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-Ehm...sto aspettando Francesco.- Risposi, guardandomi intorno. Lui sospirò, abbassando la testa, per poi affondare le dita tra i capelli mossi. -Puoi venire un attimo con me?-
Io deglutii a fatica. -E Eloise?-
Lui scosse la testa. -È impegnata per un po'.- Ribatté aprendo la mano verso di me. -Mica ti mangio eh.- Aggiunse, vedendo del turbamento nella mia espressione. Guardai la sua mano e poi i suoi occhi celesti, mi mordicchiai le labbra e feci una smorfia. -E va bene, ti seguo. Ma non farmi scherzi.-
Lui mi prese per il braccio e mi mise in piedi. Mi condusse fuori dall'ambasciata e un'aria gelida ci colpì improvvisamente. Rabbrividii e sentii dei tuoni in lontananza. -Si sta avvicinando una tempesta.- Commentai, mentre camminavamo nell'umido giardino della dimora. Lui fece spallucce, non dimostrando alcun interessamento a riguardo. Entro un'ora sarebbe venuta giù più acqua che altro. -Ma dove mi porti?-
-Lontano da occhi e orecchie indiscrete.- Mi lanciò un'occhiata dietro le sue larghe spalle. Annuii, per accelerare ancora di più il passo. Giungemmo nei pressi di una sorta di casetta in paglia, probabilmente usata per tenerci gli attrezzi da giardino. Lui vi si appoggiò con la schiena e tirò quello che mi sembrò un sospiro di sollievo. Lo guardai confusa. Restammo in silenzio un bel po'.  -Quindi?- Lo incalzai e posi entrambe le mani sui fianchi, spazientita. Lui si girò di schiena e tirò un pugno fortissimo alla parete di quella capanna. La paglia e le assi in legno tremarono ed io sobbalzai all'indietro dalla paura. Subito dopo ne tirò un altro e poi un altro ancora. Aveva le gambe piegate proprio come i pugili facevano durante i loro incontri. Ad ogni pugno seguiva un'imprecazione. Lo guardai per un attimo spaesata, ma poi mi ripresi e mi lanciai contro di lui. Tentai di fermarlo, prendendolo per un braccio, ma la sua forza era disumana. Aveva la testa completamente annebbiata dalla rabbia, così l'unico modo che ebbi per farlo smettere fu mettersi tra lui e la capanna. Mi coprii il viso con le braccia, non appena vidi le sue nocche sanguinanti volare dritte verso di me. Strinsi gli occhi con forza e il cuore mi salì in gola. Qualcosa arrivò sì alla mia gota, ma non fu un cazzotto. Fu una carezza. -Non ti farei mai del male.-
Mi vennero le lacrime agli occhi, senza motivo. Portai la mia mano sulla sua, ancora intenta nello strofinarsi sulla mia guancia accaldata. Quel leggero tocco mi riempì lo stomaco di farfalle, mi sentii come con i piedi per aria. Lo guardai e vidi che quella rabbia e quell'aggressività di prima erano scomparse. I suoi occhi, adesso, erano liberi dalle tenebre e luccicavano come stelle. -Sei arrabbiato?- Sussurrai. Lui chiuse gli occhi e si fece più vicino. Sentii la sua acqua di colonia distintamente e me ne innamorai, aveva un profumo micidiale. Poi Lorenzo fece di sì con la testa. -Non va un cazzo bene nella mia vita, Luce. Niente, un cazzo di niente.- Rividi quelle ombre scure impadronirsi ancora delle sue iridi glaciali. Strinsi allora la sua mano e lo obbligai a guardarmi. Scomparvero, lasciando al loro posto due pupille dilatate. -Dici per il matrimonio?-
-Sì. Per quello, per le prove per prendere un potere che nemmeno voglio, ma che devo conquistare per forza!-
Deglutii. -Perché? Ritirati. Non sei obbligato da  nessun...- Non terminai la frase che lui riprese la parola. -Se non diventerò Re, sarò costretto a sposare Eloise e ad andare a vivere in Inghilterra. Non potrò portare con me nemmeno i miei cani, non potrò continuare i miei studi...- La sua voce si affievolì nel finale. Io scossi la testa. -Sarai costretto a sposarla anche da Re.-
-Cazzate. Da Re posso fare quello che voglio e di certo sposarmi non è tra i miei piani.-
Io annuii, per poi scivolare di lato. Lui mi guardò sovrappensiero. Io abbassai lo sguardo.-E perché mi hai portata fin qui? Per dirmi questo? A me dispiace che la tua situazione sia questa, ma non so davvero cosa dirti per farti stare meglio.- Alzai le spalle, consapevole davvero di non essere d'aiuto. Lorenzo era un duca e come tale aveva dei doveri, quello lo sapevo. Ma non credevo dovesse sottostare a regole così rigide e ingiuste.
