei miei e ora mio padre è in affari con il padre di Nicole. All'inizio io e lei ci trovavamo a parlare come amici di lavoro, parlavamo di progetti futuri dell'azienda ecc. non vedevo Nicole come una migliore amica e nemmeno come una pressoché fidanzata, semplicemente era una persona comune di buona compagnia.
Ricordo ancora quando mio padre piombò nel mio ufficio preoccupato esplicitando chiaramente che io DOVEVO frequentarmi con Nicole per poter entrare ufficialmente in affari con suo padre. La Sct House aveva moltissimi debiti in quel periodo, e il padre di Nicole, Alfred Williams, uno degli uomini più nobili della Florida, aveva proposto a mio padre la quantità sufficiente di denaro per saldare i debiti, e la metà dei soldi ci è tuttora avanzata, di certo ora siamo messi a posto per tutta la vita. E che cosa serviva per dare il via a questo "prestito"? Il mio fidanzamento con Nicole.
È banale dire che non ho avuto scelta, ma ammetto che non ho avuto scelta. Mio padre andava avanti con quei debiti da anni e presto la Sct House sarebbe andata in bancarotta, se non fosse stato per Alfred: è stato il raggio di sole in una giornata nuvolosa.
Nicole nonostante la situazione chiaramente assurda, si è innamorata di me, ma sono sicuro che anche lei è la marionetta di suo padre. Ora sono dentro a questo gioco e non posso più uscirne. Forse se avessi ritrovato Aria molto prima che questo succedesse, forse...sarei scappato con lei una volta per tutte. Al diavolo il lavoro, al diavolo la vita da finto riccone felice, al diavolo tutto...mi bastava lei, cazzo.
Ora maledico la mia vita, ed è tutta colpa mia.
<<Signorino Scott vuole dell'altra tisana?>> mi chiede Jade, una delle domestiche della villa. Anche le domestiche, i camerieri, i cuochi, gli autisti, i maggiordomi...sono tutti amici di mio padre e proprio per non tradire la sua fiducia, sono a suo servizio a tempo pieno quasi gratuitamente. Il loro stipendio è minimo per comprarsi il giusto indispensabile. Con tutti i soldi che abbiamo mi chiedo perché dobbiamo essere così avidi. E so cosa vuol dire vivere in povertà: quando a 15 anni sono scappato di casa dopo una sbronza ho vissuto tre mesi senza nulla, ho imparato come sopravvivere e come fare amicizia facilmente con i barboni. E ritornando da mia zia - non che le importasse molto della mia assenza, le fu quasi indifferente- , il lusso non mi era mancato...era una cosa scontata fra le tante, come la droga, il sesso, gli amici... sapevo che quei due mesi non avrebbero cambiato nulla, al mio ritorno era esattamente tutto uguale e io ero sempre lo stesso. Un bastardo viziato, ecco cos'ero.
Quello che mi mancava era l'affetto, l'amore...
Che vita di merda. Sono passato dalle stalle al sottosuolo. E ho solo 23 anni.
Mi alzo di scatto dalla poltrona stile vintage francese, la quale fa un rumore assordante quando la sposto e June sobbalza dalla sorpresa. <<Qualcosa non va?>> mi soccorre avvicinandosi lentamente
<<Dov'è mio padre?>> domando con un tono arrabbiato.
<<In questo momento si trova fuori città, ma dovrebbe rincasare fra un'ora>> risponde gentilmente mantenendo la calma. In questo momento la calma è l'ultima delle mie preoccupazioni. <<Oggi non ci sono riunioni in programma>> rifletto dubbioso
<<Ehm...ha altri impegni>> risponde andandosene frettolosamente. La sua reazione non può essere altro che conseguenza del fatto che stava mentendo...probabilmente mio padre è da qualche parte a firmare qualche contratto losco con i suoi amichetti mafiosi del casinò. Non me ne capacito.
Rimango in piedi a fissare il caminetto della sala, mi prendo la testa fra le mani: non posso vivere affondando nel dolore e mascherando i miei problemi. Negando a me stesso di essere felice, ancora una volta.
<<Tesoroooo>> urla la-mia-futura-moglie-che-non-amerò-mai e si avvicina a me baciandomi la guancia. <<Guarda qui cos'ho!!>> cinguetta sbattendomi in faccia quattro borse nere.
<<Hai fatto la spesa? Mi hai preso anche i cereali per caso? Oh tesoro non dovevi sprecarti così tanto...>> dico ironico sbuffando. So benissimo cosa c'è in quelle fottute borse.
<<No, sciocchino: un paio di tacchi Louis Vuitton, una borsa beige Chanel, una pelliccia di Ermes...eee....>> agita l'ultima borsa in aria e non esce nulla. Questa donna ha molti disagi.
