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Arrivo in ufficio con cinque minuti di anticipo. Sono in condizioni pietose, i capelli sono impresentabili e la gonna è tutta stropicciata. Non ho chiuso occhio questa notte, dopo tutto quello che è successo ieri... come avrei potuto dormire bene?
Ho appena scoperto che l'amore della mia vita -o almeno l' ex amore della mia vita- è il mio capo di lavoro e in più si sta per fidanzare con una tipa che non ho mai visto.
Lui ha specificato chiaro e tondo che mi ama ancora, che mi ha cercata quando me ne sono andata da Los Angeles dopo aver scoperto che Gemma era incinta di un figlio suo. Dopo quell'episodio ho deciso che era meglio darsi una pausa, il problema è che questa pausa ha distaccato entrambi e siamo andati a vivere in tutt'altra parte dello Stato. Non lo abbiamo fatto per dispetto, ma perché ci amavamo troppo, pensavamo che la nostra relazione ci avrebbe rovinati troppo. Ma ecco qui...il destino ci ha riuniti, per puro caso, ma allo stesso tempo sembra un segnale, un segnale che indica che forse siamo fatti l'uno per l'altra. Che dobbiamo stare insieme.
Nel male o nel bene.
Il problema è che sono passati tre anni, abbiamo vite diverse, non siamo più adolescenti, lui si sta per fidanzare. Ci sono il doppio degli ostacoli di tre anni fa, quando l'unico ostacolo che c'era era Molly la troietta e il fatto di essere nemici.
Merda è una specie di livello 2 che la vita ha preparato per me e ora è pronta a farmelo giocare.
A dire il vero non so nemmeno se lo amo ancora, oh beh si, lo amo, lo amo eccome, ma non posso. MI VIENE DA PIANGERE.
<<Sig.na Parker>> mi saluta una collega entrando nel mio studio e appoggiando delle cartelle sul tavolo. <<Le deve consegnare al Sig. Scott al più presto>>
<<Ricevuto>>
Esce dalla stanza picchiettando i tacchi a terra, quando sento che è già abbastanza lontana ne approfitto per alzarmi e andare a bere un sorso d'acqua dalla bottiglietta messa in borsa stamattina.
Non so se sono più agitata per il prossimo esame all'università o dal fatto che ritrovando Christian ho ammesso di amarlo ancora.
Spero tanto sia per la prima, la seconda potrebbe dare il via a una guerra.
<<Ariana Parker?>> chiede una voce femminile entrando in ufficio. Rimetto a posto la bottiglietta e rispondo.
<<Sì, come posso esserle utile?>> chiedo alla donna riccia e mora che ho di fronte. Un bel vestito rosso, attillato, che le risalta le curve. Niente male lo stile. Forse i tacchi bianchi con ricami in oro non sono stati una scelta intelligente, però immagino siano di una marca firmata costosissima, il che ci sta.
<<Le hanno portato delle cartelle?>> chiede avvicinandosi alla mia cattedra senza chiedere il permesso e iniziando a curiosare tra il mio lavoro.
<<Sì, mi lasci fare a me>> cerco di essere meno scortese possibile, quando trovo subito le cartelle e gliele porgo in mano. Volta i tacchi per andarsene senza nemmeno dirmi grazie o salutarmi.
Ma chi è sta qua?
Mi siedo di nuovo alla cattedra ricominciando il lavoro sperando che non entri più nessuno a interrompere.
Purtroppo sento delle voci provenire al di fuori dell'ufficio, quindi immagino stia per entrare ancora qualcuno.
Infatti pochi minuti dopo si apre la porta. Senza alzare lo sguardo continuo a scrivere sul computer, mentre la persona avanza con rapidità nella stanza. <<Buongiorno>>
È Christian.
Cavolo sembra tutto così diverso ora che so davvero chi è, o almeno chi era per me. Averlo qua davanti a me con camicia e cravatta quando anni fa non sopportava indossare quella roba. Averlo qua davanti e sapere che non è più tuo, che devi pensare che ormai lo hai perso e che apparterrà a un'altra.
Sinceramente non ci riesco a immaginare una cosa simile, sono ancora abituata a guardarlo con occhi diversi, innamorati, che lo scopano con lo sguardo. Okay esagero...
<<B-Buongiorno>> balbetto pensando ancora al sesso visivo. <<Come posso aiutarla?>> meglio tenere un profilo alto in ufficio.