-Alla festa sono stato io a baciarti.- Disse improvvisamente. Io mi accigliai. -Certo, nel bosco c'ero anche io. Mi ricordo bene le parole che hai usato dopo...- Mugolai, stringendomi nelle spalle. Lui si poggiò alla capanna con il corpo, voltandosi verso di me. Fece di no con la testa. Lì mi confusi sul serio. -Alice mi ha visto e mi ha riconosciuto. Poco meno di un anno fa, alla festa di inaugurazione della nuova biblioteca dell'università, avevi bevuto un po' troppo.- Cominciò a spiegare e subito si formò un fastidioso nodo alla gola e le orecchie cominciarono a fischiarmi. - Alice ti ha portata in bagno e lì mi hai visto. Stavo aspettando i miei amici e ti guardavo. Avevi tutto il mascara colato sulle guance e una buffa faccia sorridente. Non avevo mai visto una ragazza così bella.- Allungò le dita verso di me e raccolse una ciocca, attorcigliandosela attorno. Io rimasi in silenzio, avvolta nel suo racconto. Iniziarono a venirmi alla mente flash di quella serata e mi ricordai, in effetti, di due occhi magnetici fissi su di me. Ricordai di aver ricambiato quello sguardo. -Mi sei rimasta impressa tutta la sera. Dopo averti vista in bagno ti ho cercata dappertutto, ma né tu né la tua amica eravate nei paraggi. Mi misi l'anima in pace e tornai a ballare con i miei amici. Poi ti ho rivista. Eri con uno, lo chiamavi Giacomo, lì ho capito che eri fidanzata e lì ho capito che non me ne fregava  un cazzo se c'avevi il ragazzino o no. Ormai nella mia testa dovevo averti.-
Buttai giù la saliva a forza, rapita da quelle parole così inaspettate. Cosa aveva atteso Alice per non dirmelo? Lei sapeva che lui... -Eri stra incazzata con lui e porca puttana mi attizzavi da morire. Avevi la faccia rossa e i pugni stretti, avrei voluto sbatterti contro il muro e prenderti per farti dimenticare di quel coglione, ma, per la prima volta nella mia vita, sentii di non dover fare niente.- Abbassò lo sguardo, grattandosi la nuca. Mi riguardò ancora. -Poi mi sei caduta addosso, mi hai letteralmente bagnato i vestiti con il tuo drink.- Arrossii e lui rise. -Non ti vergognare, è stato quello a spingermi verso di te, verso le tue labbra. Non mi importava se il tuo fidanzato avesse avuto da ridire, soprattutto perché tu ricambiasti. Eccome se ricambiasti quel bacio.- Immediatamente le sue labbra si curvarono in un sorriso velatamente malizioso. -Ce l'ho ancora tutto qui quello scontro barra incontro.- Indicò la sua testa. Io, nel frattempo, mi ero sciolta in un brodo di giuggiole. Non capii come mai mi avesse confessato quel suo "segreto", io non mi ricordavo la sua faccia, avevo bevuto troppo. Eppure ricordavo bene l'intensità di quel bacio e di come fosse stato il bacio più bello, sensuale, coinvolgente della mia vita. Mi vennero alla mente le sue braccia attorno alla mia schiena e il suo profumo, proprio quell'acqua di colonia che portava in quel momento. Mi brillarono gli occhi. -Perché non me l'hai detto prima?-
-Io ho paura. Non so che fare quando ci sei. Vado in palla.- Confessò, mordicchiandosi il labbro inferiore. -Non so come spiegare...cioè ho sentito qualcosa e quel qualcosa l'ho ritrovato nel bosco e poi nel tuo giardino accanto all'altalena.- Ansimò, avvicinandosi a me. Io annuii, confusa e con la testa completamente vuota. Non sapevo più cosa volevo chiedergli, cosa lo aveva spinto a baciarmi. Guardavo soltanto le sue labbra farsi sempre più vicine e i suoi occhi trapassare la mia anima. -Lorenzo...lo sai, non possiamo.- Bisbigliai, facendo tutto il contrario di quello che volevo provare a dire. -Non puoi, non è fattibile. Non cerchi nemmeno l'amore, io invece voglio qualcuno che mi ami.- Continuai, mentre le sue mani erano scivolate sui miei fianchi, spingendomi a sé con forza. Sbattei il petto contro il suo e percepii qualcosa che mi scaldò dal basso. Scossi la testa, tentando di riportare il mio cervello alla ragione, ma quel tocco, quell'espressione disperata e quelle parole non avevano fatto altro che condurmi a lui. -Luce, non potrò mai darti amore. Ma sento che c'è qualcosa tra di noi.-
-E se fosse solo attrazione fisica? Magari dopo aver fatto quello, tutto sarà passato.- Risposi subito.
