Levent, che si era recato ad Ankara per un convegno di medicina, sarebbe tornato da lì a qualche giorno.
Sanem era stata sincera con lui, lasciandolo libero di decidere. Gli aveva detto che gli voleva bene, ma che non lo amava e lui aveva accettato, comunque, di starle accanto.
Ora Sanem si chiedeva se una relazione basata su simili presupposti potesse funzionare.
Aveva paura di rimanere sola, questo era vero, ma aveva altrettanta paura di ritrovarsi intrappolata in un rapporto a senso unico, legata ad un uomo che vedeva più come un fratello che un compagno.
Aveva sempre sognato un amore da romanzo rosa, uno di quelli che ti fanno battere forte il cuore, tremare le gambe, perdere l'appetito ed il sonno, un amore che ti fa sentire leggera come una piuma, con la teste perennemente tra le nuvole, che è capace di amplificare tutti i tuoi sensi...un amore come quello che aveva provato per Can e non era sicura che fosse giusto, né per lei né per Levent, accontentarsi di qualcosa di meno.
Lui si meritava di più, si meritava una donna che lo amasse totalmente, incondizionatamente, senza riserve e lei non era quella donna. Non poteva essere così egoista.
Quando fosse tornato gli avrebbe parlato, decise Sanem, consapevole che quella era la cosa più giusta da fare, anche se lui, probabilmente, non lo avrebbe capito subito ma col tempo...Il tempo cura ogni ferita, pensò Sanem alzandosi dalla panchina sul lungomare dove si era seduta a riflettere.
Poiché era ancora presto decise di fare un salto a villa Divit prima di andare a casa. Emre le aveva lasciato un paio di chiavi dicendole che, anche se aveva rinunciato alla donazione, poteva recarsi lì tutte le volte che voleva e che anzi avrebbe fatto loro un favore se ogni tanto andava a controllare che tutto fosse in ordine.
Quando arrivò era ormai l'imbrunire. Fece un breve giro della casa e poi uscì sul terrazzo della cucina, elegantemente arredato con comode poltroncine in teak, dove lei ed il dott. Aziz amavano trascorrere intere serate a chiacchierare godendosi la vista del mare in lontananza. Quanto le mancavano quei momenti!
Era così assorta che non udì il lieve rumore di passi alle sue spalle.
Can era appena rientrato dopo essere stato in centro città a fare provviste. Era passato anche da lei, al negozio, ma non l'aveva trovata e adesso capiva il perché. Lei era lì. Non voleva spaventarla così simulò un colpo di tosse per far notare la propria presenza.
Sanem si voltò immediatamente. Un misto di paura e sorpresa sul volto quando lo vide.
"Can!?...Che ci fai qui?"
"Beh, in realtà questa domanda dovrei essere io a fartela, dal momento che questa è casa mia...."le rispose sorridendo.
"Hai ragione...ma vedi Emre mi ha detto che potevo passare quando volevo, insomma sì per controllare che tutto fosse a posto...ma ora che ci sei tu è meglio che io vada.." si affrettò a dire
"Aspetta.." la fermò Can ponendosi davanti a lei "ormai che sei qui perché non ti fermi a cena?...potresti rimanere stupita dalle mie doti culinarie" e visto che lei tentennava aggiunse" prometto di non mordere.."
Sanem sorrise, lo guardò per un attimo e poi decise che non c'era niente di male ad accettare quell'invito.
"D'accordo ma solo se mi permetti di darti una mano" rispose.
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L'Essenza delle Cose
RomanceLui per realizzare il suo sogno ha abbandonato la famiglia, lei per la famiglia ha abbandonato il suo sogno. Non potrebbero essere più diversi, ma forse proprio per questo si completano a vicenda...