•XVIII•

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"L'unica vera saggezza è sapere di non sapere nulla."
(Socrate)

-Mamma...- Esclamai, sommessamente. Non mi vergognai tanto per il fatto che mia madre ci avesse visti in quella circostanza ambigua, ma per Lorenzo e per la parte che mia madre gli avrebbe fatto.
-Stavo cercando il principe.- Disse lei, posando lo sguardo sul ragazzo a fianco a me. Gli dedicò una delle sue occhiate indifferenti, che io sapevo essere una di quelle più cariche di delusione. -Pensavo fosse con te, sinceramente.- Portò la sua attenzione, nuovamente, su di me, sollevando entrambe le sopracciglia. Voleva una spiegazione e sicuramente gliel'avrei data, ma Lorenzo aveva deciso di affrontare la cosa a modo suo. -Stia tranquilla. Non tema che accada nulla, perché non succederà mai niente con sua figlia.- Poi rivolse i suoi occhi ghiaciali a me. -Mai. Niente.- Ripeté. Io sollevai gli occhi al cielo, stanca del suo atteggiamento doppio giochista. -Sono completamente d'accordo.- Lo incalzai, a denti stretti. Ci fissammo con aria di sfida e mia madre dovette mettersi tra di noi per interrompere quello scambio di energia negativa. Lorenzo alzò i tacchi e se ne andò, sbattendo la porta dietro di sé. Io cercai di calmarmi, evitando di dare a mia madre altri pensieri. Ma lei mi stava già guardando con l'aria di chi aveva capito tutto. -Hai preferito lui a Giacomo?-
Sbuffai, camminando verso l'uscita. Mia madre mi seguì con passo deciso. -Mamma, smettila. Non ho preferito proprio nessuno, adoro essere single.- Lei scosse la testa, in segno di disapprovazione. -L'ho visto come lo guardavi, Luce. È palese che ti piace.-
Mi bloccai e mi voltai verso di lei. Sollevai l'indice in aria, cercando di farmi intendere in modo abbastanza imbarazzante. -Non mi piace. Lo odio, provo repulsione per quell'essere.-
-Sono sentimenti forti.- Ribatté.
-Sì...e negativissimi. Brutti, brutti sentimenti.- Continuai a camminare, per poi uscire proprio sul piccolo piazzale a ridosso della scalinata, dove di solito le persone andavano a fumare. Lei mi raggiunse, con la faccia corrucciata dalla preoccupazione. -Luce, tu devi far invaghire il principe di te. Se vincerà e diventerà Re, potrà sposarti.-
Sollevai le braccia in aria, offesa da quella proposta indecente. -Ma ti senti quando parli! Chi te lo dice che me lo voglio sposare?-
-Ah e chi vorresti sposare? Lorenzo?- Cantilenò.
-Ma tipo nessuno?-
-Luce, non sei una ragazza comune. Hai bisogno di un solido matrimonio.- A quelle parole la mia furia diventò un uragano. -Forse volevi dire che farebbe molto comodo a te e a papà! Che bello avere una Regina in famiglia e ottenere un cazzo di titolo nobiliare. Ah e poi potremmo finanziare le nuove cave di diamanti.- Ironizzai, sul limite delle urla. -Modera il linguaggio, ragazzina!-
Sbuffai e decisi di rientrare all'interno dell'atrio. Lo percorsi a grandi falcate per raggiungere l'area del tè il più in fretta possibile. Francesco era tornato dentro, Eloise era scomparsa. -Pensavo te ne fossi andata.- Disse lui, venendomi incontro con un grande sorriso stampato in faccia. Io non riuscii a ricambiare quella gioia, visto la rabbia che ribolliva nelle mie vene. -Ci vediamo stasera alla mia villa per il ricevimento.- Gli lasciai un fugace bacio sulla guancia e raggiunsi mia madre, che era appena entrata nella sala. La presi per un braccio e la trascinai letteralmente via.

La sera calò in fretta. Scesi al piano di sotto, dopo aver pregato più volte di non incontrare chi sapevo io. L'invito al ricevimento era stato esteso a tutta la famiglia Reale, ovviamente, quindi, probabilmente ci sarebbe stato anche Lorenzo. I duchi di Inghilterra avevano confermato la loro presenza direttamente a mia nonna, per cui Eloise sarebbe stata dei nostri. Keita mi stava aspettando a fine scalinata, Alice era insieme a lei. Mi accigliai nel vedere l'amica della mia vita "normale" da studentessa lì presente. -Alice? E tu cosa ci fai qui?-
Lei aveva gli occhi spalancati, continuava a guardarsi intorno, con la bocca aperta. -E tu abitavi qui e non mi hai mai mandato una foto?- Indicò il soffitto, da cui scendevano delle piccole corde, intrecciate tra pezzi di specchi, che riflettevano le luci soffuse dei lampadari. -Ma come hai fatto ad arrivare?- Domandai, mentre Keita mi scoccò un'occhiata confusa. Alice aprì la gonna e mi mostrò le converse che portava sotto. -Tua mamma è venuta a casa nostra e ha preteso la mia presenza stasera.- Alzò le spalle, senza darmi ulteriori spiegazioni. Immediatamente capii le intenzioni di mia madre. Lei sapeva che non avrei mai lasciato sola Alice ad una festa del genere, non conosceva nessuno e non sapeva nemmeno cosa dire o fare in quelle occasioni. Alice sarebbe stata il mio diversivo per non incappare contro Lorenzo, mia madre aveva paura di cosa ci fosse tra di noi, sebbene non ci fosse niente. Keita mi sventolò davanti la mano, per cercare di attirare la mia attenzione. -Per chi parteggerà la tua famiglia?-
Io scossi la testa. -Indovina un po'.- Risposi ironicamente.