-Si chiama sesso, non quello. E sì, è molto probabile. Forse voglio solo sentirti veramente mia.- Sussurrò con voce roca al mio orecchio. Fui scossa dai brividi, percependo le gote in fiamme.
-Ma non voglio. Voglio qualcuno che mi ami e che lo faccia con me perché lo vuole davvero, non perché il suo amichetto laggiù si è preso una cotta per la mia amichetta qua.- Lui sorrise, scostandomi i capelli dal collo. Vi passò sopra le dita ed io chiusi gli occhi, abbandonando la testa all'indietro. Poi lui parlò. -E Giacomo?-
Riaprii gli occhi. Deglutii a fatica, buttando giù della bile. -Lo abbiamo fatto così poche volte e così poco "a fondo", che non so se posso considerarli atti d'amore.- Lui sospirò ed io nel frattempo ero diventata una palla rosso fuoco. -Capisco la tua sensazione.-
-Capisci?- Alzai un sopracciglio. Lui annuì, sorridendo. -Lo so che può sembrarti che io sia uno che ama spezzare cuori, ma in realtà provo dei sentimenti anche io.-
Mi morsi la lingua per non chiedergli se fosse mai stato innamorato. -Giacomo non è mai stato "amore", è stato sicuramente l'amore di mia mamma.- Alzai gli occhi al cielo nel ricordare quante volte me lo avesse presentato come il ragazzo perfetto per me. -Sì, si vedeva. Comunque io con te non so cosa fare.- Giocherellò con il piercing. -Mi mandi in confusione, mi sento come una bussola impazzita.- Sentenziò, per poi fare una smorfia di dolore non appena strusciò le nocche con il palmo sinitro della mano, le cui ferite erano piene di sangue rappreso. -Io...io non lo so.- Provai a rispondere. -So che se mi guardi, capisco subito come stai e questo non mi è mai successo.- Alzai una mano in aria per zittirlo, mentre provò ad intervenire. -Ma non capisco perché tu mi abbia trattata sempre in quel modo, così indifferente. Mi hai ferita.-
Lui si leccò le labbra. -Perché sono fatto così. Appena fiuto qualcosa che mi potrebbe piacere, cerco di distruggerlo. Come ha fatto mio padre con me.- Sputò per terra. Provai rabbia e tristezza, quasi come fossi stata io al suo posto. -È troppo presto per chiederti di tuo padre?-
Puntò i suoi occhi su di me. -Non devi sprecare nemmeno una lettera per lui. Ha già combinato un altro dei suoi casini, un fottuto matrimonio con Miss Inghilterra.- Sbuffò, allontanandosi da me per darmi le spalle.
-Eloise non sembra così male.-
Sghignazzò con evidente ironia. -Peccato che di lei conosca soltanto il suo rango e il patrimonio della sua famiglia. E poi non voglio sposarmi, te l'ho già detto.- Stava già cominciando a cambiare, c'era dell'aggressività nelle sue parole. Così mi avvicinai a lui e misi entrambi i palmi delle mani sul suo petto caldo. Lui si stranì. -Cosa vuoi fare con me?- Bisbigliai, guardandolo con la testa leggermente chinata indietro, per poterlo osservare bene. Lui chiuse gli occhi e li riaprì lentamente. -Tu hai Francesco. Io Eloise. Siamo destinati a fare come dicono i nostri genitori.-
-Il Lorenzo ribelle che ho conosciuto che fine ha fatto?-
Lui rise. -Forse un pizzico di follia mi è rimasta ancora.- Mi prese con le dita per il mento e mi avvicinò a lui. Trascinò la mano sinistra sulla mia chioma e la strattonò. Mi baciò intensamente, trasmettendomi tutta l'angoscia che aveva provato nei suoi anni di vita. La paura di innamorarsi e rovinare tutto. -Ho visto come guardi Francesco, ti piace.- Disse, dopo essersi staccato dalle mie labbra. Io rimasi un attimo intontita. -Sì, è un ragazzo d'oro.-
-Lui ti merita.- Sussurrò appena, per poi allontanarsi. Allungò il braccio verso la dimora illuminata dei duchi d'Inghilterra. -Torniamo alla realtà. Siamo stati nel mondo dei buoni propositi per troppo tempo.-
Rimasi a bocca aperta di fronte a quelle parole. Aveva nuovamente cambiato atteggiamento con me, non lo riconoscevo come il Lorenzo dolce di prima. Perché ancora quella corazza?

N.B.
Come avete notato da questo capitolo ho deciso di togliere le citazioni, che solitamente mettevo all'inizio. Se a voi piacevano, fatemelo sapere che le riaggiungo. Grazie per essere arrivati/e fin qui, grazie davvero!❤️

Eleonora.❤️

Eppure fuggo                       •A royal love story•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora