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Io e Gemma ci conoscevamo dall'asilo, forse dalla nascita. Ricordo quando ci siamo parlate per la prima volta, l'ultimo anno di asilo, stavo litigando con Carmen perché mi aveva rubato la mia bambola preferita e le aveva rovinato tutti i capelli dorati con la tempera fucsia, ero molto arrabbiata. Gemma arrivò lì e mi consolò, dopodiché prese la mia bambola dalle braccia di Carmen -la quale era già la mia unica migliore amica dell'asilo- e provò a lavarle i capelli con l'acqua del lavandino in bagno ma fu inutile, almeno ci aveva tentato.
Da lì io e Gemma siamo diventate "amiche", anche se a quell'età fare amicizia era piuttosto semplice e imprevedibile. Alle elementari stavamo sempre insieme, io lei e Carmen, eravamo inseparabili, insieme facevamo di tutto: andavamo al parco, al Luna Park, a scuola, i pomeriggi li passavamo dando da mangiare alle papere nel laghetto e facendo il solito picnic di metà giornata. Alle elementari eravamo tutte abbastanza spensierate, non litigavamo quasi mai e nulla ci avrebbe separato.
Alle medie incontrammo Honey, avevamo alcune lezioni in comune con lei e abitava a tre isolati da casa mia a Brooklyn. Anche se tutte e 4 eravamo molto vicine. Honey ha sempre frequentato la nostra stessa scuola anche alle elementari, ma la conoscevamo solo di vista.
Ricordo molto bene il giorno in cui io e Gemma parlammo sul serio con Honey: eravamo sedute a mensa, Carmen quel giorno aveva l'influenza ed era a casa, Honey si sedette al nostro tavolo per proporci di entrare al club del giornalino, ma all'inizio né io né Gemma volevamo entrarci. Ma quando Honey iniziò ad elencare i nomi di quelli che si erano già iscritti, fra i tanti comparve quello di Jack -che era una mia crush praticamente già dalle elementari- e subito volli iscrivermi. Gemma ovviamente dovette iscriversi con me per non lasciarmi da sola e iscrivemmo anche Carmen senza il suo consenso.
Durante quel corso ci avvicinammo molto ad Honey e lei ben presto iniziò ad uscire con tutte e tre, diventammo molto amiche.
In prima liceo praticamente eravamo diventate inseparabili, anche se Carmen aveva qualche problema in famiglia ed usciva un po' meno, Honey aveva anche un'altra compagnia con cui uscire e Gemma usciva con un ragazzo diverso al mese. Poi c'ero io che ero accecata dalla luce di Jack. Quel ragazzo mi piaceva terribilmente dalle elementari e non mi aveva mai calcolato, per lui non esistevo. Poi chissà come, in seconda liceo, era un pomeriggio come tanti, probabilmente era un mercoledì e io e Gemma eravamo al parco. Mi stava parlando della sua ennesima nuova conquista e mi stava confortando del fatto che anch'io un giorno avrei trovato qualcuno di speciale bla bla bla. A dire il vero non mi impegnavo nemmeno a trovare un ragazzo, semplicemente stavo bene da sola, tutti i ragazzi della scuola più carini erano quelli della squadra di basket ed erano tutti fidanzati ovviamente con le "più fighe" o "popolari" e io non ero una di loro, non ero sfigata, ma nemmeno popolare. Gemma e Honey avevano già perso la verginità, a 13 anni. Honey aveva una storia con il suo vicino di casa, mentre Gemma si è portata a letto un ragazzo appena conosciuto ad una festa, ma non se n'è mai pentita perché lui era "un figo da paura". Carmen si sentiva con qualche ragazzo, ma era l'unica del gruppo che aveva la testa sulle spalle e ci andava con calma. Io invece, ribadisco, non mi facevo questi problemi, volevo Jack perché era figo, ma non troppo popolare, solo che non mi calcolava e volevo evitare di darla al primo che passava per strada.
Fatto sta che, anche se Gemma era abbastanza "troietta" nel suo genere, era una ragazza con tanto coraggio e autorità.
Beh...quel giorno, mentre eravamo al parco, Gemma si rese conto che al parco c'era Jack con altri suoi due amici seduti in una panchina a 7 metri da noi.
<<Vai da lui!!>> mi disse. Ma io ero troppo agitata per socializzarci, e secondo me Jack se ne era accorto che sbavavo ogni volta che lo vedevo nel cortile della scuola. Un ragazzo alto, biondo, della squadra di basket, fisico scolpito, stronzo, ma dolce...insomma il ragazzo perfetto di ogni ragazzina liceale.
<<Scordatelo!>> urlai. Gemma mi prese l'orologio che avevo al polso e lo buttò per terra, 3 metri più in là.
<<Ma che cazzo fai?!>> urlai terrorizzata della figura di merda. Speravo davvero che il mio orologio non si fosse rotto, ma in quel momento era secondario, stavo pensando solo alla figura da idiota.
<<Ora vedrai, sciocchina, guarda e impara>>
Aspettai qualche secondo. Jack e i suoi amici continuavano a parlare e ridere fra loro. Presi Gemma stringendo il suo braccio e iniziai ad allontanarmi da lì scordandomi dell'orologio.
<<Ma che fai?! C'eravamo quasi>> mi disse.
<<A fare che cosa!? Per fortuna non ha visto nulla!>>
<<Mi ringrazierai...>> disse realizzata. Ma io rimasi incazzata con lei per tutta la sera senza rispondere ai suoi messaggi.
