"A nulla serve volere se non hai il coraggio di osare."
(Giuseppe Donadei)
Scendemmo al piano di sotto e oltrepassai uno specchio, incollato al muro, così mi fermai a guardare il mio riflesso. Avevo le guance rosse e i capelli arruffati, per non parlare del mascara sbavato sotto agli occhi e le iridi lucide per quello che era appena successo, le cui sensazioni ancora percepivo bene dentro di me. Tentai di darmi una sistemata, mentre Lorenzo mi raggiunse e fece scivolare le mani sul mio grembo, abbracciandomi da dietro. Mi lasciò un bacio sul collo. Inspirai ed espirai, socchiudendo gli occhi. Finalmente avevo trovato la pace con me stessa e, soprattutto, con lui. -Sei bellissima lo stesso.- Bisbigliò. Avvampai ancora di più e carezzai le sue braccia muscolose. Ci aggiustammo i capelli e corremmo verso l'ingresso, ridendo. Una volta all'entrata, però, il sorriso ci morì sulla bocca. Davanti a noi apparvero Ettore, Francesco ed Eloise. Quest'ultima, in particolare, sembrava volesse fulminarmi con lo sguardo. Non era triste, era proprio arrabbiata.
-Brutta testa di cazzo! Eri con lei allora?!- Eloise si lanciò contro il ragazzo, sferrandogli una serie di pugni sul petto. Indietreggiai con la mano sulla bocca. -Ti cerco da settimane! E tu te la fai con lei?- Urlò ancora di più, dimenandosi come un animale inferocito. Lorenzo subì il tutto in silenzio, probabilmente nemmeno sentì quelle botte. Quando Eloise si calmò, il ragazzo la guardò negli occhi. -Lo sapevi anche te che tra noi due non poteva finire bene.- Disse, con tono serio. Quelle parole ferirono me, figurarsi Eloise. Infatti alla ragazza cominciarono a sgorgare le lacrime, che scesero come fiumi in piena. Francesco si fece avanti, prendendola per le spalle. -Potevi essere un po' più carino.- Sentenziò, strofinando le braccia nude della ragazza. Lorenzo mi scoccò un'occhiata e io lo guardai di traverso. -Che c'è? Che ho fatto?-
Sbuffai. -Sei maleducato.-
Roteò gli occhi verso il cielo, incrociando le braccia sul petto. Ettore mise un piede avanti. -Qualcuno ha fatto fuggire di nuovo il vecchio Re. Sospettiamo che ci sia qualche infiltrato anche nel nuovo consiglio di corte, istituito una settimana fa.-
I polmoni mi si bloccarono e così anche l'aria che avrei dovuto respirare. Mi prese l'affanno. L'immagine del vecchio Re che tentava di violentarmi, mi colpì come una frusta. -Come è possibile?- Gracchiai. -Cosa vuole adesso?-
-Vendetta.- Sentenziò Francesco, che ci aveva appena rivolto la sua attenzione. -Lui è così. È malato, non smetterà finché non sarà morto.-
Quelle parole aleggiarono nell'aria tra il silenzio di tutti ed io per poco non mi misi a piangere. Tirai su con il naso. -Dovete trovarlo e dovete essere sicuri che non scappi più.- Chiusi e ad aprii i pugni velocemente. La rabbia mi stava infiammando, non poteva essere vero. Tutta quella fatica per cosa? Essere prima rapita nel bosco e sbattuta in una cella, poi catturata una seconda volta e maltrattata ancora.
-È proprio quello a cui stavo pensando.- Asserì Lorenzo, sbattendo le mani fra di loro. -Organizziamo una spedizione con i migliori esponenti dell'esercito.- Disse ad Ettore, che si trovò d'accordo. -Mi raccomando, persone fidate e che resti tra di noi. La corte non deve venire a saperlo.-
-È furbo, si sarà già creato un esercito personale di uomini fedeli a lui. Dobbiamo stare attenti.- Intervenì Francesco, puntando il dito in aria. Io mi morsi le labbra. -Potrei fare da esca.-
Lorenzo si voltò di scatto verso di me, impettito. -Ma l'anima da sacrificio vivente è proprio forte in te, eh?- Alzò gli occhi al cielo. -Non se ne parla.- Aggiunse poi. Sbuffai e provai a ribattere, ma Eloise mi precedette. -Ha ragione lei. Tanto il vecchio Re è ossessionato da Luce, la vede come la causa della sua decaduta. Tanto vale usarla come esca per attirarlo in una trappola.- Ridussi gli occhi a due fessure sottili, quelle parole mi davano ragione, ma al tempo stesso mi facevano pensare che lei sperasse che il piano non finisse proprio nel migliore dei modi.
-Ma vi siete bevute il cervello, per caso?- Aggiunse Ettore.
Lorenzo alzò in aria le braccia, sbattendole poi sulle cosce. -Meno male qualcuno che ragiona!- Sospirò. -Se anche ti usassimo come esca, chi ci assicura che non ti faccia fuori sul serio? È rischioso e se c'è un'alternativa, usiamo l'alternativa.-
-Che sarebbe...?- Eloise si era appena asciugata le lacrime.
