•XLIII•

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"La vita è sostanzialmente tragica, ma qualche volta riesce ad essere meravigliosa."
(Woody Allen)

Lorenzo non voleva assolutamente portarmi con sé alla ricerca della Regina. Aveva più volte ripetuto che sarebbe stato troppo rischioso avermi con loro, visto che ero la preda principale di quel grande casino. Io mi ero impuntata, però. Dovevo esserci, dovevo partecipare. Era anche colpa mia, anche se non sapevo in quale misura, se il vecchio Re era ossessionato da me. Guardai fuori dal finestrino della Jeep e una brusca frenata mi fece piegare in avanti. Guardai Ettore che era accanto a me, il quale aveva drizzato le orecchie, come un cane, in allerta. -Che succede?- Domandai, ma lui alzò la mano per zittirmi. Mi morsi le labbra e aguzzai ancora la vosta fuori dalla lastra di vetro che mi separava dal bosco.
Un gruppo di donne armate ci passò accanto. Ettore aprì lo sportello e si affacciò. -C'è qualcosa che non va?-
Sentii un gran chiacchiericcio, ma non capii bene cosa stessero dicendo. Aspettai qualche altro secondo e poi Ettore risalì in auto. -Non guardare fuori mentre passiamo.- Aveva un'espressione stravolta stampata in viso.
Mi strinse la mano nella sua e richiuse la portiera. Fece segno al guidatore di ripartire. Mi accigliai, senza capire. D'istinto voltai la testa al finestrino e il ragazzo bisbigliò un "no". Mi irrigidii e inizia a tremare poco dopo. Portai la mano davanti alla bocca, mentre la sensazione di vomito e di nausea si facevano strada nel mio stomaco e poi nella mia gola. Osservai quei corpi appesi ai rami degli alberi con le lacrime agli occhi e la giugulare che stava andando in fiamme. -Cosa...cosa sono quelli?-
Ettore sospirò. -Un pensierino da parte di quel pazzo del vecchio Re.- Disse a denti stretti. -Conoscevo almeno tre di loro. Hanno fatto l'accademia insieme a me, cristo.-
Sbattei lentamente le ciglia per cercare di tornare alla realtà, deglutii a fatica e lo guardai. -Mi dispiace tu l'abbia visti. Ti avevo detto di non...- Sbuffò. -Lascia stare.-
Incrociò le braccia sul petto e si chiuse in un silenzio tombale. Non compresi del tutto quella sua reazione, forse era dovuta al fatto che aveva appena visto i suoi amici impiccati a degli alberi. Chi poteva fare una cosa del genere, se non uno psicopatico maledetto? Uccidere anime così giovani e pure. Mi morsicai il labbro inferiore e indugiai, prima di allungarmi verso Ettore. -Ti ha dato fastidio qualcosa?- Bisbigliai, carezzandogli la spalla. Lui cacciò via la mia mano, in maniera brusca. -"Fastidio". Ho visto tre dei miei amici morti, con una corda legata al collo. Ma pensi, prima di parlare?-
Alzai le sopracciglia, portandomi indietro con il busto. Quella improvvisa rabbia nei miei confronti mi stupì. -Ettore, scusa...lo so che erano importanti per te.-
-Già. E stiamo combattendo per cosa, esattamente?- Alzò la voce. La donna, seduta sul sedile accanto al guidatore, si voltò verso di noi, preoccupata. Le feci cenno di stare tranquilla e riportai i miei occhi su di lui. -Stiamo lottando per la giustizia. Per un mondo migliore. Non provi rabbia furiosa per chi ha impiccato i tuoi amici? Lui deve pagare per quello che ha fatto.- Mi si gonfiarono le vene dalle emozioni che provavo. -Ha provato a molestarmi nel bosco. Se non fosse intervenuto Lorenzo, a quest'ora sarei morta con il sangue tra le gambe e il suo sperma sopra la mia pelle.-
Ettore strabuzzò gli occhi. -Non lo sapevo.-
-Adesso lo sai. Capisci perché lo odio anche io? Ha provato ad imprigionarmi due volte, ha tentato di processarmi, poi di rapirmi e stuprarmi. Lui vuole me.-
Il ragazzo deglutì vistosamente, piegando la testa indietro. Chiuse gli occhi e sospirò. -Scusa per prima, ma vedere i loro corpi penzolare senza vita...non so come farò ad andare avanti.-
-Andrai avanti per loro. Li vendicherai.- Chiusi le dita attorno alla sua mano callosa. Lui annuì e potei percepire il fuoco animargli il petto. Il suo sguardo era tornato il solito, carico di sentimenti e determinazione. Lo sguardo di un guerriero e di un combattente vero.