Il giorno dopo entrai in classe per la lezione di Biologia, appena mi sedetti al mio posto un'ombra si piazzo davanti a me e pensando si trattasse di Gemma che implorava il
perdono dissi <<Gem, vattene, vuoi essere sgridata in turco!?>> sbottai senza nemmeno alzare lo sguardo dal libro. <<Git buradan aptal>>
<<Ehm...bella presentazione, ma non so il turco, comunque questo è tuo?>> mi chiese una voce limpida e profonda maschile, che di certo non era di Gemma. Mi venne un tuffo al cuore. Alzai lo sguardo e mi trovai di fronte Jack con il mio orologio. Non potevo assolutamente crederci e allo stesso tempo non volevo dare la soddisfazione a Gemma del fatto che Jack finalmente mi aveva parlato dopo anni e anni.
<<Sì! Lo avevo...p...p...perso!>> balbettai imbarazzata, avvicinai la mia mano all'orologio per afferrarlo ma mi cadde a terra. Avevo le mani che tremavano e stavo sudando come se fossi stata in una sauna.
<<Ieri al parco, lo so, ti avevo seguito per restituirtelo ma te ne sei andata troppo in fretta>> disse facendo una risatina. Mio dio quanto era bello, la sua maglietta azzurra metteva in risalto i suoi occhi blu oceano.
<<Ah, già, grazie>> risposi. Raccolse l'orologio e me lo appoggiò sul banco.
<<Comunque piacere, io sono Jack>> disse sempre sorridendo.
Ahahah lo so! So anche dove abiti, i tuoi outfit abituali, il tuo numero di scarpe e conosco i tuoi amici...ma dettagli.
<<Piacere, Ariana, ma chiamami Aria>>
Il prof disse a tutti di sedersi per iniziare la lezione, durante questa, essendo Jack seduto di fronte a me, alcune volte si girava per farmi l'occhiolino o guardarmi. E io mi scioglievo ogni volta. Sembrava quasi un sogno.
Finita la lezione, Gemma mi stava aspettando fuori dalla classe. Stavo per scusarmi con lei per la mia incazzatura, ma Jack arrivò lì.
<<Se per te va bene oggi potremmo uscire...alle 5 ti va bene?>> mi proposte Jack stringendosi nervosamente lo zaino alle spalle.
Gemma mi guardò interrogativa, facendo un sorrisetto malizioso di nascosto.
<<Ehm...certo>> risposi imbarazzata.
<<Non perdere l'orologio! Sennò come fai a vedere l'ora per uscire con me?>> disse scherzosamente.
Io nell'imbarazzo risi e risposi <<Ho l'ora sul cellulare>>
Jack mi salutò e se ne andò lungo il
corridoio.
<<Ti avevo detto che funzionava!!>>
<<Scusa, sei una stratega su queste cose...>> ammisi dovendo affermare la sua bravura.
<<Ecco perché ho tanti ragazzi>> disse
<<Ma tu non porti mai l'orologio>>
<<Uso altre tecniche>> fece un sorriso malizioso ancora. Andammo a casa insieme e subito chiamammo le altre per riferire la notizia: la single del gruppo -cioè io- finalmente aveva il suo primo appuntamento. Poi ovviamente si sa come è andata a finire tra me e Jack e il mio trasferimento a Los Angeles...
E tutto grazie a Gemma. Con lei sono cresciuta, mi ha aiutata in molte cose, era con me in momenti in cui né Carmen né Honey erano presenti. Gemma era la più importante fra tutte.
Quando tornai a New York dopo aver vissuto per qualche mese a Los Angeles sembrava cambiato tutto, o forse ero cambiata io. Jack mi aveva tradita con Honey, Carmen non si faceva più sentire e Gemma...quando la andai a trovare era incinta. Ero l'unica che lo sapeva, i suoi ancora non lo avevano notato e quando glielo comunicò la aiutarono, ma dopo la nascita di Ryan non hanno più voluto saperne nulla.
Tornata a Los Angeles successero moltissime cose che cambiarono non solo me stessa, ma la mia vita, praticamente era come se il passato a New York non lo avessi mai vissuto. A New York avevo una vita, ma forse non ero ancora la vera me. A Los Angeles capii davvero chi ero e cosa volevo, o chi volevo. E non mi riferisco solo a Christian, ma anche allo stile di vita, alla scuola, al futuro.
Dopo lunghi mesi di sofferenza tra me e Christian, le cose iniziarono a mettersi bene fra noi, ma quel giorno molto felice finì subito. Gemma si presentò alla nostra porta con in braccio un bambino: il figlio di Christian. Mesi fa ero andata a trovarla e come potevo sapere che il figlio che aspettava era della persona che amavo di più in assoluto!
Era stato un errore...ma era pur sempre un figlio. Con Gemma mantenni i contatti anche dopo l'avvenimento, con Christian tagliai i ponti, a volte mi chiedo se io abbia fatto bene o se abbia commesso una cazzata.
Sono sempre rimasta affianco a Gemma e quando decisi di trasferirmi a Miami per studiare dopo il liceo, Hilary mi aiutò con il trasferimento, ma Gemma abitava già lì da un paio di mesi. E chi si sarebbe aspettato che la Sct House si trovasse a Miami? E soprattutto che ci sarebbe stato Christian...
Gemma ha avuto una vita facile a New York e dopo che me ne sono andata è stato un inferno per lei...forse ero io che la tenevo sulla retta via?
Mentre penso al passato, a Gemma, non ho più lacrime da versare, o almeno per oggi.
Parcheggio davanti alla villa maledetta e stringendo il volante mi dico <<Ce la posso fare>>.
Entrerò nella casa degli Scott fregandomene delle minacce di Nicole. Lo sto facendo solo per Gemma, e io sono sicura che loro c'entrano qualcosa con la sua scomparsa.

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