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Non riesco a dormire. Non ci riesco, cazzo. Luke è da un'ora che è lì fermo addormentato e io no. Inutile negare che la conversazione di Chris di poco fa mi ha preoccupata. Infatti sono preoccupata, per me stessa e perché non so cosa voglio. Per un momento lascio da parte la questione di Betty e la morte di Gemma e mi soffermo su quello stronzo. Come posso odiare così tanto una persona ma allo stesso tempo volerla? Ma lo voglio ancora?
Mi alzo dal letto e chiudo la porta sperando che Luke non noti la mia assenza, mi incammino verso la cucina iniziando ad aprire mobili, cassetti, armadi. Dove tiene l'alcol Christian? È impossibile che in questa villa del cazzo non ci sia neanche una bottiglia di alcol. Apro l'ultimo cassetto della cucina, ma nulla, solo tovaglie, posate o bicchieri.
Controllo nei mobili dell'immenso salone, ma nulla. Ci sarà una cantina in questa villa, no?
Prendo l'ascensore, perché giustamente gli Scott non usano le scale, ma gli ascensori e noto che nel display sono segnati 4 piani e un piano -1. Lo clicco e subito le due porte si richiudono dietro di me.
Le porte dell'ascensore si riaprono in quella che sembra una specie di taverna per le feste, o una cosa simile, inutilizzata da tempo. C'è un tavolo da biliardo, alcuni tavolini, una pista da ballo, un mini palco scenico. Carino.
L'atmosfera è tetra anche se le pareti color rosso danno un tocco di vivacità alla grande stanza. Subito trovo un'immensa parete piena di alcol, mi prendo una bottiglia di qualcosa che sembra simile ad una vodka alla pesca, la apro e inizio a berla. Che schifo, subito tossisco e poi butto giù altro liquido di questa bottiglia. Non so cosa sia, ma per stasera ho bisogno di risolvere così, anche se non sono così, io non risolvo così, io sono forte non mi serve l'alcol per ritrovare la retta via.
Vaffanculo.
Prendo un'altra bottiglia contenente un liquido verdognolo e la bevo tutta in 5 minuti. Sento la testa girarmi vorticosamente, ho paura di cadere fra un po', così mi siedo in una sedia lì vicino e continuo a berla. Penso che l'alcol stia facendo effetto. Da quanto è che non mi ubriaco? Da quella volta che ho scopato con Samuel? O dall'ultima festa a Las Vegas con Luke? Boh chi lo sa.
<<Aria>> qualcuno mi chiama, ma non capisco se me lo sto immaginando o se sto diventando pazza e schizofrenica. Forse e' il mio angelo custode che è venuto a darmi una buona notizia per riportarmi nella dritta via, per portarmi alla felicità.
<<Aria, vuoi bere?>> il mio angelo custode mi capisce più del dovuto, oh lo adoro già.
<<Sì! Portami quella bottigliona gigante che mi sta salutando da là sopra! Quella blu e nera!>> mi alzo dalla sedia e cerco di afferrare la bottiglia ma è troppo in alto e io sono troppo bassa. <<Aria, stai bene?>>
Mi gira un sacco la testa.
<<Aria!!!>>
<<Angelo custode, mi puoi prendere la bottiglia?>> gli urlo contro girandomi verso di lui e notando con mio malgrado che non si tratta del mio angelo custode bensì di Christian Scott che mi sta guardano come se fossi una ladra.
<<Ah ecco, gli angeli non esistono, ma i diavoli sì>> dico fissando male Christian <<Che cazzo vuoi? Mi piccherai perché ti sto rubando la tua scorta di alcolici? O preferisci legarmi a un palo e picchiarmi con questa bottiglia? >>
<<Stai esagerando, ora basta>> tuona prendendomi di mano la bottiglia <<Non siamo qui per divertirci, ma per risolvere una questione rognosa. E non avresti dovuto nemmeno essere qui. Non fare casini.>>
<<Non mi sto divertendo, Chrissss, sto sfogando la mia rabbia con qualcosa a cui non mi fa pensare alla mia rabbia>> non capisco nemmeno io cosa dico, però sorrido e vado avanti.
<<Ti stai comportando da bambina, dai ritorna di sopra>> mi ordina con una faccia incazzatissima, si appoggia al biliardo a braccia conserte e mi osserva con quei suoi due bei occhioni azzurri.
<<Non sono la tua schiava!!>> mi lamento continuando a bere dalla bottiglia.
Continua a fissarmi appoggiato al biliardo, con lo sguardo serio, i capelli leggermente spettinati...se è qui probabilmente e' perché era sveglio oppure mi stava seguendo. Mi stava stalkerando? Mi sono stancata di lui.
<<Levati dal cazzo! Fuori di qui! È colpa tua se mi sto riducendo così!>> urlo e gli tiro violentemente la bottiglia per colpirlo -fortunatamente- lui si sposta per evitare di rimanerci secco.
<<Che diavolo ti è preso?>> domanda quasi impaurito. Christian ha paura? Ma da quando? La persona più egocentrica, autoritaria e orgogliosa che io conosco ha paura?