<<Ti starai chiedendo che fine ha fatto il contenuto...>> mi prende una mano e mi attrae verso di lei <<questo lo scoprirai tu...>>
Inizia a sbottonarsi la camicetta, senza mai staccare lo sguardo da me. I suoi occhi color nocciola esprimono evidentemente le loro intenzioni, ma ora non è il momento per questo, sono demoralizzato e passare un'ennesima notte con Nicole non fa altro che farmi ricordare che dovrebbe esserci Aria al suo posto.
<<Nicole...>> mi distacco da lei <<Non stasera>> dico bruscamente.
<<Sei uno stress...dici sempre di no! Un 90enne in procinto di morte ha più entusiasmo di te!>> sbatte un tacco a terra - avevo sperato che si rompesse - e butta a terra le borse <<Che ti succede? Hai problemi a farlo alzare?>>
Mantieni la calma.
<<Lo facciamo almeno tre volte al giorno, di cosa ti lamenti?>> "lo facciamo almeno tre volte al giorno...per farti stare zitta" almeno quando scopiamo di sicuro non può sparare cazzate o parlare della nuova collezione autunno-inverno di Versace.
<<Di te! Sembra che mi usi solo per i tuoi piaceri e non mi parli mai>> sbuffa <<Una volta non era così>>
<<Ah sì!? A me sembra tutto uguale>> non è per nulla tutto uguale. Quando non sapevo che Aria fosse qui a Miami, probabilmente passavo molto più tempo con Nicole e me la ero fatta apprezzare, diciamo. Ma non le dicevo mai che la amavo perché lo pensavo sul serio...è sempre stata un passatempo, ecco, e poi non potevo lasciarla.
E non posso nemmeno ora.
Ci dobbiamo sposare.
Io devo sposare questa svampita ragazzina viziata.
Voglio buttarmi sotto a un treno.
<<È tutta colpa di quella cafona! Come cazzo si chiama? Ah sì Ariana So-Tutto-io, che se ne va in giro a testa alta e poi veste con maglioni del mercatino dell'usato!>> urla e inizia ad andare avanti e indietro. I suoi tacchi taccheggiano nella sala emettendo un eco fastidiosissimo.
Stavo cercando di trattenermi dal travolgerla di insulti, ma ora ha superato il limite.
<<Non c'entra nulla>> rispondo semplicemente, tanto anche se le spiegassi non capirebbe comunque e avrebbe sempre ragione lei. Inutile sprecarsi.
<<Christian Scott so benissimo che fra te e lei c'è stato qualcosa ancora prima che tu mi conoscessi>> mi punta il dito contro <<probabilmente vi amavate più di Amore e Psiche, ma caro mio, ora sei il mio FIDANZATO e che tu lo voglia o no STIAMO INSIEME quindi smettila di pensare a lei o puoi dire addio alla Sct House>> mi minaccia, sorridendo maliziosamente. Ha vinto, cazzo.
E ora io starò qui a fissarla, a dire di sì con la testa, a sussurrarle quando le voglio bene, a quanto quello che dice è solo un malinteso ecc. Sono vittima degli affari di mio padre.
<<Che sta succedendo qui?>> irrompe mio padre nella sala, seguito da due uomini sulla sessantina.
<<Niente, io e tuo figlio stavamo per ritirarci in camera, vero tesoro?>> Nicole mi rivolge uno sguardo fulminante.
<<Sì, certo...ora vi lasciamo in pace>>
Io e Nicole ci incamminiamo lungo le scale verso la nostra camera. Mio padre ha capito perfettamente la situazione, per fortuna aveva ospiti, sennò a quest'ora ci sarebbe stata una tempesta.
<<È solo una delle tante volte in cui ci beccano a discutere, non essere tanto sconcertata>> la avviso buttandomi sul letto e accendendo il cellulare per ignorare qualsiasi cosa sia pronta a dirmi ancora.
<<Sconcertata? Farò finta di nulla...tanto so che infondo provi qualcosa per me, sei solo troppo...accecato>> si siede sopra di me allargando le gambe e togliendomi il cellulare dalle mani <<Siamo fatti per stare insieme...non e' evidente? Giovani, belli, ricchi, stronzi...due anime gemelle>> mi sbottona la camicia e mi lascio fare senza opporre resistenza <<E fra meno di un anno ci sposiamo>> aggiunge sorridendo togliendosi il vestitino e facendo trasparire il suo intimo nuovo di zecca. Mi bacia appassionatamente scontrandosi contro di me. <<Marito e moglie...straordinario!>> sussurra al mio orecchio. Mi viene quasi un conato di vomito a sentirlo dire. Mi sbottona i jeans neri e li butta a terra con violenza <<Sarò tua per sempre e tu sarai m...>> gli metto una mano davanti alla bocca <<Puoi stare zitta per favore?!>> sbotto e mi metto sopra di lei velocemente...prima finiamo meglio è. <<Mhh sarà difficile Chris>>
A sentir nominare il mio nome in versione ridotta mi viene un brivido di disgusto. Solo Aria può farlo. Tuttavia non ribatto nulla, anche se mi verrebbe da riempirla di insulti. E invece sto per fare l'opposto.
Quanto mi odio.

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