Continuo a scoparlo con gli occhi, non nel senso immaginarmi scene porno, ma analizzare ogni suo centimetro di corpo, di perfezione. Dio è ancora più bello di tre anni fa. L'azzurro dei suoi occhi si punta dritto verso di me sconcentrandomi e facendomi perdere la ragione.
Tutti questi pensieri li fa un'adolescente con la sua cotta, non una donna come me, sto peggiorando. O forse per me è ancora una cotta? Lo amo ancora sul serio?
(Sì) dice il mio cuore.
(Sì ma non puoi) dice la mente.
<<Le cartelle che sono arrivate stamattina sono state portate qui?>> chiede passandosi una fottuta mano sui capelli, facendomi scogliere in un istante. Lo fa apposta?
<<Sì, ma una...>> era una collega? A dire il vero quella donna dal vestito rosso non l'ho mai vista <<...le ha già prese...>>
<<Perfetto>> mi interrompe, creando un'atmosfera imbarazzante. Chissà cosa hanno di così importante 'ste cartelle.
Christian afferra la maniglia per andarsene, però aspetta tre secondi prima di uscire, poi retrocede e rientra. Chiude la porta alle sue spalle a chiave. Che sta facendo?
<<Tranquilla non ho intenzione di molestarti o robe varie>>
Ecco qui il Christian che conosco.
<<Voglio solo parlare>> si siede lentamente sulla poltrona in pelle al centro della stanza di fronte un bellissimo panorama di Miami.
Mi siedo affianco a lui <<Avrei del lavoro, ma se vuole parliamo pure>>
<<Lascia stare il lavoro, non tengo conto di questa piccola parentesi>>
<<Okay, comunque se mi vuole parlare degli stilisti Inglesi arrivati l'altro giorno, sono riuscita a...>>
<<No no, non voglio parlare di lavoro>> si passa la mano fra i capelli <<volevo parlare di...noi>>
Noi?
Il cuore mi batte a mille, sento che dopo tanti anni, la muffa che si era formata pian piano se ne sta andando.
<<Aria...ehm Ariana, quando dicevo che mi manchi, beh io...>>
<<non giustificarti, anch'io stavo parlando di te quando ti raccontavo del mio primo amore>> ho deciso di dargli del tu, solo perché ora siamo fuori dal lavoro.
<<sì ma ti volevo dire che>> deglutisce <<forse è vero che ti amo ancora>>
Omg
<<Chris>> chris?? Oh devo correggermi <<...Christian, mi hai comunicato che ti stai per fidanzare e io non posso intromettermi nella storia, sei il mio capo, capisci?>>
<<non ti sto dicendo che lascerò Nicole, ti sto dicendo che ci starò insieme anche se non la amo davvero, e che anche se sono passati 3 anni dall'ultima volta che io e te siamo stati insieme, io ti amo ancora. All'epoca non sapevo cos'era il vero amore, ma conoscendo te l'ho capito, lo sai. Se è vero amore è per sempre, no? Beh il mio è per sempre. E so che anche tu mi ami ancora perché lo vedo da come ti rilassi ogni volta che mi vedi, da ogni tuo sguardo, da ogni volta che ti mordi il labbro. Aria, ammetti che mi ami ancora>>
E con questo cado ai suoi piedi come una pera.
Non sapendo che dire, cosa rispondere, cosa aggiungere, rimango a fissargli gli occhi sperando dica altro per interrompere il silenzio.
<<Ho capito...non è lo stesso per te>> vorrei dire che per me è lo stesso. Ma sono come bloccata, il mio cervello mi ordina di saltargli addosso e baciarlo. Infatti lo faccio.
Mi avvicino prima che possa alzarsi dalla poltrona, gli metto le mani dietro la nuca e lo spingo verso di me appoggiando le labbra alle sue.
Sento i brividi, il cuore che batte, le farfalle nello stomaco. È come la prima volta. Non vorrei che nulla interrompesse questo momento, ma qualcuno che bussa alla porta ovviamente lo fa.
Ci stacchiamo entrambi, ci guardiamo negli occhi...
Cosa è appena successo??

Salve amici! Come procedono le vacanze?
So che aspettavate da un bel po' questo capitolo, beh come promesso eccolo qui! Chissà magari questo mese pubblico anche più di un capitolo?🤔
Fatemi sapere se vi piace

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