-Il principe, vero?- Alzò gli occhi al cielo.
-Già. Ma a me va bene, eh. È il migliore.-
Keita e Alice si scambiarono un'occhiata veloce, d'intesa. -Sai anche tu che è una grande balla. Non ha la testa come Lorenzo, non ha il coraggio di Lorenzo.- Disse a denti stretti la mia amica, prendendomi per mano. Tutte e tre ci dirigemmo nella sala principale, camminando vicino per poterci sentire l'un l'altra. C'erano così tante persone, un brusio così forte che a mala pena riuscivo ad ascoltare i miei pensieri. -Avete ragione, forse Francesco non ha lo spirito da guerriero, ma ha un animo d'oro.-
-Non governi un regno con l'animo da gentiluomo, Luce.- Rispose Alice. Io sbuffai.
-Non è vero. Essere gentili e galanti non è da tutti nel mondo di oggi.-
Keita strinse la sua presa su di me. -Sii realista. Un Re debole significa un regno debole.-
-Ma cosa ci posso fare? La mia famiglia ha deciso e poi non passerò mai e poi mai dalla parte di quello stronzo.- Non appena dissi quelle parole, quel qualcuno, che sembrava comparire sempre dal nulla nei momenti peggiori, si affiancò a me. Guardai oltre le sue spalle e incrociai lo sguardo di disapprovazione di mia madre. La ignorai. -Vedo che sprechi sempre buone parole per me.-
Strinsi i pugni lungo i fianchi e le mie amiche si dileguarono, senza darmi nemmeno il tempo di rendermene conto. -Mi parli ancora? Io fossi in te mi starei alla larga. Potrei buttarti addosso uno di questi vasi.- Passammo accanto ai cimeli della mia famiglia, sorridendo di tanto in tanto agli ospiti. Lorenzo camminava accanto a me con le mani incrociate sulla schiena, a petto gonfio. -Non ho certo paura di te.-
Sbottai. -Senti, cosa vuoi da me ora?-
Lui rise, smuovendo i capelli con una mossa veloce della testa. -Niente. Volevo infastidirti un po', mi annoio a questi ricevimenti.-
-Non c'è Eloise a sollazzarti?-
Rise ancora, guardandomi in tralice. -Sei gelosa?-
Sbuffai, arrossendo fino alle punte dei piedi. -Ti piacerebbe. Anzi, no. Scusa! Ti volevi soltanto fare una scopata.- Sussurrai l'ultima parola. Lui, nel sentirmela dire, voltò la testa. Puntò i suoi occhi celesti su di me e si passò la lingua sul labbro inferiore. Quel gesto mi ipnotizzò, facendomi accelerare il respiro. -Non eri tu quella che pensava che io mi passassi una ragazza diversa a sera?-
Distolsi lo sguardo. -Beh, forse non avevo tutti i torti.-
-Forse.- Controbatté subito. Io alzai le sopracciglia, sorpresa. -Ma perché fai così?- Sospirai, scuotendo la testa. Lui mi sfiorò con la spalla, per poi darmi una spintarella. -Mi piace provocarti. Ti si accende una luce negli occhi che vedo soltanto quando sei con me.- Bisbigliò, con voce profonda. Io sentii il corpo vibrare da capo a piedi. Avrei voluto dargli contro, ma qualcosa mi stava limitando. Dentro di me sentivo che aveva ragione e non capivo perché lui mi colpisse così nel profondo. Improvvisamente mi afferrò la mano e mi trascinò verso l'angolo più nascosto della sala. Cercai di protestare debolmente, ma la sua sicurezza e prontezza mi rendevano le cose un po' difficili. Mi sbatté contro il muro, sotto ad una scalinata che portava ad un piccolo terrazzo interno, come quello dei teatri. Nessuno poteva vederci lì dietro. Me lo trovai davanti, il petto stava per scoppiarmi stretto in quel corpetto aderente da morire. Pose entrambe le mani ai lati della mia testa, piegandosi verso di me. Il suo naso sfiorò la mia fronte, così vicino da poter percepire il suo cuore battere. -Cosa stai facendo?- Domandai, indugiando non poco sulle parole. La sua espressione si trasformò in rilassato divertimento. Fece scorrere il naso sul mio collo, solleticandomi la pelle già elettrizzata da quella situazione. Strinsi il labbro inferiore tra i denti, respirando velocemente. Avrei voluto allontanarlo, ma non ci riuscivo proprio. Percepivo il suo respiro caldo pizzicarmi la nuca. Strinsi gli occhi e afferrai le sue braccia muscolose. Lui alzò le sopracciglia, preso alla sprovvista. Probabilmente pensava che lo cacciassi via, ma qualcosa dentro la mia stupida testa non voleva farlo. -Perché non mi mandi via?- Sussurrò con tono roco. Quelle sue parole scaldarono le parti più intime del mio corpo. Piegai le ginocchia per stringere le cosce. -Non lo so.- Dissi sinceramente. Le sue pupille si dilatarono, guardandomi in maniera talmente intensa da farmi sciogliere come un ghiacciolo sotto al sole. -Vuoi scoparmi e basta, vero?- Ebbi il coraggio di chiedere. Lui abbassò la testa, sorridendo sotto ai baffi. Posai la mia mano sulla sua guancia, attraversata da una leggera peluria. Non si era fatto la barba quella sera. -Luce, Luce...Luce. Ma cosa mi fai?- Bisbigliò, mordicchiando quel maledetto piercing. La notte sognavo come quel piercing potesse scivolare tra le pieghe della mia intimità...
