"Temere l'amore è temere la vita, e chi ha paura della vita è già morto per tre quarti."
(Bertrand Russell)
Presi un bel respiro e decisi di fare un passo avanti, ma poi ci ripensai e tornai indietro. Lorenzo percepì il mio indugio e si voltò. Incrociammo lo sguardo per un attimo e le gambe sembrarono tremarmi e non reggere più il peso del mio corpo. Stavo trattenendo il respiro senza rendermene conto e lui non faceva altro che fissarmi con la stessa espressione, rigida e implacabile. Strinsi i pugni lungo i fianchi e drizzai il mento. Il sole era appena stato oscurato da qualche nuvola, perché calò una strana oscurità dentro alla stanza. Non riuscivo più a vedere i suoi occhi azzurri riflettere il suo dolore.
-Cosa provi per me?- Domandai, senza alzare la voce. Vidi che le sue spalle si rilassarono e i suoi occhi si spostarono da me alla finestra. La tenue luce dell'esterno lo accarezzò, proiettando forme diverse sul suo volto indurito. Mi morsi le labbra nel guardarlo, era talmente bello da togliere il respiro, chissà se anche lui pensava la stessa cosa di me, quando mi guardava.
-È difficile da dire.- Si limitò a rispondere. Ancora non mi aveva degnata della sua attenzione, stava guardando qualcosa fuori dalla finestra. Probabilmente una distrazione per non incrociare il mio sguardo. Sospirai. -Difficile? Sei il Re, niente per te dovrebbe essere difficile.-
Lui prese subito la parola. -Sai, ho affrontato tante sfide nella mia vita. Mi sono battuto, ho vinto e sono stato vinto. Mi sono spezzato le ossa in almeno venti punti del corpo, ho sofferto, ho perso sangue. Ho avuto una famiglia che non credeva in me, finché non mi hanno visto con una corona del cazzo in testa. Eppure, nonostante tutte queste prove e sfide, fuggo.- Finalmente si girò. I suoi occhi si incastonarono nei miei. Il suo sguardo sembrava annoiato, spento, ma in realtà ardeva, dentro alle sue pupille, un fuoco altissimo. -Fuggo da te.-
Il cuore si fermò e così anche i pensieri. La testa si svuotò di ogni preoccupazione e di ogni ricordo. Non mi rimase nulla, se non la sola visione di lui davanti a me, a nudo. Non sapevo se quella fosse stata una confessione d'amore o un semplice sfogo di una persona che aveva sofferto molto nella vita e che si era sempre rialzata da sola. Ma sapevo che quella parte di lui non l'avevo mai conosciuta e ciò mi rattristò e allo stesso tempo mi fece sperare che lui fosse un ragazzo diverso da quello che avevo creduto quella sera al castello, quando non era in sé. Cominciai a mettere un piede davanti all'altro, molto lentamente e con la saliva bloccata in gola. Non riuscivo a percepire più le estremità dei miei arti e nemmeno cosa dicesse la mia testa. Lui mi guardò avvicinarmi, senza muoversi e senza dirmi niente. Le nuvole si scansarono e il sole tornò a brillare. I suoi raggi entrarono prepotenti nella stanza, gettando fasci di luce sul pavimento. Lorenzo ne fu colpito in pieno e chiuse gli occhi per assaporare quel leggero tepore che il cielo aveva deciso di concedergli. Se fossi stata credente, avrei giurato che quella fosse stata la mano di Dio che carezzava la guancia di Lorenzo e lo rassicurava, cullandolo nel suo calore.