-Hai visto cos'ha fatto il bastardo?- Lorenzo stava venendo verso di noi, pronunciò quelle parole mentre si stava infilando i guanti di pelle tra le dita. Un brivido percorse la mia schiena. Lo guardai, scrutai come il suo ciuffo scuro ondeggiava sulla sua fronte a ritmo con i suoi passi decisi, assaporai i lineamenti spigolosi della sua faccia e il suo naso dritto. Quegli occhi azzurri fecero fare una capriola al mio cuore. Ci raggiunse e diede una pacca ad Ettore sulla schiena. -Lo prenderemo, amico.-
Ettore annuì, serrando la mascella.
Procedetti dietro alla squadra, con passo decisamente più lento del loro. Mi avevano dato come unica arma una pistola che nemmeno sapevo usare. Mi era stato detto: "Spara se ti trovi in pericolo". Facile a dirsi, per chi è cresciuto tra addestramenti e armi.
-La fortezza è dietro quella collina. Non andiamo oltre con le auto, perché sappiamo che hanno dei droni che sorvegliano la zona. Ci mimetizzeremo tra la folta vegetazione e qualunque cosa si muova, fatela fuori.- Lorenzo parlò a voce alta. Tutti lo stavano ascoltando. Ogni singola persona in quel momento stava concentrando la sua attenzione su di lui, sul Re in persona. Guardai come la sua figura muscolosa, ma longilinea, spiccava nella sua armatura di pelle e avvampai al pensiero di come sarebbe stato averlo sopra di me in quel modo.
-Capito?- Vidi una mano sventolare davanti alla mia faccia. -Luce, ci sei?-
-O sì, non ho capito.-
-Andremo a piedi, ci hanno divisi in quattro gruppi.- Disse Ettore, mettendosi sulle spalle uno zainetto, che pareva essere molto pesante. -Tu sei con me.- Concluse, prendendomi per il braccio. Aggrottai la fronte, voltando la testa indietro. Lorenzo aveva in mano il telefono e stava mostrando la mappa del posto ai suoi soldati. -Non vado con Lorenzo?-
-No.-
-Perché?-
Ettore roteò gli occhi verso il cielo. -Lui va in prima linea e ha espressamente detto che tu devi stare il più lontano possibile dalla roccaforte. Io sono lo scemo che dovrà proteggerti.-
Sbuffai. -Ma tu servi più a loro che a me!-
-Non credo, visto il modo in cui tieni la pistola in mano.- Commentò, con una smorfia della faccia. Sghignazzai a quella battuta. Poi capii che non era una battuta e ritornai seria. -Quindi la mia presenza è inutile?-
Ettore non rispose. Ma quel silenzio fu la risposta che più temevo. Sì, ero inutile e un peso per tutti. Lorenzo aveva dovuto mettermi con uno dei soldati più preparati ed esperti per proteggermi, rischiando di non arrivare nemmeno integri alla roccaforte.
Sbuffai. -E la Regina?-
Il ragazzo si chinò per allacciarsi le scarpe. -Ci sta pensando Francesco. L'hanno individuata poco lontano dal castello con qualche disertore.-
-Ha parlato?- Ansimai, per l'ansia. Ettore si raddrizzò, scuotendosi la polvere dal ginocchio. -E chi lo sa?-
-Non sei in contatto con Francesco?-
-No, Lorenzo ha detto di non usare i nostri cellulari, perché potrebbero interferire con gli apparecchi che usano alla roccaforte per capire se si sta avvicinando qualcuno.- Io annuii, pensierosa. Quindi la Regina era stata presa, o almeno ci mancava poco, e avrebbe confessato il perché avesse cambiato fazione per cui combattere. Ero curiosa di sapere come mai aveva deciso di tradire sua nipote. Ettore mi prese per mano e mi fece appiattire verso il terreno, poi avvicinò indice e medio tra di loro e fece segno a quelli dietro di noi di andare avanti. Il gruppetto camminò velocemente, superandoci e con i fucili in mano, puntati davanti alla loro faccia, iniziarono a guardarsi intorno e fare piccoli passi veloci nell'erba umida. Sentii la tensione che poteva essere tagliata con un coltello e mi aggrappai alla mano del ragazzo con tutte le forze che avevo. -Così me la stritoli, Luce.- Sorrise Ettore, per poi farmi l'occhiolino. Io allentai la presa, sorridendo di rimando.
Il percorso fu lungo, era passata già un'ora e si riuscivano ad intravedere soltanto le torri alte della roccaforte, che sembravano ancora così lontane. Sospirai e alzai gli occhi, per un attimo, al cielo. -Pare che stia per piovere.- Una ragazza, vestita con la divisa da soldatessa, si era affiancata a me. Portava un cappello con la visiera e un lungo fucile che penzolava sul fianco. Allungò la mano verso di me e aprì le labbra in un sorriso. -Piacere, Carlotta.-
-Ehm, Luce.-
-So chi sei.-
-Sì?- Avevo il respiro corto.
-Sì, sei apparsa su tutti i giornali. La nuova fiamma del Re.- E rise. Io avvampai fino alle punte delle orecchie.
-Non leggo molto i giornali e non sto molto sui social ultimamente.- Abbassai lo sguardo, mentre la ragazza spostò un ramo, attraversato da una fitta rete di edera, per permettermi di passarci sotto.
-Non dicono molto, dicono soltanto che la misteriosa ragazza dal nome Luce ha fatto battere il cuore al nuovo Re in carica. E poi...che Lorenzo ha tradito la sua ex con te.-
Spalancai gli occhi, incredula. -Ex?-
La ragazza tossicchiò. -Eloise. Avevano annunciato il matrimonio. Non lo sapevi?-
-Sì, sapevo che si sarebbero dovuti sposare, ma annunciato no.- Passai il dorso della mano sulla fronte bagnata dal sudore. Mi accigliai, non comprendevo benissimo il mondo del gossip, forse era una bufala che circolava.
-Sì, ci sono state le pubblicazioni del matrimonio circa due settimane fa.-
Strabuzzai gli occhi, sorpresa. Eloise sapeva che con Lorenzo non poteva andare avanti e sapeva bene cosa c'era tra me e lui. Forse sperava che i suoi genitori lo obbligassero. -Quindi è passato come un traditore?-
-Beh, non è che la sua reputazione sia sempre stata quella del ragazzo perfetto. Le ragazze facevano la fila alle feste per andare a letto con lui.-
Il mio cuore si fermò per un attimo. -Ah...non lo sapevo.-
La ragazza sembrò essere imbarazzata. -Mi dispiace, io non volevo...-
Alzai la mano. -Non ti preoccupare. Mi dovrò abituare al suo passato.-
Lei annuì, stringendo le labbra. -Allora meglio che non ti fai dire cosa faceva dopo essere andato a letto con qualcuna.- Aggrottai la fronte, perplessa. Ettore si mise accanto a noi. -Carlotta, la stai spaventando. Non è che se Lorenzo ti ha rifiutata due sere fa, devi distruggere la sua nuova ragazza.- Disse, duramente. Mi voltai verso il volto mortificato della ragazza, che con gli occhi lucidi si allontanò.
-Non dare retta a chi ti parla male di Lorenzo. La maggior parte sono ragazze gelose di te, lui non ha mai cercato relazioni serie.- Mi diede una pacca sulla spalla. -E Lorenzo penso ci tenga davvero a te.-

Finalmente giungemmo nelle vicinanze della roccaforte. Ci distendemmo con la pancia contro l'erba ed il fango, guardando le mura della roccaforte. Schierati sulle torrette e in cima alle guglie vi erano donne e uomini armati fino ai denti. Di fronte al portone altri due ragazzi alti con in braccio una mitragliatrice per uno. Ettore imprecò sotto voce. Io lo guardai, spaventata. -Sono più di noi.-
-Già. Lorenzo avrà un piano...spero.- Rispose, prendendo tra le mani il binocolo. -O, perfetto. Hanno persino i cannoni! Manca che spunti Napoleone da dietro la collina e siamo al completo.- Sentenziò, alzandosi in piedi. Lo osservai raddrizzarsi, perplessa. Anche lui si era reso conto che era impossibile entrare dentro alle mura. Non eravamo abbastanza e non avevamo le giuste armi. -Dove vai?-
-A chiedere a quel pazzo di Lorenzo che idea abbia in mente.-
-Posso venire con te?- Mi poggiai sulla mano per piegare la schiena all'indietro.
Ettore sghignazzò. -Vedi quegli alberi là in mezzo?- Puntò l'indice davanti a sé. Seguii il suo dito e guardai un gruppo di alberi, oltre ai quali erano schierati dei soldati del vecchio Re.
-Sì.-
-Ecco, lì dietro ci sono Lorenzo e i suoi.-
Strabuzzai gli occhi. -Ma sono vicini a quei soldati!-
Il ragazzo annuì, come se fosse stata una cosa ovvia. -Ecco, quindi resta qui.- Si voltò, dandomi le spalle. Lo guardai allontanarsi, mentre l'ansia teneva stretto il mio petto e mi faceva pensare al peggio possibile. Più si avvicinavano e più il pericolo diventava grande, con quelle mitragliatrici ci avrebbero fatto fuori tutti in poco tempo. Mi morsi le labbra, guardando verso il piccolo raggruppamento di alberi. Poi spostai le iridi verso i soldati armati poco distante da esso. La preoccupazione mi stava mangiando viva, non volevo assistere ad una strage e fare da osservatrice passiva.

***Nota autrice***
Salve!
Spero che la storia vi stia piacendo! Ci saranno ancora pochi capitoli e poi ci lasceremo. Cercherò di rendere questa storia autoconclusiva senza nessun sequel, o al massimo un solo sequel, dipende da come la farò finire hahahhah. Detto questo vi ringrazio per il vostro supporto! Grazie davvero!
Un bacio, Eleonora.❤️

Eppure fuggo                       •A royal love story•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora