Seduto nello studio legale dell'avvocato di suo padre, Can aveva appena appreso che la villa era stata lasciata a Sanem. Trattandosi però della donazione di una proprietà, che per legge spettava a lui e ad Emre, era necessario che i due fratelli firmassero una rinuncia, mentre la controparte, cioè Sanem doveva firmare per accettazione. Solo così la casa sarebbe diventata sua a tutti gli effetti.
"Senza ombra di dubbio questo viaggio in Turchia è una scoperta continua" pensava Can mentre leggeva i documenti che il Sig. Demir, l'avvocato, gli aveva dato.
"Se per lei va bene sig. Divit pensavo di convocare oggi stesso la sig.na Aydin..."
"Non si preoccupi, la avvertirò io stesso e parlerò anche con mio fratello. E' mio interesse chiudere la questione il prima possibile in modo da poter tornare negli Stati Uniti" si offrì Can.
"Certamente, come preferisce...Io rimango comunque a disposizione per ogni necessità" rispose l'avvocato stringendo la mano di Can e accompagnandolo all'uscita.
Risalito in macchina Can decise di passare dal negozio di Sanem per darle la notizia. Era curioso di vedere come avrebbe reagito...a meno che non lo sapesse già!
Il minimarket, però, era chiuso così guidò fino a casa sua. La trovò che stava curando alcuni fiori in giardino. "Come mai sei qui...ti avevo detto che ti avrei chiamato io" lo salutò.
"Davvero lo avresti fatto Sanem?"rispose lui alzando un sopracciglio con aria scettica "In ogni caso ho una domanda da farti che non poteva aspettare" continuò.
"Dimmi..."
"Cosa c'è stato tra te e mio padre?"
Sanem lo guardò dritto negli occhi pensando di non aver capito e lui ripeté imperterrito "Sei stata l'amante di mio padre?"
"Come puoi anche solo pensare una cosa simile?" gli rispose con voce tremante di rabbia e delusione.
"Beh, dal momento che ti ha lasciato la casa.." continuò lui avvicinandosi di un paio di passi a lei come a volerla sfidare.
Erano ad un palmo di distanza l'uno dall'altra. Can vide gli occhi di Sanem riempirsi di lacrime e ne trasse quasi godimento.
"La tua domanda non merita nessuna risposta Can. Pensavo che mi conoscessi, ma evidentemente mi sono sbagliata "gli rispose oltrepassandolo per andarsene, ma lui le prese il braccio e la bloccò, riportandola davanti a sé.
"Non ti lascerò andare finché non mi rispondi, Sanem."
"Vuoi una risposta Can?...Eccola: tuo padre aveva ragione, sei cambiato. Ma io non volevo crederci, non volevo accettare il fatto che tu ti fossi dimenticato chi eri, i valori in cui credevi...eppure i segnali c'erano tutti...te ne sei andato come se niente fosse. Hai rinnegato le tue radici e hai rinunciato a noi due appena sei salito su quell'aereo che ti ha portato ad Harvard..."gli gridò Sanem liberandosi con uno strattone dalla sua stretta.
"Io ho rinunciato a noi??? E tu Sanem? Avevi promesso di scrivermi, ma non ho ricevuta da te una sola frase..."ora anche Can era arrabbiato.
A quelle parole Sanem si allontanò in fretta per tornare subito dopo con un fascio di lettere che gli gettò addosso. "Ecco come io ho rinunciato a noi Can....e adesso vattene...ti prego" concluse mentre le lacrime che non riusciva più a trattenere le rigavano il volto.
Can raccolse da terra le buste e vide che erano tutte indirizzate a lui presso l'università di Harvard ma erano state rispedite al mittente per mancato ritiro.
Non riusciva a credere ai propri occhi e a quello che aveva fatto. Guardò mortificato Sanem, avanzò verso di lei, ma lei indietreggiò scuotendo la testa "Ti ho chiesto di andartene Can...credo che non ci sia altro da dire ormai!"
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L'Essenza delle Cose
RomanceLui per realizzare il suo sogno ha abbandonato la famiglia, lei per la famiglia ha abbandonato il suo sogno. Non potrebbero essere più diversi, ma forse proprio per questo si completano a vicenda...