Ettore tossicchiò. -Sarebbe quella di cercarlo in lungo e in largo. Il regno è grande, lo sappiamo, ma in qualche giorno dovremmo riuscire ad ispezionarlo tutto.-
Sbuffai, affranta. -E se nel frattempo riesce comunque a rapirmi? O magari ad uccidere voi?-
-Impossibile.- Sentenziò Lorenzo. -Staremo qui al castello sotto sorveglianza stretta.-
-Come se non avesse già eluso i controlli e le guardie.- Sussurrò Francesco. Ettore si girò dalla sua parte, con lo sguardo confuso. Francesco accennò ad un sorriso nervoso. -Dico soltanto che forse non hanno tutti i torti. Conosco mio padre, so cosa fa quando ha in mente qualcosa e niente lo può fermare.-
I ragazzi brontolarono a voce alta, urlandosi contro. Improvvisamente una voce familiare ci interruppe. Voltammo tutti la testa verso il portone dell'entrata e la Regina venne avanti, con accanto la mamma e la nonna. Le donne, dal sorriso a trentadue denti, camminarono maestosamente all'interno della hall, chiaccherando fra di loro, senza preoccuparsi della nostra presenza. Non appena si accorsero di noi, ci vennero incontro.
-Luce? Che ci fai...- Puntò i suoi occhi sui ragazzi e annuì. -Dobbiamo parlare un attimo io e te.- Guardai la nonna e lei mi fece cenno con la testa che andava tutto bene. Allora presi sotto braccio la mamma e ce ne andammo in un luogo più appartato. -Tu e la Regina?-
-Ti ha salvato la vita, volevo sapere due cose da lei.- Disse in fretta, senza dilungarsi. -Hai presente di quando in tribunale ti ho detto che ti avrei parlato di tuo padre?-
-Uhm...sì?-
-Ecco. Devi sapere una cosa. Non sarà facile, ti consiglierei di metterti seduta, se fossimo a casa nostra.-
Il mio cuore cominciò a battere all'impazzata e mi salì in gola. Brividi strani percorsero tutto il mio corpo. Deglutii, annuendo. -Spara.-
-Ecco...ventitré anni fa io...io diciamo che non sono stata molto leale con Arturo. Uhm, eravamo sposati da qualche anno, un matrimonio combinato dalle nostre famiglie, e...e mi ero, però, innamorata di un altro uomo.-
La mia bocca si spalancò, la mascella avrebbe toccato terra se fossimo state in un cartone animato. -Quindi?-
-Eh...quindi...quindi una sera io e questo uomo ci siamo lasciati un po' andare, un po' troppo.-
Alzai la mano in aria. -Non voglio sapere i dettagli, mamma.- Abbassai lo sguardo.
Lei annuì. -Bene, diciamo che forse tuo padre non è tuo padre.- Cercò di formare una specie di sorriso, ma i suoi occhi denotarono il suo spavento. Io rimasi pietrificata sul momento. Non riuscii bene a connettere quello che avevo appena appreso. I ricordi d'infanzia iniziarono a scorrere in testa, uno dietro l'altro e in pochi di essi era presente mio padre. L'uomo che aveva dedicato la sua vita agli affari.
-E mia sorella?-
Lei scosse la testa. -È figlia di Arturo. Quest'uomo l'ho incontrato dopo aver dato alla luce tua sorella.-
-E chi è?- Deglutii. -Intendo quest'uomo...-
Si morsicò le labbra sottili. Cominciò a guardarsi intorno, agitata. -Meglio se non lo sai, tesoro.-
-Non ha senso in questo momento! Voglio saperlo!- Lei mi fece segno di abbassare la voce. Tutta la mia vita aveva preso un senso diverso. -Papà lo sa?-
Lei annuì. -Da sempre.-
-Ecco perché ha sempre preferito mia sorella a me.- Pensai a voce alta. Mia madre sbuffò. -Non è vero, vi ama allo stesso modo.-
-Perché non è mai venuto alle mie recite allora?-
Lei puntò un piede per terra, nervosa. -Ancora con questa storia? Nemmeno il mio ci veniva eppure sono viva e vegeta.-
Roteai lo sguardo in alto. -Chi è allora?-
Lei indugiò per un attimo, per poi sospirare. -Il fratello della Regina.-
Strabuzzai gli occhi e per poco non mi strozzai con la saliva. Il mondo cominciò a cadermi addosso pezzo dopo pezzo. Arrancai sulle mie gambe, tentando di tenermi in piedi. -E tu volevi farmi sposare con mio fratello, quindi?-
Lei scosse la testa. -Non è così semplice. Io non sapevo fosse suo fratello fino a quel giorno in tribunale, quando l'ho rivisto.-
Voltai di scatto la testa verso di lei. -Era lì?-
Annuì. -Ha convinto Arturo a testimoniare a tuo favore.-
-Eh?! Lui?! Cos...lui?- Balbettai, in preda al panico. Mi sentivo come una marionetta, una bambola di pezza con cui tutti volevano giocare. -Io non ci sto capendo più nulla.- Dissi, esterrefatta.
