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Finite le lezioni decido di andare a trovare Hilary al bar dove lavora. Anch'io lavoro con lei, ma solo alla sera e al pomeriggio.

Il tempo è cambiato nel giro di mezz'ora, stamattina era molto soleggiato, ma adesso sembra stia per iniziare a piovere.
Non ci voleva, anche è perché non ho un ombrello e devo ritornare a casa a piedi.
Entro nel locale, sempre in stile moderno, colori sul bianco e sul nero e dei dipinti appesi alla parete di foto scattate sul mare qui a Miami.
<<Buongiorno>> mi saluta Hilary schiacciando un pulsante sulla macchinetta del caffè. Sono le due del pomeriggio, di solito a quest'ora ci sono gli operai che vengono a mangiarsi i toast della pausa pranzo.
Ma oggi c'è solo un uomo che aspetta il caffè e una ragazza che legge un libro vicino alla finestra e aspetta sicuramente di essere servita.
<<Buongiorno Ily>> la raggiungo dietro al bancone appoggiando la borsa sopra a un mobiletto. Hilary è una mia grande amica, ci conosciamo da quando ho messo piede qui a Miami. In realtà la avevo già vista a Los Angeles in un Nightclub dove lavorava. Poi ci siamo incontrate per strada, quel giorno che stavo partendo da Los Angeles per venire qui, abbiamo parlato per più di un'ora e siccome lei è orfana dei genitori e ha 22 anni, può permettersi di viaggiare dove le pare.
Così è venuta con me a Miami e ha trovato questo lavoro da un suo vecchio amico, Peter, e ha capito che la pagano anche meglio di quello stupido locale per puttane. Odiava far quel lavoro da donna usata, ma non aveva obbiettivi nella vita.
In fin dei conti l'ho aiutata e lei ha aiutato me a ricominciare da capo.
È a questo che servono gli amici, no?
<<Ecco a lei il suo caffè>> l'uomo sorride ad Hilary e poi paga. Siccome è una bella donna attira molto l'attenzione.
<<Come è andata oggi?>>
<<Bene, come il solito...>> rispondo controllando se nel cellulare mi sono arrivati messaggi.
<<Andresti a servire la ragazza laggiù?>>
<<Certo>>
Arrivo dritta nel posto dove trovo la ragazza e mi saluta. Ha un cappello nero in pelle, con un vestito bianco in seta e delle scarpette niente male. È truccata molto bene e anche la bigiotteria è accurata.
<<Buongiorno, come posso...>>
<<è lei la proprietaria?>> mi interrompe lasciandomi di stucco.
<<no, il proprietario è...>>
<<e lei chi è?>> fa troppe domande e troppe interruzioni.
<<sono una cameriera>> rispondo stupita
<<intendo il suo nome>> non so se sia una cosa cortese chiedere il nome ad una sconosciuta. Forse è una spia o una stalker, un membro dell'FBI.
<<Perché le interessa?>> chiedo cordialmente. Il libro che stava leggendo è appoggiato al tavolino, non riesco a leggere il titolo ma sembra un thriller o un horror.
<<Mi sembra di averla già vista da qualche parte>> mi fissa. Io non ho mai visto una ragazza così prima d'ora.
<<forse ha sbagliato persona>>
<<come ti chiami?>>
<<Ariana Parker>> rispondo immediatamente, anche se non so cosa ci ricavi da un nome.
<<Okay, grazie,>> si alza dalla sedia <<ora vado, mi sono ricordata di un imprevisto>> si affretta ad andare alla porta.
Sono rimasta abbastanza stupita... e se fosse sul serio una spia? Cammino lentamente per andare verso la cassa, ma prima di uscire, la ragazza sussurra qualcosa.
Non riesco a sentire, lo ha detto troppo a bassa voce. Sento solo delle vocali e una J.
<<È successo qualcosa?>> chiede Hilary vedendomi sbigottita.
Ecco cosa ha detto la ragazza, ora ho capito:
<<O volevi dire...Aria Johnson?>>

Chills 2 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora