"La vita di ogni uomo finisce nello stesso modo. Sono i particolari del modo in cui è vissuto e in cui è morto che differenziano un uomo da un altro."
(Ernest Hemingway)
Qualcuno si aggrappò ai miei capelli, la testa si inclinò all'indietro, facendomi male da morire. Mi si piegarono anche le ginocchia e sentii un forte dolore all'altezza delle caviglie. Respirai affannosamente, cercando di capire cosa mi stesse succedendo. Urlai il nome della Regina, ma non rispose.
Fui sollevata in aria. Tentai di strappare le mani dai miei capelli, ma più mi agitavo e più sentivo male e la presa diventava sempre più forte. Due dita strinsero il mio mento con aggressività e mi obbligarono a voltarmi. Puntai gli occhi sul volto della donna che credevo fosse dalla mia parte e mi accigliai, guardandola. -Cosa stai facendo?-
La donna alzò la mano in aria e la fece atterrare sulla mia guancia. Piegai la testa di lato, urlando.
-Faccio il mio dovere, puttana!-
Iniziai a piangere, in preda al panico. Non capii cosa stesse succedendo e perché la Regina si stesse comportando in quel modo. -Vieni con me.-
Mi trascinò fuori dal bosco, calpestando i corpi morti delle guardie che erano venute con noi per proteggerci. Piansi ancora più forte. Fui sospinta fino ad una piccola radura. La donna mi diede un forte calcio sulle ginocchia, che mi obbligò a cadere su di esse, sbattendole per terra. -Perché?- Gridai, in maniera straziante. Un forte mal di testa si impadronì di me e le orecchie si ovattarono. Tutto girava intorno a me in maniera nauseante. Come avevo fatto a cadere in quella trappola?
-Taci!-
Mi tappai il viso con le mani, facendo scendere tutte le lacrime che avevo. Ero terrorizzata, non sapevo cosa mi sarebbe accaduto e che fine mi avrebbe fatto fare. Ansimai, mentre il cuore era stretto in una morsa dolorosa. Presi fiato e aprii gli occhi. Vidi poco lontano da me un ramo abbastanza robusto. Alzai lo sguardo e vidi la Regina intenta ad usare il telefono per contattare qualcuno. Deglutii e riguardai il bastone.
Mi feci forza e mi gettai su di esso. Lo afferrai in fretta e mi alzai sulle punte dei piedi. Tossii e la Regina si voltò, non feci in tempo a godere della sua espressione esterrefatta che le lanciai in faccia il bastone, facendola volare per terra. Avevo il respiro corto e la gola mi bruciava, gli occhi gonfi per le lacrime e la testa in confusione, ma nonostante ciò ebbi la lucidità di cogliere quell'attimo di casino generale per fuggire via. Cominciai a spingere sulle mie gambe, correndo più veloce di quanto potessi. Sperai soltanto che Lorenzo stesse tornando dal bosco Nero per venire a salvarmi, perché da sola non ce l'avrei fatta.
Superai un gruppo di arbusti più alti di me e saltai oltre un tronco piegato per terra. Giunsi al vialetto che portava all'entrata della villa. Mi fermai per guardarmi indietro. Nessuno mi stava seguendo. Presi fiato e poggiai le mani sulle ginocchia per calmarmi. Le mie mani non riuscivano a stare ferme, tremavano implacabilmente.
Buttai giù la saliva e con lo stomaco pesante mi diressi su per il vialetto sterrato. C'era una calma inquietante intorno a me. Nessun rumore di sparo o di lotta, poteva sembrare una semplice notte tranquilla, una uguale alle altre. Superai i numerosi alberi che costellavano la strada e calpestai i sassi e le radici. Vidi sotto al porticato della villa qualcuno. Mi appiattii, mentre cercavo di capire chi fosse. Acuii lo sguardo e mi resi conto che era Francesco. Così iniziai a correre di nuovo, raggiungendolo in pochi secondi. Il ragazzo strabuzzò gli occhi, venendomi incontro, era stupito di vedermi sicuramente. -Luce? Che hai fatto?-
-Tua...tua madre mi...mi ha rapita e...sono morti tutti!-
Francesco fece un passo indietro. Aggrottò la fronte. -Mia madre? È impossibile. Hai bevuto?-
-Francesco! Chi ha attaccato il castello?-
-Attaccato che? Ma cosa stai dicendo?-
Strinsi le palpebre, mentre il mal di testa cominciò a martellarmi le tempie. -Io e la Regina abbiamo sentito un gran casino nella hall e siamo fuggite nei sotterranei e poi abbiamo preso delle barche e abbiamo approdato vicino al bosco...-
Il ragazzo mi toccò la spalla, con occhi stanchi. -Luce, nessuno ha attaccato il castello. Non è successo niente.-
Iniziai a tremare ancora. -Ma...ma io ho sentito...e cosa ci fai qui fuori?-
-Beh, non ti ho trovata in camera tua. Le tue guardie del corpo ti cercano da più di un'ora.-
Trasalii. Finalmente cominciai a capire. -Tua mamma mi ha teso una trappola! Lei è nel bosco, è d'accordo con il vecchio Re. Mi voleva portare da lui!- Le lacrime scesero come fiotti bagnati sulle guance. Francesco mi abbracciò. -Sei tutta bagnata, vieni dentro a scaldarti.- Sussurrò. Poi prese dalla tasca una specie di walkie-talkie e chiese alle sue guardie di ispezionare il bosco. -Se quello che dici è vero, presto scopriremo cosa sta succedendo. Te lo prometto.-
Annuii. Finalmente mi sentii veramente al sicuro.