-Lorenzo...- Sussurrai appena, tendendo le mani in avanti. Lui aprì gli occhi e prese tra i denti parte del labbro inferiore, inspirando. Il suo petto faceva su e giù all'impazzata, sembrava si volesse trattenere da qualcosa. Le sue pupille girovagarono su tutto il mio corpo, fino a soffermarsi sul mio petto. I capezzoli turgidi si mostravano attraverso la leggera camicia da notte, bianca come il latte. Solo in quel momento mi resi conto di quanto poco fossi vestita e quanto lui mi stesse desiderando. Allora incrociai le braccia sulla camicia e la sollevai, immediatamente rimasi senza niente addosso, se non con un paio di mutande. Lasciai cadere a terra il tessuto leggero e i miei seni oscillarono leggermente. Lui cercò di distogliere subito lo sguardo, ma le sue nocche erano diventate bianche da quanto stava stringendo i pugni. Le vene del suo collo si erano gonfiate e così anche qualcosa che teneva chiuso nei pantaloni. Mi fermai a un metro da lui e incrociai le braccia sul ventre, guardandolo con apparente innocenza. -Luce, rivestiti, ti prego.-
Scossi la testa e i capelli leggeri ricaddero sul mio petto, andando a pizzicare la pelle nuda e ipersensibile. Lui grugnì e imprecò sotto voce. -Non posso stare qui a guardarti ancora a lungo.- Affermò, con incredibile sensualità nella voce. Aveva cambiato completamente espressione del viso, mi stava bramando e contemporaneamente mi stava resistendo. Era in piedi davanti a me con una postura rigida e ferma, tutti i suoi muscoli erano in tensione e pronti per saltarmi addosso, ma il suo cervello lo stava bloccando. L'aveva detto che, senza sapere perché, lui fuggiva da me. Ma a me non importava più niente, volevo soltanto lui, volevo sentirlo preso da me, coinvolto da me e impregnato della passione che solo lui sapeva darmi. Ansimai, facendomi sentire, nel pensare alla sua lingua roteare e inumidire i miei seni e Lorenzo strabuzzò gli occhi. -No, non fare così...- Si portò le mani fra i riccioli, tirandoli leggermente. Non aveva mosso un passo, non voleva nemmeno venirmi incontro o chissà cosa sarebbe successo.
-Va bene, se non mi vuoi...- Mi voltai, dandogli le spalle. Mi abbassai con le gambe tese a raccogliere la vestaglia per terra, mostrandogli palesemente il sedere ricoperto soltanto dal sottile strato di tessuto bianco. Quando strinsi la veste tra le mani, improvvisamente delle dita forti affondarono nei miei fianchi, facendomi sussultare. Il suo bacino aderì al mio sedere e vi strusciò contro. Poi la sua mano destra si aprì e si chiuse sui miei capelli e li strattonò, facendomi piegare la testa all'indietro. La mano sinistra afferrò le mutande e con uno strattone le strappò, lasciandomi completamente nuda. Tirò ancora più forte i capelli ed io gemetti dal piacere. La sua mano sinistra, poi, si alzò in aria e si abbatté subito dopo sulla mia natica, lasciandomici il segno rosso. Un altro schiaffo e poi mi lasciò andare. Mi obbligò a restare dove ero, con la schiena rivolta a lui. Si chinò sulle ginocchia e sentii il suo fiato caldo farsi sempre più vicino. Con le dita strizzò le mie natiche e poi vi ci affondò la bocca, prima leccando ogni singolo pezzo di pelle e infine affondando i denti nella carne, mordendola. Istintivamente la mia mano si portò indietro e spinsi la sua testa contro il mio sedere. Lui grugnì ed io ansimai ancora.
Si alzò in piedi e iniziò a scuotere la testa. Aveva ceduto a me, ma non voleva continuare. -Io non...- Bisbigliò appena. Nonostante quel conflitto le sue mani carezzarono i miei seni nudi e la sua bocca si aprì. Trattenni il respiro, ferma in piedi. Piegò la schiena in avanti e le sue labbra si chiusero su uno dei miei capezzoli. Con la mano strizzava e palpava la carne fresca e gonfia e con i denti pizzicava e mordicchiava quel bocciolo così pronto per lui. Buttai la testa indietro, mentre un incredibile calore si diffondeva dal basso del mio ventre fino alla testa completamente andata in confusione. Tutto d'un tratto mi sollevò, così facilmente da far sembrare che pesassi come una piuma. Mi scaraventò sul letto e mi aprì le gambe con entrambe le mani. Si abbassò sulle ginocchia e alzò lo sguardo su di me. Era arrabbiato? Non potevo dirlo. Sicuramente quei gesti così irruenti lo facevano pensare, ma non mi importava. Con i pollici tenne ferme le mie grandi labbra, per poi spalancare la bocca e tirare fuori la lingua. Partì dal basso e salì verso l'alto, facendo un movimento rotatorio sopra al clitoride. Strinsi le lenzuola e trattenni un urlo. Poi ripeté il movimento, la parte più larga della sua lingua affondò tra le pieghe della mia intimità e si trascinò fino all'apice, trattenendosi per leccarla. Continuò così finché non mi scappò un breve gridolino. In quell'attimo mi fissò così intensamente da mettermi quasi paura. Avevo le guance rosse e mi sentivo accaldata. Probabilmente vedermi in quel modo non fece altro che eccitarlo di più. Si sollevò in piedi e si slegò la cintura dei pantaloni. Mi ordinò di non muovermi e, con lo sguardo fisso nel mio, si tirò giù i calzoni, così da rivelare tutta la sua eccitazione. Il pene sbucava da fuori le mutande, non riusciva a stare dentro. Allora mi sollevai e mi avvicinai a lui. Lorenzo non fece niente, mi guardò e basta. Io portai le mani sulle sue mutande e con uno strattone le tirai giù. Mi leccai le labbra nel vedere tutte quelle vene gonfie e nel sentire quanto fosse duro quel mezzo di piacere. Puntai i miei occhi nei suoi e mi sedetti sulle ginocchia, percepivo i miei seni pesanti. Allungai il collo verso la sua intimità e ci portai sopra la lingua. Prima leccai l'intera asta, partendo dalla base e roteando fino alla punta, poi chiusi le labbra sull'apice e cominciai a succhiare. Ad ogni risucchio scendevo sempre più in basso, aspirando l'aria per aderire ancora di più. Posi una mano sulla base e cominciai a muoverla su e giù, accompagnando il movimento della lingua. Lorenzo emise un gemito gutturale e mi strinse i capelli, intimandomi di continuare. Allora io cominciai a succhiare e risucchiare sempre più velocemente e gemendo allo stesso tempo. Con la lingua sentivo tutta l'irregolarità della pelle tesa del suo pene e quello mi eccitava ancora di più.