-Sei nobile, Luce.- Alzò le spalle, lei.
-E me lo dici così?- Gridai quasi. La mamma mi mise una mano sulla bocca, sgranando gli occhi. -Non farti sentire! Come ci passerei?-
Davvero si preoccupava di come sarebbe passata a corte? E i miei sentimenti? Quella notizia fu un macigno.
-La Regina quindi lo sa?-
-Ne abbiamo parlato e lei mi ha promesso di tenerti al sicuro.-
-Al sicuro?- Aggrottai la fronte.
Lei sbuffò. -Come saprai, il vecchio Re è fuggito ancora. Ha contattato sua moglie, cioè la Regina, e ha minacciato di uccidere te e Lorenzo, ma insisteva soprattutto con te. È venuto a conoscenza del fatto che sei figlia di Marcus e ora sì che ti vuole fare fuori.- Scosse la testa. La mia mente si concentrò su quel nome: "Marcus". Quello era il nome del mio vero padre. Poi ritornai alla realtà. -Ce l'ha anche con questo Marcus?-
La mamma annuì con fervore. -Se sapessi tutta la storia, ti impanicheresti. Te la racconteremo più in là, adesso devi pensare a non rischiare la vita.- Deglutì. -So di te e Lorenzo, quindi sono certa che lui sappia tenerti al sicuro.-
Arrossii come un pomodoro. In che senso sapeva di me e Lorenzo? Speravo non in quel senso.
Tornammo dagli altri e la Regina mi guardò in modo strano, sembrava preoccupata per me. Lorenzo si avvicinò e mi prese per un fianco. -Tutto bene?-
Avvampai, aveva appena fatto un gesto plateale davanti a tutti. Annuii, imbarazzata, e vidi Eloise distogliere lo sguardo da noi.
-Abbiamo capito la situazione, ci renderemo attivi da subito. Una squadra di ricerca è già stata messa in moto, il resto dell'esercito parte stasera. Lo troveremo in qualche giorno, a meno che non abbia oltrepassato il confine.- Sentenziò Ettore.
Lorenzo intervenne. -Non l'ha fatto. Lui vuole vendetta e noi siamo dentro al confine.-
Francesco si trovò d'accordo. -Farà di tutto per arrivare a noi, non dobbiamo abbassare la guardia. Sono stato contattato dal capo del reparto militare di frontiera e ha calcolato che circa un centinaio dei suoi hanno disertato per passare dalla parte di mio padre.-
Trasalii. Così tanti uomini? Come facevano ad essere fedeli ad un uomo meschino come lui? Per me era pura follia. Ma si sa, spesso sono i più folli ad arrivare a farsi ascoltare.
-Metterò un gruppo di uomini armati anche intorno al castello, andranno a rinforzare la sorveglianza già presente.-
-Io come faccio con l'università?- Mugolai.
Mia madre mi guardò con la tipica espressione "sul serio fai?" e allora mi zittii.
-Stasera mi unisco al gruppo di ricerca nel bosco Nero. Ettore verrai con me.- Il compagno di Lorenzo si batté un pugno sul petto. -Non vedo l'ora!-
Io indietreggiai, scioccata. -Il bosco Nero? Andrete là?-
Il ragazzo mi guardò con occhi carichi di compassione nei miei confronti. -Sono il Re adesso e voglio essere in prima fila. Non posso nascondermi dentro ad un castello blindato, che immagine darei di me stesso?-
Disse tutto di un fiato. Era per quel motivo che tutti pensavano che fosse nato per regnare, era l'unica persona veramente devota in quello che faceva. Ci metteva passione, fatica, astuzia e sacrificio. Era lucido e sapeva prendere decisioni importanti su due piedi, senza esitare. Ero attratta da lui per quello, ma se fosse stato proprio quel carattere a portarmelo, poi, via? Deglutii a fatica, sbuffando. -Alice e Keita? Loro sono in pericolo?-
-Non credo proprio.- Mi rispose Francesco. -Ma le terremo sott'occhio.-
Lo ringraziai sotto voce e lui mi strizzò la palpebra. Eloise si avvicinò a lui, stringendosi nella sua maglietta. -Puoi portarmi a casa?-
Lui la abbracciò. -Certo.- E se ne andarono.
La Regina era rimasta impassibile, ci osservava con occhio attento, ma non era mai intervenuta. Forse era d'accordo con il piano del Re o forse non sapeva nemmeno lei come agire.
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Eppure fuggo •A royal love story•
Romance{COMPLETATA} {Scene esplicite} Il mondo non è come lo immaginate. Così simile al nostro, eppure così principesco, che farci un salto dentro sarebbe un sogno. Ma siete sicuri di voler incontrare anche il lato oscuro di questa realtà? Luce è una stude...