Fui portata nel bagno del primo piano e asciugata. Mi misero sulle spalle ben due coperte. Le donne della servitù, inoltre, mi prestarono uno dei loro vestiti. -Io le credo, signorina. La Regina non ci è mai piaciuta.- Mi strizzò l'occhio una di loro.
Improvvisamente la porta venne spalancata e Francesco entrò. Le donne corsero via. -Avevi ragione. Mia madre non c'è più e nel bosco ci sono almeno sei corpi senza vita.- Deglutii a fatica. -Lorenzo sta arrivando.-
Annuii, ancora tremante. Mi chiusi tra le gambe e posi la testa tra le ginocchia. I denti battevano gli uni contro gli altri, come se avessi avuto la febbre. Francesco si sedette accanto a me, avvolgendomi con il suo braccio. -Si può dire che io non abbia più una famiglia.- Sghignazzò, per poi tornare serio.
Alzai la testa e lo osservai. Aveva le occhiaie molto marcate e si vedeva che non stava bene. In effetti sia il padre che la madre si erano rivelati due bestie. -Mi dispiace. Puoi sempre contare sui tuoi amici, almeno.- Tentai di consolarlo, sebbene la mia morte appena sfiorata non mi rendesse abbastanza convincente come consolatrice.
-Sono cresciuto da solo, in pratica. Non mi cambierà la vita...- Disse, in tono amaro. Sospirò, carezzandomi le spalle. -Odio quello che ti hanno fatto. Non li riconosco più.- Aggiunse, poi, con un filo di voce. Io gli presi il mento con due dita, forzandolo a guardarmi negli occhi. -Tu non hai nessuna colpa, Franci. Sei soltanto una vittima, come lo siamo tutte.-
Lui annuì, con le lacrime agli occhi. -Il potere ti acceca, cazzo.-
-Sì.- Mi limitai a dire.
-Mia madre deve aver fatto un accordo con quell'imbecille di mio padre. Tu in cambio di qualcosa.- Commentò, mordendosi le labbra, pensieroso.
-Sì, ma dopo il processo penso.- Risposi e lui mi guardò con aria stranita.
Poi sospirò. -Sicuramente. Sennò non si spiega questo suo cambiamento di rotta.-
Francesco si strinse ancora di più a me. Poi accese una piccola stufina, che buttava aria calda, e mi abbracciò più forte. Poggiai la testa sulla sua spalla e restammo in silenzio un bel po'. Socchiusi gli occhi, stremata. Sentii la mano calda di Francesco poggiarsi sulla mia guancia e mi addormentai.
-Perfetto, adesso mi rubi pure la ragazza.- Aprii gli occhi e mi resi conto che ero distesa sopra il corpo di Francesco, che si era addormentato sullo scalino del bagno insieme a me. Aveva le sue braccia intorno ai miei fianchi e io avevo la testa sul suo stomaco. Alzai lo sguardo e vidi Lorenzo, in piedi, accanto alla porta con le braccia incrociate sul petto. Sbadigliai e Francesco si alzò, facendomi drizzare delicatamente. Il ragazzo, ritto davanti a noi, sollevò un sopracciglio, osservandoci. -Ma bene, fate con calma. Mi sono fatto soltanto ottanta kilometri per vedere il mio migliore amico provarci con la mia ragazza.-
Francesco si alzò in piedi, stirandosi. -Ma piantala!-
-Che ore sono?- Gracchiai, sbadigliando ancora. Lorenzo sbuffò. -Sono le sei e siamo nei guai.-
-Perché?-
-Perché il vecchio Re si è alleato con tua madre e metà dell'esercito è passato dalla loro parte.-
Mi venne incontro, piegandosi, poi, sulle ginocchia. Passò l'indice sulla mia faccia e feci una smorfia di dolore. Lo schiaffo di quella notte cominciava a farsi sentire. -Io li ammazzo tutti.-
Si alzò in piedi e uscì dal bagno in fretta. Io e Francesco ci scambiammo un'occhiata veloce e lo seguimmo.