Poi lui mi fece staccare. Si ficcò due dita in bocca e le succhiò. Mi diede una spinta e mi fece cadere all'indietro sul letto. Con un gesto improvviso infilò indice e medio nella mia vagina e iniziò a muoverle in avanti e indietro e poi in su e in giù. Spalancai la bocca e mi contorsi contro di lui. Gemetti e sentii il piacere montare sempre di più. Le sue dita erano insaziabili, allora aggiunse un terzo dito. Cercai di chiudere le gambe attorno al suo braccio, ma lui me le fermò. Quando fui sul punto di esplodere le tolse.
La realtà mi cadde addosso e il piacere scomparve tutto insieme. Lo guardai con gli occhi stanchi, in difficoltà. Lui mi sorrise, giocherellando con il piercing. Prese in mano il suo pene e cominciò a strofinarlo e ad eccitarsi davanti a me. Lo osservai, ancora più presa dalla passione per lui. -Entra dentro, ti prego...- Sussurrai, mentre lui continuava a masturbarsi davanti a me. Lo vidi che mi stava scrutando con attenzione, si soffermava sul mio viso, poi sui miei capezzoli e infine sulle gambe aperte davanti a lui. Non mi diede nemmeno il tempo di fare mente locale che affondò i suoi fianchi contro di me, facendomi sollevare la schiena per la botta di piacere. Si aggrappò alle mie cosce, graffiandole, e cominciò a spingere. Il suo pene entrava ed usciva completamente, sbattendo contro di me. Le sue mani scivolarono sui miei seni e li strinse, usandoli come appiglio per spingere ancora più forte e ancora più velocemente. -Cristo...- Gracchiò, trattenendo una parolaccia. Fece avanti e indietro, per poi chiudere le sue dita attorno al mio collo e stringere. Sorrisi, quello sì che mi piaceva. Il fiato iniziò a mancarmi e quella sensazione fu una droga. In basso il calore e il piacere stavano facendo a gara per farmi venire, in alto la sua forza e la sua arroganza mi stavano facendo eccitare sempre di più. Allontava e avvicinava il bacino, velocemente e con prepotenza. Si sentiva la nostra pelle sbattere l'una contro l'altra, qualcuno avrebbe anche potuto sentirci. Strinse ancora di più il collo e chiuse gli occhi, strizzandoli con forza. -Sto per venire.- Disse a denti stretti. Io, allora, d'istinto tolsi le sue mani da me e lo spinsi via. Il suo sguardo confuso mi fece tenerezza, ma poi chiusi le dita attorno al suo pene pulsante e cominciai a fare in su e in giù, carezzando e lisciando quella pelle calda e umida. Poi me lo misi tutto in gola e succhiai più velocemente che potevo, accompagnando quel movimento con la lingua aperta. Non passò molto tempo che Lorenzo esplose. Pose entrambe le mani sulla mia nuca, spingendola di più verso di lui. Percepii tutte le pulsazioni della sua eccitazione e ogni goccia del suo liquido. Ingoiai e lo guardai. Aveva le guance arrossate anche lui e sembrava finalmente libero da quella tensione che lo attanagliava dal momento in cui lo avevo visto.
Sospirò e si morse le labbra. -Adesso tocca a te.-
STAI LEGGENDO
Eppure fuggo •A royal love story•
Romance{COMPLETATA} {Scene esplicite} Il mondo non è come lo immaginate. Così simile al nostro, eppure così principesco, che farci un salto dentro sarebbe un sogno. Ma siete sicuri di voler incontrare anche il lato oscuro di questa realtà? Luce è una stude...
