"Sii te stesso, tutti gli altri sono già stati presi."
(Oscar Wilde)
Rodolfo fece qualche passo indietro con la schiena piegata in avanti. Cominciò a chiederci scusa in tutte le lingue del mondo e mia nonna sottolineò che ancora non ero promessa in sposa e che quindi ero libera sulla carta. I miei occhi continuavano a scorrere verso quelli magnetici di Lorenzo. I suoi occhi parevano perennemente stanchi e svogliati.
-Se il ragazzo non si offende, vorrei ballare con lei.-
Mi massaggiai le tempie, irritata da quelle parole. -Piuttosto che chiedere il permesso a lui, non sarebbe meglio chiedere il permesso a me?-
Mia nonna mi lasciò un altro pizzicotto sul braccio. Lorenzo si morse le labbra per non scoppiare a ridere di fronte a cotanta mia sfacciataggine. -Luce, suvvia...è solo un ballo.-
-Se vuoi continuare a studiare, ti conviene cominciare a muovere i piedi a ritmo di musica.- Sussurrò, poi, al mio orecchio. Io sospirai, affranta, ed accettai, posando le mie mani in quelle dell'uomo dalla corporatura robusta. Tutte le volte dovevo essere minacciata o dalla nonna o dalla mamma o dal papà, soltanto per il fatto che io odiavo fare la finta tonta a quei ricevimenti pomposi e così finti.
-Allora, cosa studi?-
-Psicologia.- La sua mano si posò sulla mia schiena e mi spinse più vicina a lui. Schiacciai il mio seno al suo petto e quasi ebbi la nausea.
-Che bel campo di studio. Sai quanti pazzi ci sono nel mondo? Assurdo.-
Avrei voluto rispondergli che il fatto che dallo psicologo andassero solo i pazzi o i fuori di testa fosse uno stereotipo ormai passato di moda e abbastanza di cattivo gusto, ma dalla mia bocca uscì solo un risolino nervoso. Immediatamente ci affiancò Lorenzo, che teneva tra le mani la mia amica Keita. Lei mi disse con il labiale che era divertente ed io le mimai con l'espressione che non vedevo l'ora di scomparire.
-È ora di scambiarsi i partner!- Urlò, tutto ad un tratto, Lorenzo, facendomi venire un colpo. Senza che io me ne accorgessi mi ritrovai fra le sue braccia, con la sua faccia torreggiare su di me. -Buonasera, quanto tempo avresti aspettato prima di venire a salutarmi?-
-Perché avrei dovuto?- Ribattei, stizzita. Lui si bagnò le labbra con la saliva e sorrise. -Hai ragione. Io in effetti sono di rango più alto di una semplice figlia di un imprenditore di diamanti.-
Restai in silenzio. -E poi che gote rosse ti hanno fatto? Sembri uno spaventapasseri.- Spalancai la bocca, offesa e stupita dalle sue parole.
-Sarai anche nobile, ma l'educazione proprio non te l'hanno insegnata.-
Fece finta di sbadigliare. -Dicono tutte così.-
-Tutte?-
-Sì, tutte.-
Restai ancora in silenzio. Il suo sguardo si posò, poi, sul sedere ben fasciato da un tubino lungo e stretto di una ragazza, figlia di uno degli amici di mio padre. Così si staccò da me e, senza dire nulla, si incamminò verso di lei, lasciandomi da sola in mezzo alla sala da ballo. Arrossii immediatamente, in preda alla vergogna e all'imbarazzo. Giacomo venne in mio soccorso e scosse la testa. -Non mi piace per niente lui.- Lo osservò con aria arrabbiata.
-Nemmeno a me piace, anzi è un maleducato arrogante del cavolo.- Sentenziai, stringendo le mie dita a lui, riprendendo la danza da dove l'avevamo lasciata.
-E lui ha avuto il coraggio di lasciarti in mezzo alla sala? Da sola?- Alice stava ripetendo ciò che io dicevo, ma con tono decisamente più sarcastico. Sbuffai e lanciai i tacchi a spillo all'angolo della cucina.
-Sì. E ora passami un pezzo di pizza. Mia madre aveva fatto preparare mini tartine al caviale e tramezzini piccoli come un'unghia di un mignolo.- La mia pancia brontolava da più di un'ora. Alice si mise accanto a me, tenendo in mano il suo fedele evidenziatore arancione.
-Secondo me Lorenzo ti fa innervosire perché non ti lecca i piedi come Giacomo.-
-Non dire così, Giacomo mi ama.- Alice ridacchiò.
-Lui ama i soldi e tua madre.- Le diedi una spintarella. -Ma non è vero. È solo un po' appiccicoso.-
Alice si alzò e andò a buttare l'evidenziatore ormai finito. -Lo conosci solo da un anno. E ricordati che te l'ha presentato tua mamma.-
-Lo so che è strano.-
-Non è strano, è assolutamente cringe che tua madre ti presenti il tuo ragazzo.- Alzai gli occhi al cielo. -Ma anche io lo amo.-
Alice si bloccò e girò la testa lentamente verso di me. -Ma se passi più tempo a lamentarti di lui che a farci sesso.-
Avvampai in un attimo, tossendo. La mia amica piegò le ginocchia e si abbassò alla mia altezza, visto che ero seduta sullo sgabello. -Da quanto non lo fate?-
Raccolsi il bicchiere d'acqua dal piano in finto marmo e cominciai a bere come se avessi appena attraversato il deserto a piedi, in pieno giorno. -Luce? Luce, mi fai preoccupare.-
-Non sono cose così importanti...- Mi alzai, dandole le spalle. La mia amica borbottò qualcosa, ma io mi apprestai a correre in camera mia, consapevole di star fuggendo dai miei problemi e dalla conversazione con Alice. Non volevo farle sapere che, in effetti, l'intimità con Giacomo non era il primo pensiero di entrambi.
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Eppure fuggo •A royal love story•
Romance{COMPLETATA} {Scene esplicite} Il mondo non è come lo immaginate. Così simile al nostro, eppure così principesco, che farci un salto dentro sarebbe un sogno. Ma siete sicuri di voler incontrare anche il lato oscuro di questa realtà? Luce è una stude...