-Il nostro obiettivo è portare l'esercito dalla nostra parte. Il vecchio Re sta promettendo qualcosa a loro, soldi, case, terreni, titoli...non so. Ma qualcosa sta promettendo per farli restare al suo fianco.- Ettore stava parlando di fronte ad una folla di uomini e donne armati. Mi strinsi nelle coperte di pile e tirai su con il naso. -Dobbiamo contrattaccare. Fonti attendibili ci hanno detto che sia rifugiato nella roccaforte vicino al confine adesso e che la Regina lo stia raggiungendo con qualche suo uomo. Se riusciamo a fermare lei, intanto possiamo dire di aver vinto una battaglia.- Poi il suo sguardo si posò su di me e mi sorrise. Arrossii e Lorenzo mi guardò, per poi fulminare Ettore. Ettore sghignazzò, ritornando sul suo discorso. -Nel bosco Nero non abbiamo trovato tracce di accampamenti o armi o impronte. Non crediamo che possano utilizzarlo come punto di ritrovo. Ci concentreremo più a ovest, verso il confine.-
Gli uomini armati urlarono un "Sì, signore" e sussultai dalla paura. Lorenzo si affiancò a me, non appena si rese conto che il suo amico stava camminando nella mia direzione. -Luce, come stai? Ho saputo di stanotte.-
Mi morsi le labbra, abbassando lo sguardo. La mia mente fu pervasa dalle immagini degli uomini e delle donne che morivano sotto ai miei occhi, urlando per il dolore e chiamando la loro mamma. Il cuore mi salì in gola. -Sto bene, diciamo.-
-Quella stronza...- Bisbigliò Lorenzo. -Appena la trovo la faccio fuori insieme ai suoi scagnozzi del cazzo.-
Sospirai.
-Pensa a Francesco, è sempre sua madre.- Intervenne Ettore. Anch'io la pensavo come Lorenzo, ma in effetti anche Ettore aveva ragione. Non potevamo pensare di uccidere la madre di un nostro amico.
-Lo so. Ma sto per esplodere da quanto sono incazzato.-
-Anche io.- Affermò Ettore, stringendo i pugni. Poi si allontanò ed io e Lorenzo restammo un attimo da soli.
Lui mi prese una ciocca di capelli tra le dita e mi sorrise. -Sei così carina, tutta acciaccata.-
-Sbaglio o prima mi hai chiamato la tua "ragazza"?-
Lui sollevò gli occhi al cielo. -Si è sentito?-
-L'hai detto per ben due volte.- Risi. Lui fece finta di essersi stancato. -Devo proprio stare male allora.-
Gli diedi un buffetto sul naso. -Dai!-
Tirò la ciocca di capelli e poi poggiò la fronte sulla mia. -Non ho mai percorso ottanta kilometri in così poco tempo. Avevo paura che ti fosse successo qualcosa di grave. Stavo morendo dentro.- Il tono sarcastico di prima era scomparso. I suoi occhi evidenziarono tutto lo stress che stava provando e la paura che lo attanagliava. Potevo sentire il suo petto schiacciato dall'ansia.
Deglutii. -Sto bene adesso.-
-Ma io non ero con te. C'era Francesco, cazzo.- Respirò profondamente. Sentii il suo fiato caldo carezzarmi la faccia.
-Stavi facendo il tuo dovere, Lore.-
Rise. -"Lore". Adoro come suona con la tua vocina.-
Mi morsi le labbra. -Perché?-
-Lo sai che alle superiori attaccavo al muro tutti quelli che mi chiamavano così? Mio padre mi chiamava così.- Strinse la mascella e i muscoli si tesero. Distolsi lo sguardo, mentre lo stomaco si chiuse. -Mi dispiace...-
-Ormai è passato. Sono il Re adesso.-
Allungai la mano sul suo viso. -Lo so e te lo meriti.-
-Mi dai un bacio?- Chiese improvvisamente. Avvampai e abbassai lo sguardo, balbettando. Non ero abituata a tutte quelle sue attenzioni. Era dolce, se voleva esserlo.
-Va bene, visto che ci metti così tanto a decidere, me lo prendo da solo.-
Strinse la mia faccia tra le sue mani, strizzandola. Poggiò le sue labbra sulle mie e mi baciò. Portai le mie mani sui suoi capelli ricci e infilai le dita tra le pieghe ondulate delle sue ciocche. Fece scorrere i palmi sulla mia schiena e mi spinse più vicina a sé. Trasalii e lui rise tra le mie labbra. Si staccò e mi guardò. -Meglio se non continuiamo, perché qualcosa si sta risvegliando in basso e non possiamo...- Sussurrò al mio orecchio, provocandomi brividi in tutto il corpo.
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Eppure fuggo •A royal love story•
Romance{COMPLETATA} {Scene esplicite} Il mondo non è come lo immaginate. Così simile al nostro, eppure così principesco, che farci un salto dentro sarebbe un sogno. Ma siete sicuri di voler incontrare anche il lato oscuro di questa realtà? Luce è una stude...