Afferro anche l'altra bottiglia che avevo finito e gliela lancio ancora, e ancora si sposta. La bottiglia cade per terra facendo un rumore ancora più forte della precedente. Il pavimento è pieno di vetri.
<<Smettila, non sei in te>> Christian cerca di calmarmi allontanandosi lentamente da me di quasi quattro metri. Non ho bisogno del suo aiuto o della sua pietà, voglio solo che se ne vada, mi costa ammettere che lo vorrei ancora nella mia vita. Penso di afferrare un'altra bottiglia dallo scaffale...per un momento mi vengono in mente tutti i bei ricordi che avevo con Christian e penso se davvero ne valga la pena lanciargli bottiglie, probabilmente molto costose. Beh ma chissene frega, tanto è pieno di soldi. Afferro una bottiglia leggermente più piccola delle altre e gliela lancio ai piedi.
<<Aria!>> cerca di fermarmi avvicinandosi, ma gli punto un'altra bottiglia in faccia e lo minaccio <<No>> dico.
Ad un tratto mi viene in mente il solito flashback che mi si presenta nella mia mente ogni volta che sono distratta dalla mia vita, dal lavoro, dall'università... nemmeno l'alcol può controllare il mio pensiero porca puttana:
Uscivo dal locale della festa di fine anno, sotto la pioggia, Chris che scappava da me perché aveva lasciato il posto da leader senza avvertirmi. <<Chris aspetta!>> gli urlai dietro mentre il mio vestito si bagnava di acqua piovana.
Ad un certo punto si fermò, proprio davanti alla sua macchina e si girò verso di me. La pioggia mi stava bagnando i capelli, ma proprio non me ne fregava al momento.
<<Avrei voluto dirtelo>> disse, singhiozzando. Stava davvero piangendo?
<<Perché? Ci tenevi così tanto ad essere leader!>> urlai incazzata
<<Non potevo continuare ad esserlo, ci tengo molto di più a un'altra cosa>> abbassò lo sguardo ancora.
<<Dimmi solo il perché>>
Non rispose, continuava a fissare il pavimento di cemento del parcheggio senza guardarmi. Sembrava fragile, debole e impaurito.
<<Rispondi porca vacca!!>> urlai sorprendendomi della mia volgarità.
<<Perché ti amo, cazzo!!>> urlò di sua volta. Mi...a-m-a?? Amore? Fra noi? Non lo credevo possibile. Il mio cuore battè più velocemente, sapevo che mi piaceva, ma solo in quel momento mi resi conto che lo amavo anch'io. Perché avevamo aspettato così tanto? 7 mesi? Stava piangendo, lo sentivo, mi si spezzava il cuore al pensiero di avergli urlato dietro pochi minuti prima.
<<Mi a...m...i?>> ripetei incredula.
<<Non l'ho mai ammesso a me stesso, non l'ho mai notato...fin dall'inizio avevo intuito che tu avevi qualcosa di strano e diverso dalle altre, ma questa cosa mi è sempre parsa con una prospettiva negativa...e invece era qualcosa di nuovo che non avevo mai provato per nessuno>> aveva gli occhi lucidi, le sue lacrime si fondevano con la pioggia e la sua voce sexy era incrinata dalle gocce che cadevano al suolo <<Ora so che è così perché non riesco a starti lontano, ho sempre bisogno di te, del tuo profumo, dei tuoi baci, anche delle tue sgridate filosofiche.>> sorrise finalmente e io feci lo stesso, poi aggiunse: <<Credevo che i nemici andassero odiati, ma non ne avevo mai amato uno>> concluse mentre i suoi occhi mi fecero intuire una scintilla di desiderio.
Io gli risposi dopo un po' di minuti, perché non lo credevo possibile.
Non volevo amarlo, non potevo amare una persona così complicata e piena di problemi. Ma l'ho fatto. E ora? Ora non voglio ricaderci cazzo. Ripensare a quel momento non mi fa altro che incazzare ancora di più. LO AVEVO DIMENTICATO con Luke. Avevo ricominciato tutto da capo in questi 3 anni a Miami. E ora? Ci sto ricadendo? No.
Prendo un'altra bottiglia e gliela tiro ancora addosso, si ripara con una sedia, ma un pezzo di vetro gli si conficca sulla mano.
Inizia a perdere sangue, una piccola ferita, nulla di grave, non tanto quanto il male che mi fece in passato.
Mi rivolge uno sguardo triste e abbattuto, non dice nulla, ma rimane lì in ginocchio per terra, come se non avesse potere di fare o dire nulla.
<<Sei una persona di merda, Christian Scott!>> urlo pestando i pezzi di vetro per terra <<Te ne devi andare! Da qui! Dalla mia vita! Non ti voglio più vedere! Non posso amarti, cazzo!>>
Sono pronta per afferrare la prossima bottiglia, ma mi fermo. Mi volto verso Christian che sta rannicchiato a terra confuso, e poi noto i tanti pezzi di vetro nella stanza...cosa mi sta succedendo? Oddio.
Cado a terra e piango, forse piangere è ciò che mi serve davvero per sfogarmi.

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