-No. Questo non è giusto. Non è normale.-
-Dici per Francesco?-
-Per tutto...sei così stronzo con me, con tutti. Poi Francesco ci tiene a me, tu hai Eloise. Poi dovrete battervi per il trono. È tutto un casino...- Sospirai. Lui annuì. -E tu sarai la sua damigella.-
Alzai gli occhi su di lui, mordendomi nervosamente le labbra. -Sì e non me ne pento. Lui è diverso da te.-
Lorenzo chinò il capo sulla mia faccia. -E meno male che sono diverso da quel pupazzetto.-
Gli diedi un buffetto sul naso. -Lorenzo! Non parlare così di lui.-
-Ti piace?-
Buttai giù la saliva. Vidi la sua espressione mutare in...ansia. Fu strano, di solito aveva sempre quell'aria da fastidioso sicuro di sé, egocentrico fino al midollo. Immediatamente mi pervenne alla mente la faccia di Eloise. Anzi, sentii proprio la sua voce chiamare Lorenzo. Lui scattò dritto in piedi, togliendo le sue mani dal muro. La sua voce era sempre più vicina. Sentii la paura crescermi dentro, se ci avesse visto insieme, avrebbe rovinato sia me che lui. Lorenzo mi prese per il mento e mi guardò per un attimo. Scosse la testa e poi si allontanò, quatto quatto. Io recuperai le mie forze, prendendo un grande respiro. Se mia madre mi avesse vista in quelle condizioni, mi avrebbe bacchettata per bene.
Ritornai al centro della sala, dopo aver individuato subito le mie amiche. Alice mi guardò con l'aria di chi ne sapeva una più del diavolo. Keita poggiò le mani sui fianchi, domandandomi implicitamente cosa avessi combinato per avere le gote più rosse dei pomodori in estate. -Non ne parliamo.- Sollevai la mano per non farle parlare.
-Io...Luce, ti dovrei dire una cosa su Lorenzo.- Alice pronunciò quelle parole con incertezza, ma proprio in quel momento arrivò Francesco. Mi raggiunse da dietro, facendo scivolare la mano sulla mia schiena, lasciandomi un bacio sulla guancia. -Come sei accaldata, stai bene?-
Io annuii con veemenza. Nel frattempo sentii lo sguardo di Lorenzo su di me, istintivamente mi voltai e i suoi occhi erano fissi sulla mano del principe dietro la mia schiena. Provai imbarazzo, ma cosa potevo fare? Mi girai ancora e mia madre ci venne incontro. Si inchinò almeno quattro volte, elogiando Francesco come se già fosse diventato il Re. -Domani inizia la prima prova. Avete studiato bene?-
Francesco sorrise. -Conosco la storia del nostro regno a memoria. Sicuramente vincerò questa prima sfida.-
-Abbiamo puntato sul cavallo giusto.- Gli strizzò l'occhio, per poi guardarmi. Io abbassai lo sguardo. Lei aveva già capito che era successo qualcosa e che quel qualcosa non c'entrava niente con il principe.
Francesco, poi, prese la mia mano e se la portò alla bocca, baciandola. Mi irrigidii, chiudendo gli occhi. Li riaprii e vidi Lorenzo passarci accanto, aveva sotto al suo braccio Eloise, che stava ridendo di qualcosa che lui aveva appena detto. La scena fu come a rallentatore, il mio cuore subì un leggero strappo, vedere quei due insieme mi aveva fatto male, anche se poco prima lui mi aveva fatto capire che non provava niente per lei. Ma come facevo a fidarmi di uno che non faceva altro che giocare con me?

Eppure fuggo                       •A royal love story•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora